Caravaggio, Buenos Aires, Maggio 2023
28 maggio Finalmente entro al Colon. La precipitazione per
avere i posti migliori è vana, in palco c’è già una coppia. Un gesto si ripete: Caravaggio alza le mani a coppa, come per catturare l'ispirazione. La novità artistica, in rottura con l'idealizzazione di maniera, è simboleggiata dallo sfiorare i volti, forse per coglierne la verità e forse per valutarli come modelli. Vita comune, gente comune. Il soggetto divino sbocciato da corpi del popolo, in un rinnovato spirito evangelico. La chiave del lavoro di Caravaggio è la Luce,
personificata da un'esile Maria Khoreva che si giova della sua
flessibilità e della popolarità tra i giovani del pubblico. Nell’impianto
luminoso del balletto si passa dal rilievo statuario delle composizioni
alle lame di taglio che feriscono a sangue più di armi affilate. Fino a
quando brevi istanti senza musica si riempiono del rumore del mare e
l’artista è isolato come il Caravaggio approdato a Malta. Creatore e
creatura sono una cosa sola, mistero difficile da comprendere se non
astraendosi da ogni riferimento e accogliendo il messaggio spirituale e
corporale a un tempo. 30 maggio Stasera sono ancor più sfortunata e, pur entrando
in teatro tra i primi, trovo il palco già occupato da 4 persone. In realtà
la visione del palcoscenico è migliore rispetto alla prima recita, anche
se è aumentata la distanza. 31 maggio A teatro ho un posto accanto al corridoio centrale
della platea, la cui pendenza è sufficiente per vedere bene. Si capisce
subito che la recita è fuori abbonamento e gli spettatori sono scatenati.
Al termine di ogni quadro coreografico sale il calore con cui tutti i
danzatori vengono applauditi, negli assiemi, nei passi a due, nella
transizione dalla vivacità al crescendo drammatico. Alla fine tutti in
piedi con i cellulari che filmano a raffica, Roberto viene acclamato come
una rockstar. Susy
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