Conferenza, Parma, Gennaio 2003

 

Da due settimane aspettavo di rivedere Roberto Bolle, e finalmente dopo tanta attesa, siamo partiti carichissimi sabato 18 gennaio per andare a quella che sarebbe dovuta essere una conferenza o un dibattito al Teatro Regio di Parma, alla quale avrebbe partecipato anche Roberto Bolle.
Partiamo professionalissimi con la nostra bella tessera de "I BOLLERINI"; passiamo il casello di Parma e ci fermiamo per aspettare la Susy che non arriva più. L'attesa è straziante soprattutto perché i posti disponibili sappiamo essere solo 100 e bisogna fare presto se non vogliamo stare fuori; siamo sul punto di andarcene senza di lei quando vediamo passare un taxi e al suo interno, indovinate un po' ? Roberto Bolle. Ci infiliamo in macchina e proprio in quel momento arriva la Susy; partiamo a razzo e ci dirigiamo verso il teatro…

Entriamo nella sala e ci piazziamo in prima e seconda fila, dopo poco entra Roberto con una giornalista; si vede che è molto emozionato, guarda smarrito la gente in sala, ma poi ci vede e ci sorride. Il dibattito ha inizio.
La cosa è molto semplice: la giornalista pone a Roberto delle domande sulla sua carriera alle quali lui risponde, tutto questo intervallato da alcuni video inediti di Roberto con seguente commento.
Il primo video è uno spezzone del DVD del Giubileo della Regina dove Roberto ha danzato il passo a due del cigno nero e conseguente variazione; al termine del video gli applausi esplodono in sala e Roberto è evidentemente imbarazzato dal ricevere tanti applausi senza aver fatto niente e sorride facendo un timido cenno di smetterla ma tutti continuano ad applaudire e lui si vergogna sempre di più!
Vengono proposti tanti altri video come quello dello schiavo in Excelsior, l'adagio del II atto della Bella Addormentata nella versione di Nureyev, lo Spettro della Rosa, Apollo, nei quali Bolle è senza dubbio fantastico e premiato sempre con tantissimi applausi da parte di tutti i presenti, fatto che lo mette sempre un po' in imbarazzo, ma è anche comprensibile!

Più che i video di Roberto però, mi è piaciuto molto sentirlo parlare, rispondere alle domande della giornalista e in seguito alle nostre, parlare della sua vita, dei successi e delle difficoltà, di come è arrivato fino a lì, cioè mi è piaciuto soprattutto "l'uomo Bolle".
Sembra che una persona che gira continuamente il mondo, sempre impegnata a fare e provare spettacoli, a lavorare per dare sempre il meglio sia diversa dagli altri, sembra che non possa avere una vita come tutti gli altri, invece Roberto, durante la conferenza, ha dimostrato esattamente il contrario.
Io lo ammiro tanto non solo perché è un grande ballerino, ma perché nella sua grandezza (è famoso, è bravo, è bello) è rimasto semplice.
Mi è piaciuto con quale semplicità ci ha parlato di quando era piccolo e si è trasferito a Milano per studiare alla Scala lasciando genitori e fratelli, di quando a 15 anni andava a lezione alla Scala dalle 8 di mattina fino alle 5 di pomeriggio e poi al liceo serale fino alle 23 perché i suoi genitori volevano che prendesse il diploma. Sapevate che anche lui non aveva voglia di andare a scuola? Ma per soddisfare i suoi genitori ha fatto dei grandi sacrifici e penso che siano stati premiati abbondantemente. Quando parla del suo passato sembra che riviva le stesse emozioni di allora soprattutto quando ricorda il suo incontro con Rudolf Nureyev che lo ha scoperto a soli 15 anni e della sofferenza di non poter partecipare allo spettacolo – a causa della giovane età - per il quale il Maestro lo aveva scelto. Sorride anche raccontando la sua carriera internazionale iniziata a soli 21 anni e con così poca esperienza, i problemi che questo gli ha comportato e delle vittorie che ha avuto in seguito.
Insomma, è venuto fuori il lato più umano di Roberto, quel Roberto un po' timido ma molto maturo che si emoziona e sorride agli applausi del pubblico, che fa le battutine, forse per sdrammatizzare, che è sempre gentile anche quando, alla fine, ormai stremato, si ferma a firmare autografi e che si emoziona ricordando il suo passato aprendosi con persone che per la maggior parte non conosce.
Roberto sorride sempre e con quel sorriso porta la danza italiana in tutto il mondo con un successo strepitoso.

Matteo

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