Bolle & Friends from ABT, Roma, Luglio 2013

 

 

Anche quest’anno non ho potuto mancare all’appuntamento col Gala ROBERTO BOLLE & FRIENDS alle Terme di Caracalla.
La tappa di Roma prevedeva due serate, forse perché l’unico spettacolo della scorsa stagione non ha soddisfatto tutte le richieste del numeroso pubblico che sempre accorre agli spettacoli del Divino.
Sono stata molto contenta perché, su loro richiesta, ho portato con me i miei due figli, Francesco e Maria Lavinia, incuriositi dalla mia passione per la danza e per Roberto e dalla risonanza che il suo nome ha ormai conquistato in tutto il mondo.
Quest’anno i Friends sono stati i più grandi ballerini dell’American Ballet Theatre, dove Roberto è di casa, essendone Principal Dancer da diversi anni: nomi del calibro di Julie Kent, Marcelo Gomes, Daniil Simkim, Hee Seo, solo per citarne alcuni, si sono esibiti in coreografie proprie del repertorio di questa compagnia.

Scorrendo il programma ho gioito per la presenza di due dei passi a due che adoro di più: quello dal primo atto da “Romeo e Giulietta” e quello dal terzo atto da “La Dama delle Camelie” che ho sempre visto solo in video e che desideravo molto vedere dal vivo.
Un cambio nel programma ufficiale ha sostituito il p.d.d. da “The Leaves are Fading” con quello del “Cigno nero”, che ha aperto il Gala; ho accolto con dispiacere questa sostituzione, perché avrei preferito vedere la coreografia di Tudor, mai rappresentata in Italia, piuttosto che il, pur molto bello, p.d.d. dal “Lago dei Cigni” che, però, abbiamo visto e rivisto in tutti i Gala.
Le novità comunque sono state molte, dal p.d.d. dall’atto secondo dello “Schiaccianoci”, con la coreografia di Ratmansky che ne dà una insolita interpretazione più leggera e scherzosa, all’esilarante assolo “Le Bourgeois”, su musica di Jaques Brel, eseguito dall’istrionico Daniil Simkin, che ha conquistato il pubblico con la sua accattivante simpatia e con i suoi famosi salti ed evoluzioni acrobatici; ed ancora il p.d.d. “After the rain” di C. Weeldon, che fa muovere i due corpi come al rallentatore, con una fluidità e continuità che riescono a mascherare le grandi difficoltà tecniche che la coreografia presenta; o ancora “Poised”, di J.Morissey, interpretato daYuriko Kaijya e Jared Matthews.
Il p.d.d. “Sinatra suite” di T. Tharp, interpretato con classe, ironia e sensualità da Misty Copeland e Marcelo Gomes, è stato un’altra novità, sia perché mai rappresentato prima in Italia, sia per lo stile insolito in un contesto di danza classica, che richiama i balli di Fred Astaire e Ginger Rogers, sia per le musiche che lo accompagnano: tre brani appunto di Frank Sinatra.
Celebrativo e ironico “Stars and Stripes”, di G. Balanchine, ha dato modo a Daniil Simkin di sfoggiare la sua straordinaria atleticità. Insieme alla sua partner, Isabella Boylston, e’ stato sottoposto ad un vero e proprio tour de force in un vorticoso crescendo di salti e pirouettes.
Il p.d.d. “Cruel World”, di J. Kudelka, mi ha letteralmente rapita, per la musica di Caikovskij, sublime melodia ricca di drammaticità, e per l’espressività degli interpreti, un convincente Marcelo Gomes e una raffinata Julie Kent, che mi hanno pienamente trasmesso la loro profonda sofferenza: bellissimi quei movimenti e pirouettes veloci che all’improvviso si bloccano in attimi di disperata staticità, e bellissimi quei passaggi in cui la Kent apre le braccia come rassegnata ad un mondo inesorabilmente crudele; mi ha coinvolta molto.

Ma veniamo alle performances del Divino.
Cosa dire del p.d.d. del “Cigno nero” eseguito con la dolcissima Hee Seo? Roberto è il Sigfrido per eccellenza, la sua bellezza, il suo portamento, la sua tecnica impeccabile di porteur de dame lo rendono insuperabile in questo ruolo.
Ma io lo adoro quando interpreta personaggi più passionali.
Il suo Romeo, nella scena del Balcone, su coreografia di MacMillan, danzata ancora con Hee Seo, ha espresso alla perfezione il trasporto, l’intemperanza e l’entusiasmo propri di un adolescente innamorato, mentre nel p.d.d. del terzo atto de “La Dama delle Camelie”, di Neumeier, partner Julie Kent, ha fatto propria la passione e la sofferenza di Armand, travolgendomi nel conflitto tra amore e odio che lo dilania.
L’ultima novità del Gala è stato l’attesissimo assolo “Prototype”, coreografia dell’italiano Massimiliano Volpini, su musiche originali dell’altrettanto italiano Piero Salvatori, rappresentato per la prima volta in questo tour e creato appositamente per il Divino.
Una musica ora moderna, ora classica, ha accompagnato la trasformazione di Roberto da prototipo di uomo perfetto a perfetto danzatore, col supporto di un megaschermo che ha fatto da sfondo e sul quale, grazie ad effetti digitali, sono apparse via via le scenografie di alcuni balletti famosi del suo repertorio, in cui i cloni di Romeo ed Albrecht hanno danzato con o contro il Romeo e l’Albrecht in carne ed ossa.
Ancora cloni, in numero sempre maggiore, hanno interagito con il nostro nel suo percorso di innovazione artistica verso una danza sempre più moderna e tecnologica. E’ stato emozionante vedere tanti Roberto ballare insieme e la musica è stata molto coinvolgente.
E’ stato molto suggestiva la danza con il gioco di luci che sembravano scaturire dalle sue mani, mentre danzava armoniosamente.
L’alternarsi di danza classica e moderna, la sorpresa che ogni cambio di scena suscitava in me, la novità dell’interazione con gli effetti digitali, i tanti Roberto visti tutti insieme, la musica bellissima e diversificata, mi hanno entusiasmata tanto che ho pensato: ”Vorrei che non finisse mai”.

Purtroppo lo spettacolo è terminato e il gradimento del pubblico è apparso subito evidente grazie a scroscianti applausi e grida entusiaste che si sono protratti a lungo e fra gli applauditori più vigorosi ho potuto annoverare con soddisfazione Francesco e Maria Lavinia.
Quindi di corsa all’uscita degli artisti per raccogliere gli ultimi saluti e sorrisi di Roberto, per questa serata. Lui è uscito in macchina, ma alla vista di tanti suoi fans che lo aspettavano con emozione e trepidazione, non ha potuto fare a meno di fermarsi, tirare giù il finestrino e sorridere e salutare tutti e firmare autografi, con la disponibilità e simpatia che gli sono proprie, dimostrando di gradire ed apprezzare tanto affetto.

Annalù

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