Don Chisciotte, Roma, Aprile 1999
Sono ancora
una volta a Roma in trasferta per il lavoro, ma pronta a cogliere al balzo
l'occasione per una puntata al Teatro dell'Opera dove è in scena "Don
Chisciotte" nella meravigliosa produzione firmata da Rudolf Nureyev. Il protagonista di alcune repliche
è Roberto Bolle e so
dagli amici bollerini rimasti a Bologna che secondo la loro testimonianza modenese del
dicembre 1997 lui è uno strepitoso Basilio. Io non sto più nella pelle dalla frenesia di rivederlo danzare
dopo la magia del suo Solor scaligero di 2 mesi fa a fianco della Guillem.
Quando al mattino in hotel sfoglio i quotidiani locali, leggo che la recita di
stasera sarà preceduta dalla cerimonia con cui Roberto viene nominato
ambasciatore Unicef e decido di tentare di trovare un biglietto. Mi siedo e davanti a me vedo entrare in sala il direttore del ballo Amedeo Amodio accompagnato da Giuseppe Carbone. Il sipario si scosta appena per far passare al limite del palcoscenico il presidente Unicef accompagnato da Simona Marchini e da un emozionatissimo Roberto, che sussurra poche parole di ringraziamento prima di tornare dietro le quinte per l'inizio della rappresentazione. Risuonano le prime battute e la scena si anima. Sbalordita assisto all'entrata in scena di un Basilio folgorante: lancio indietro della chitarra, balzo felino e tutti gli occhi degli spettatori intenti a non perdersi nemmeno un movimento. Sarà anche un barbiere, ma ha presenza e dominio regali! Passa da un arabesque altissimo ad un equilibrio interminabile, da un manege indiavolato a un rond de jambe cartesiano. E' un giovane astuto e malizioso? Piuttosto è scanzonato, innamorato della vita e della sua Kitri, anche se Laura Comi dimostra il doppio degli anni di Roberto. I sollevamenti sono fluidi e la sintonia perfetta. Si direbbe quasi che il ruolo sia nato per questo danzatore statuario che sa muoversi in modo incantevole, che dona risalto alla coreografia intricata e ardita, facendola scintillare come fosse ricamata con filo di seta e oro. Travolgente, in un crescendo indescrivibile fino alla variazione con i suoi virtuosismi a specchio e alla coda con i vorticosi giri alla seconda. Magnifica esecuzione e meritato successo. All'uscita degli artisti l'attesa si rivela troppo lunga per me che ho sulle spalle il peso di una faticosa giornata di lavoro e davanti un'altrettanto faticoso domani. A malincuore me ne torno in albergo lasciando il teatro e la sua atmosfera stellare. Susy |