Trittico 900, Roma, Luglio 2012
Dà sempre una grande emozione uno spettacolo con Roberto Bolle, emozione che inizia mesi prima, con l’attesa del giorno dell’apertura delle vendite dei biglietti e che continua nel momento in cui ottieni, al botteghino o on line, il diritto a quel tanto agognato posto che ti permetterà di godere della meravigliosa performance del Divino (mi associo all’appellativo bollerino). Il “Trittico” di Roberto si è rivelato uno spettacolo di eccezionale bellezza, sia per la bravura degli interpreti, sia per l’eccellenza dei coreografi (Balanchine, Kyliàn, Cranko e Petit), sia per le musiche, ma anche per l’estrema diversità tra le quattro coreografie, espressioni di stili e concezioni della danza che non hanno nulla in comune fra loro, cosicché lo spettatore ha potuto spaziare in più espressioni e situazioni: la scanzonata leggerezza di “Who cares?”, la tecnica dei corpi spinta all’estremo di “27’ 52””, la classica armonia di “Aus Holberg Zent” e, infine, il tormentato “Le jeune homme et la mort”, che unisce in sé una stupenda coreografia, ricca di passi oserei dire acrobatici, e una trama drammatica e coinvolgente che lascia il pubblico senza parole. Annalù
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