Bolle & Friends, Bolgheri, Luglio 2010

 

 

Esiste un metodo scientifico per prevedere l'esito di una serata di gala o per confezionarne una di sicuro successo? Non è astruso porsi un simile quesito dopo 7 anni di assidua frequentazione dei gala Roberto Bolle & Friends. Gli ingredienti sono noti: luoghi spettacolari, interpreti di provata sapienza, coreografie di firme prestigiose e non da ultimo il carisma del Divino. Ci sono però delle variabili che non si possono controllare e che non si rivelano mai banali. Quando si lascia il chiuso dei teatri per la volta stellata del cielo c'è l'imponderabilità delle condizioni meteo,. Poi c'è la sistemazione dei posti in funzione della visibilità e della godibilità della fruizione. Infine la composizione del pubblico, più o meno esperto, più o meno ingessato, più o meno reattivo.

A Bolgheri ci aspetta la bellezza della campagna coltivata a vigneti delimitati da pini, cipressi e oleandri. La partenza da Bologna sotto la pioggia ci fa temere che troveremo paludi. Chi è arrivato il pomeriggio precedente segnala che il palco è scoperto. La deduzione è ovvia: occorre che Giove Pluvio si sfoghi altrove. Sull'autostrada non si risparmia e impieghiamo quasi il doppio del tempo per arrivare. Uno spuntino veloce e poi ci dirigiamo verso l'arena Incisa con largo anticipo, preoccupati dalla notizia che due sere prima era necessaria mezz'ora di coda per entrare, pur non essendoci il tutto esaurito del Bolle & Friends: 6000 posti disponibili, 6000 posti venduti. Chi di noi ha già il biglietto pensa di seguire con un piccolo margine. Risultato: auto parcheggiata sul ciglio della strada e corsa a piedi per un paio di chilometri. Siamo sparsi in vari settori e ci sistemiamo dopo esserci dati appuntamento a fine gala. Dal mio posto ho una visuale perfetta, stringo fra le mani l'impermeabile mentre il cielo vuole rivaleggiare con la magia sul palco: intorno all'orizzonte una cintura di nubi nere e lampeggianti e a perpendicolo una sinfonia di stelle.

Si comincia con Apollo, incarnato dal Divino accompagnato da Alicia Amatriain. Il pubblico applaude a scena aperta, alla fine delle due variazioni, nei passaggi più folgoranti della geniale coreografia di Balanchine, come quando Tersicore vola sulle spalle di Apollo. L'emozione e il calore sono palpabili. E' inevitabile pensare che questa è la prima volta che Roberto torna ai consueti passi sulle note di Stravinsky dopo che a novembre nella creazione di Neumeier ne aveva sperimentato la trasposizione nella vicenda di Orfeo.
Con Petite mort di Kylian in coppia con Natasha Novotna il Divino raggiunge una nuova intensità e il pubblico reagisce in maniera insolita: abitualmente, rapito, trattiene il fiato sino alla fine, stavolta invece prorompe in applausi a scena aperta.
Alicia Amatriain ribadisce le sue straordinarie qualità in Mono Lisa di Galili in coppia con Jason Reilly. Il pubblico è sempre più coinvolto e partecipe e la sua reazione si fa più sentita, così come per il Divino che splende in Canon di Bubenicek affiancato da Arman Grigoryan e Vahe Martirosyan.
In chiusura due brani di colore opposto. Il passo a due finale di Onegin di Cranko, interpretato da Maria Eichwald e Filip Barankiewicz, lacerante nella lotta tra due visioni della vita e dell'amore, non fa che alimentare il desiderio che si concluda al più presto l'attesa di scoprire come Roberto affronterà questo ruolo da "antieroe". Il Grand pas de deux di Spuck, con Roberto Bolle e Alicia Amatriain, esilarante, trascinante, suggella degnamente il gala. Al Divino basta fare il primo tour alla seconda per scatenare le urla e gli applausi che scandiscono la perfetta sequenza. Le luci si spengono sul lunghissimo sollevamento finale ad una mano, trionfo per il mattatore indiscusso di una danza stellare.

Le ovazioni sarebbero continuate all'infinito se sul palcoscenico non fossero saliti gli organizzatori di Bolgheri Melody a sottolineare la bellezza dell'arte che si è impadronita dell'arena Incisa. Resta il tempo per un saluto in camerino, con il Divino sorridente e gentilissimo, che ancora non è riuscito ad allacciarsi le stringhe delle scarpe pur di ricevere i suoi fedeli fan, che lo lasciano con un arrivederci a presto.
E poi su Bolgheri si abbatte una tempesta di vento che solleva ondate di polvere, foglie e ramoscelli. Anche la natura, che si era placata per non disturbare, si risveglia a mezzanotte perchè gli umani non dimentichino la magia di cui sono stati testimoni.

Susy

 

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