Conferenza, Roma, Dicembre 2012

 

Arriviamo, Dolly ed io, a Palazzo Barberini alle 16 e 15, con circa due ore di anticipo sull’orario annunciato per l’evento, sperando così di assicurarci una buona posizione in sala. Purtroppo poi dovremo constatare che le prime cinque file sono state riservate a discrezione dell’organizzazione.
C’è solo una signora prima di noi ma ben presto la fila delle persone in attesa cresce fino ad occupare l’intero porticato del palazzo. Sicuramente l’interesse culturale per l’incontro ha la sua importanza, ma certo il richiamo che la nostra étoile esercita sul pubblico non è da sottovalutare!

IL GIOCO SERIO DELL’ARTE è una rassegna, giunta alla sua settima edizione, ideata e condotta dal regista Massimiliano Finazzer Flory, il quale prende spunto da una delle arti, in questo caso la danza, e abbina il commento ad alcune opere pittoriche o scultoree che hanno per soggetto l’arte scelta, con l’intervista all’ospite dell’incontro, in questo caso Roberto Bolle.
La Signora Anna Lo Bianco, Direttore di Palazzo Barberini, commenta con grande approfondimento le opere d’arte scelte per l’occasione: “La lezione di ballo” di Degas, “La Danza” di Matisse e la scultura bronzea, prodotto originale dell’arte greca di epoca classica o ellenistica, del “Satiro danzante”. A proposito di quest’ultima Roberto dichiara di avere un legame particolare con essa poiché si è trovato a danzare a Mazara del Vallo in occasione della sua esposizione al pubblico e ad Aichi, in Giappone, in occasione della sua permanenza all’Expò 2005.

Momento saliente dell’incontro è quando il Regista comunica la volontà di Roberto di assegnare TRE BORSE DI STUDIO per un valore complessivo di 5.000 euro a tre allievi della Scuola di Danza della Scala, e l’étoile augura loro un percorso ricco di soddisfazioni e successi, anche se non privo di fatiche e a volte di sofferenze. “La danza è la Cenerentola delle arti” sostiene il Divino e si augura che chi gestisce i teatri tenga conto del fatto che essa fa parte della cultura del nostro paese e che è molto amata dal pubblico.

Vengono proposte le proiezioni di alcuni balletti con Roberto protagonista, che lui commenta con ricordi e riflessioni.
La prima è il famoso pdd “del balcone” dal 1° atto di “Romeo e Giulietta”, con Isabel Seabra, e con la coreografia di MacMillan; a questo proposito ricorda che la rappresentazione era all’aperto e che stava per essere annullata a causa della bassa temperatura della serata (17 gradi!). Poi lo spettacolo ha avuto luogo lo stesso. Roberto aveva 21 anni e non si sentiva all’altezza di quel ruolo così impegnativo ma Elisabetta Terabust aveva fiducia nelle sue capacità e non desistette dal suo intento. Fu naturalmente un successo, tanto che al termine la Terabust lo nominò Primo Ballerino, anche se lui non si sentiva pronto, e questo gli permise di iniziare a danzare anche nei teatri all’estero.
Segue la Variazione finale da “La Bella Addormentata”, con la coreografia di Nurejev: Roberto spiega come il grande Rudolf seguisse il progetto di riabilitare la figura del ballerino che nelle coreografie classiche ricopriva un ruolo di secondo piano rispetto alla ballerina; quindi aumentò le difficoltà delle variazioni maschili e in alcuni balletti ne introdusse addirittura delle nuove, come ad esempio proprio in questa “Bella” dove dopo la scena della caccia il Principe Desirè esegue un assolo di ben 7 minuti!
Ovviamente al termine di queste proiezioni il pubblico in sala applaude con trasporto come in teatro.

Il conduttore e Roberto convengono che la figura del Ballerino rappresenta l’ideale Goethiano di unione di maschile e femminile (il maschile è in continua tensione verso il femminile), poiché unisce in sé la forza fisica, caratteristica maschile, con l’armonia e la grazia nei movimenti, caratteristica femminile.
Segue poi un confronto tra Danza Apollinea e Danza Dionisiaca e a tal proposito viene proiettato un passo dall’”Apollo” di Balanchine.
Finazzer Flory chiede a Roberto cosa è stato a scatenare la sua passione per la danza e lui risponde che è stato senza dubbio l’ascolto della musica: il suo corpo ha sentito l’esigenza di muoversi seguendo l’armonia delle note. La musica quindi è un input per la danza, ma un’altra componente fondamentale è la matematica: le coreografie si articolano tutte su linee geometriche sia nei corpi che nei movimenti e negli spostamenti, ed esiste una scansione numerica dei passi che a volte addirittura è indipendente dalla musica che li accompagna, per cui, racconta Roberto, se si perde il conto sono guai!

Viene proiettata, dal “Don Chisciotte”, l’entrata in scena di Basilio: questo assolo fu introdotto da Nurejev, sempre nell’ottica di esaltare la figura del ballerino, per bilanciare la precedente entrata in scena di Kitri. Roberto ricorda anche che non era molto sicuro di voler interpretare questo ruolo così “di carattere”, dopo aver per anni interpretato quello di “Danseur Noble”; pensava che non fosse a lui congeniale; poi decise di accettare la sfida, e, naturalmente, fu un grande successo.

Viene poi proiettato un piccolo flash del pdd del Cigno Nero, danzato nella Sala del Trono di Buckingham Palace in occasione del Giubileo d’oro della Regina Elisabetta, e qui Roberto ricorda sia la lusinga per essere stato scelto per un tale evento, sia la singolarità della situazione in quanto danzava in sincronia con l’orchestra che si trovava nei giardini del palazzo, dove si trovavano anche il pubblico e i Reali.
Assistiamo poi ad uno stralcio da “Canon in D major”, eseguito durante il Gala Roberto Bolle and Friends, nei giardini di Boboli a Firenze: una danza moderna il cui apprendimento ha portato ad un arricchimento sia emozionale sia di movimento, che si riflette poi anche nell’esecuzione dei balletti classici.
A questo proposito Roberto dichiara che per crescere è necessario accettare sempre nuove sfide e lo dimostra avendo accettato di interpretare, nel prossimo “Notre Dame de Paris”, non il ruolo dell’affascinante Febo, né quello del crudele Frollo, ma quello del gobbo Quasimodo, dove l’interprete ha quasi il sopravvento sul ballerino.

L’incontro si conclude con la proiezione del balletto eseguito il 1° aprile 2004, in occasione della Giornata Mondiale della Giovantù, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, al cospetto di Sua Santità Giovanni Paolo II: momento di grande emozione per lui allora e ora e anche per noi che battiamo le mani a scroscio emozionati.
Al termine dell’incontro, Roberto, che cerca di uscire dalla sala, viene letteralmente “attaccato al muro” da parte del pubblico che reclama l’autografo; a quella vista Dolly ed io ci defiliamo velocemente con disappunto, riflettendo che questo è il prezzo da pagare per essere il Divino!

Annalù

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