Boléro, Milano,
Maggio
2023
Assistere al Bolero è un'esperienza
totalizzante, pian piano la musica invade le orecchie e si arricchisce via
via di strumenti, nel sottofondo un ritmo che si sincronizza con il cuore,
poi gli occhi si concentrano sui movimenti, del ballerino sul tavolo, un
Roberto Bolle ipnotizzante, fino a quando anche gli altri ballerini si
inseriscono nei movimenti, e lo sguardo si allarga per riempirsi di tutto.
Musica sempre più coinvolgente che senti vibrare nelle vene, fino
all'apoteosi finale che ti lascia senza fiato e con un luccichio negli
occhi e il desiderio di volerne ancora...
Erika
Bolero è la celebrazione di un rito
ancestrale che riguarda l'essere umano primordiale ma che riguarda ancora
tutti gli uomini al giorno d'oggi, permeato di sensualità ed erotismo con
Roberto Bolle sul tavolo.
Lia
Che batticuore il Bolero con il Béjart Ballet. Un
piacevole ritrovarsi con le amiche di vecchia data per il viaggio,
accompagnato da quattro chiacchiere e bei ricordi. Incrociamo i
maestri Bossoni e Piermattei prima dello spettacolo, è sempre un piacere
vederli, sanno trasmettere il loro entusiasmo per la danza anche solo con
quattro parole, vediamo passare anche Gil Roman, è per me un momento di
grande emozione, ne ho davvero una grande stima per l'importante eredità
di Maurice Béjart che sta portando avanti nel corso del tempo.
Poi ci fermiamo a fare un
aperitivo insieme a chi è già a Milano, un prezioso momento di
convivialità e condivisione, che vorrei vivere più spesso perché fa bene
ed è salutare sia per lo spirito che per la mente. Nel posto che abbiamo
scelto si ferma anche Alessandro Cavallo, participante di un'edizione di
Amici e che balla in compagnia, che viene assediato dalle ragazze che lo
hanno visto in televisione. Entriamo in teatro ed andiamo ai nostri
posti, Lia ed io ripensiamo ai tanti spettacoli ed alle tante avventure
vissute in questo teatro, che ci piace particolarmente per il fatto che ha
un'ottima visuale un po' ovunque e questo è un grandissimo vantaggio ed
un'ottima opportunità.
La serata scorre piacevolmente, trovo che il
lavoro di Gil Roman sia favoloso: la compagnia è in ottima forma, con
tecnica solida che serve per fare tutto quanto, propone sia le creazioni
di Béjart, che rivedo sempre volentieri, che nuove coreografie. Di queste
ultime apprezzo molto il fatto che non snaturano la compagnia, nel senso
che sono sí novità che esplorano e ricercano nella modernità, ma il legame
di continuità con Béjart è ben profondo ed evidente. È in questo modo che
mi piace vengano portati avanti i gruppi che hanno un filone di danza ed
uno stile ben preciso. Poi arriva Bolero, questa musica che è un
crescendo travolgente, di corpi che si muovono fra ritmo ed armonia è la
giusta conclusione di una serata pazzesca. Mi piace la scelta
interpretativa di Roberto Bolle, è di una sensualità sinuosa, delicata ed
elegante, mai fuori posto, mai volgare e mai sopra le righe, è una
seduzione di classe che tanto manca nella quotidianità di ogni giorno. Con
questa interpretazione di Bolero vieni trasportato in un mondo altro, ti
allontani dal terreno e dal materiale e ti trovi in un posto dove la danza
e la musica si celebrano l'un l'altra. Sono minuti di vera beatitudine ed
è esattamente qui dove sono il posto dove vorrei essere: vedere Roberto
che fa Bolero con il Béjart Ballet, è una catarsi di emozioni, una vera
purificazione ed ascesa a qualcosa che è di una bellezza indescrivibile.
Rientro a casa con il cuore colmo di gioia
per la bellezza dello spettacolo e per la ricchezza degli incontri che ho
vissuto. Grazie Roberto e grazie amiche
Sara
La prima coreografia, firmata da
Gil Roman, è gradevole ma non è certo un capolavoro.
Le sette danze greche risvegliano ricordi ed
emozioni, che mi riportano nel mondo béjartiano fatto di coreografie
geniali e danzatori così diversi eppure imbevuti del medesimo stile: qui
l'ottimo solista è Oscar Chacon.
Bolero mi fa pensare che Roberto sia sostenuto
dalla consapevolezza di aver realizzato un’enormità, un progetto grandioso
che dopo anni di gala approda a portare in scena un’intera compagnia, e
nientemeno che il Béjart Ballet Lausanne!
Susy C'è una serata nella mia vita che rimarrà per
sempre fra i miei ricordi più belli: il 13 maggio 2023. Dopo mesi e mesi
di tentativi, ho finalmente vinto il contest della locandina per poter
entrare nel backstage di Roberto!! Prima di ogni spettacolo, c’era sempre
un contest in cui bisognava creare la locandina di quello spettacolo, e la
più bella vinceva. Vinceva 2 biglietti per lo spettacolo, e l’ingresso nel
backstage! Allora…
a comprare due biglietti sono bravi tutti, ma l’ingresso nel backstage no,
quello è un privilegio per pochissimi, ed è una cosa che non si poteva di
certo ignorare!!
Dall’estate 2022, quando il contest è iniziato, io ho iniziato a creare
locandine. Io, che non sapevo nemmeno da dove iniziare, io che uso solo
Word e Excel in ufficio, che mi inventavo?! Ho cercato qualche consiglio
del buon Aranzulla, ma avrei dovuto portarmelo a casa Aranzulla per
riuscire nell’impresa, e mettermi in competizione con fior di grafici che
in poco tempo creano locandine stupende, mentre io davanti al pc ci
passavo le serate, con risultati modesti.
Ma l’idea era troppo allettante per lasciarmi
scoraggiare, e così, tenta e ritenta, dopo quasi un anno qualcosa di buono
l’ho creato anche io! E ho visto il mio nome pubblicato su Instagram.
Immaginate quel
misto di incredulità ed emozione!
E così, il 13 maggio, sono partita per
Milano. Lo spettacolo era il Bolero (e già lì… gli ormoni si agitano
vedendolo ballare sul palco, io ho visto tutto lo spettacolo col pensiero
che da lì a poco avrei incontrato Roberto da vicino! Ansia e adrenalina a
1000!). Se fino al
giorno prima mi sentivo abbastanza tranquilla, una certa agitazione ho
iniziato a sentirla quando la mattina sono andata dalla fiorista del mio
paese per prendere i fiori (vuoi presentarti a mani vuote in un’occasione
così?!), e mentre tutti compravano il regalo per la festa della mamma, io
le ho detto che mi serviva un mazzo di fiori per Roberto Bolle.
Ancora non ci credevo
io, figuriamoci la fiorista! Comunque la scelta è ricaduta su un semplice
ed elegante mazzo di rose bianche che poi ha viaggiato in treno con me per
tutto il pomeriggio come se fosse una reliquia.
Arriva il momento, si entra a teatro….
Prima di Roberto ballava il Béjart Ballet di
Losanna, bravissimi tutti, ma il pezzo forte era il Bolero con Roberto,
che concludeva la serata.
Roberto su quel tavolo rosso, circondato da
almeno una ventina di ballerini, che si muove su quella musica sensuale e
incalzante quale è il Bolero, è una visione che tutti meriterebbero di
avere almeno una volta nella vita.
Già questo valeva la trasferta a Milano, ma il
meglio sarebbe successo da lì a poco, quando insieme alla mia amica
Nicoletta, sono entrata dietro le quinte.
C’era la sorella di Roberto ad accoglierci, e
c’era anche la loro mamma, insieme ad altre persone.
L’ho salutata la sua
mamma, le ho dato la mano, e le ho detto che ha fatto un capolavoro. Lei,
molto umilmente, ha detto solo “È venuto così”.
Poi è arrivato Roberto, bello come il sole,
nonostante avesse ballato fino a pochi minuti prima.
Ci ha salutato e mi ha detto “Ce l’hai fatta!!”
E io: “Sì, finalmente!! Ho pensato che mi abbiano presa per pietà!”
Risate. Io non so
se me l’abbia detto perché sapeva che avevo inviato almeno una decina di
locandine, o sia una frase che dice sempre, ma in ogni caso Roberto è
carino, e col suo modo di fare semplice e amichevole mi ha fatta sentire a
mio agio in una situazione per me davvero insolita e inimmaginabile fino a
poco tempo prima.
Abbiamo fatto le foto, gli ho consegnato i fiori e una scatola di
cioccolatini fondenti, con un bigliettino.
Si è parlato per qualche minuto, ho chiesto se
sarebbe uscito per fare una foto anche con le mie amiche (che aspettavano
trepidanti fuori dal teatro), ma ha detto che quella sera sarebbe andato
via subito, perché aveva un altro spettacolo dopo neanche 24 ore, e in più
c’era la mamma con lui.
Al momento di salutarci la mia testa diceva
“Lisa, adesso o mai più, adesso o mai più…” e così, con un misto di
timidezza e imbarazzo ho tirato fuori tutto il mio coraggio e gli ho detto
“Ti posso abbracciare?”, e lui, col suo sorriso dolce “Sì!”.
Ecco, amici, io quell’abbraccio (e quelle
spalle) non me li scorderò mai più!!
E mentre tornavo in hotel, con l'emozione alle
stelle e l'adrenalina a 1000, dentro di me pensavo: "Ho appena abbracciato
Roberto Bolle, potrebbe cascare il mondo ma niente potrebbe portarmi via
questa indescrivibile felicità!"
Lisa
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