Apollo, Los Angeles, Novembre 2015

 

27 novembre

Roberto Bolle è sempre alla ricerca di nuovi progetti e nuovi stimoli. Nessuno stupore dunque che accetti di danzare a una serie di concerti della Los Angeles Philarmonic diretti da Gustavo Dudamel. Non mancano gli esempi di coreografie create con gli strumentisti in scena (basti pensare a Duo concertant di Balanchine o Three preludes di Stevenson) o di spettacoli in cui i musicisti non sono confinati nella buca dell’orchestra, come ad esempio la IX sinfonia creata da Béjart, uno dei balletti più emozionanti a cui ho potuto assistere. Qui l’idea è diversa: l’esecuzione di una partitura all’interno di un concerto di musica neoclassica senza rinunciare a mostrare il balletto per cui venne scritta, sottolineando la perfetta fusione di musica e danza che sta alla base di Apollo, un capolavoro immortale dell’arte coreutica.
Un’ora prima del concerto è possibile accomodarsi in una saletta dell’edificio progettato da Gehry per ascoltare un compositore che illustra le caratteristiche dei 3 brani in programma. Il palcoscenico della Walt Disney Concert Hall, in cui sono in cartellone le tre recite in collaborazione con l’ABT, non ha quinte; inoltre le dimensioni dello spazio su cui Roberto e le sue partner devono interpretare la coreografia di Balanchine sono ridotte: una piattaforma alle spalle dell’orchestra, che si raggiunge mediante una breve rampa di scalini posta su entrambi i lati. Sono seduta accanto alla rappresentante del fan club giapponese e dal mio posto la visibilità è perfetta.

Il concerto inizia con un lavoro di Britten ispirato ad Apollo, in cui il pianoforte spicca come strumento solista.
Poi si abbassano le luci e rimangono illuminati solo il podio e i leggii degli strumentisti. Niente prologo con la nascita di Apollo. L’orchestra d’archi intona le prime battute e nella penombra si vede Apollo che sale i gradini a sinistra reggendo in mano il suo liuto. Si posiziona al centro della piattaforma e le luci lo illuminano di colpo. Si può dire che Roberto è nato Apollo, un ruolo che gli appartiene dall’inizio della sua carriera e che gli è valso la nomina per il Prix Benois de la Danse nel 1998. Di solito interpreta il passo a due anche se in passato ha avuto occasione di affrontare il balletto completo, alla Scala di Milano, alla Royal Opera House di Londra, al Mariinsky. Con il solo passo a due si perde la variazione iniziale, bellissima, in cui a ogni relevé in mezza punta per una diagonale di arabesque il viso si inclina all’indietro per essere inondato dalla luce. E si perdono anche le variazioni delle tre muse al cospetto del dio seduto e attento a valutarle. Le tre danzatrici sono omogenee per altezza e stile. Indossano un bellissimo costume, più elaborato di quello a cui sono abituata. Le pieghe sul corpetto sono guarnite da un ricamo che è ripreso anche sul drappeggio alla spalla sinistra di Apollo.
La fine del balletto arriva anche troppo presto e la sala esplode con un boato. Standing ovation e applausi accompagnano le uscite del maestro e dei danzatori, i quali si inchinano dall’alto della loro postazione.

Dopo la pausa il concerto riprende con la 5.a sinfonia di Shostakovich dall’andamento imponente e solenne. E’ il trionfo per Dudamel e i suoi strumentisti.
All’uscita degli artisti salutiamo Roberto che come sempre è impegnato anche al termine degli spettacoli: ci chiede se saremo tutte presenti anche nelle sere successive e noi rispondiamo affermativamente.

28 novembre

Stasera la recita è sponsorizzata da un’industria europea. Siamo sedute tutte in posti lontani l’una dall’altra e solo all’intervallo potremo commentare le rispettive impressioni. Mi colpisce come Roberto sia millimetrico al punto da arrivare con i suoi movimenti sempre al limite della piattaforma senza che i suoi piedi ne escano.
Questa volta per la seconda uscita agli applausi i danzatori precedono il maestro e non salgono più sulla piattaforma.
All’uscita degli artisti, mentre un addetto del teatro provvede a portare a lavare i candidi costumi, Roberto è atteso da un’auto scura, immagino che si tratti di un impegno con lo sponsor e c’è tempo solo per un rapido saluto.

29 novembre

Ultima recita a Los Angeles ed essendo pomeridiana entriamo in teatro con un cielo azzurro intenso e un sole luminosissimo. Noi bollerine siamo sedute accanto e ammiriamo estasiate la Calliope drammatica di Stella Abrera, la Polimnia brillante di Devon Teuscher, la Tersicore lirica di Hee Seo: immagini perfette di armonia quando alzano le mani a incoronare Apollo, o quando intrecciano le braccia con lui, o quando si lasciano condurre al Parnaso. Le battute finali ci vedono già piene di nostalgia e sorridiamo quando Roberto, alzando le braccia in posa apollinea, fa rendere omaggio agli orchestrali. A lui, dopo esserci complimentate, non manchiamo di esprimere il desiderio di rivederlo al più presto in questo ruolo. E qui ci viene regalato uno squarcio delle sue idee e delle sue intuizioni in veste di direttore artistico.
Il tempo di un chiarimento sulle applicazioni che decorano i costumi, di un selfie e di un arrivederci ai prossimi spettacoli, poi anche la trasferta a Los Angeles finisce.

Susy

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