Etudes, Milano, Aprile 2001

 

 

Siamo arrivati in Scala numerosi e impazienti: stiamo per vedere Roberto Bolle in "Etudes", un balletto che di solito si rappresenta a Parigi e solo eccezionalmente a Milano. Sul Divino non ho dubbi, ma il corpo di ballo della Scala sarà capace di affrontare l'impegno tecnico? La coreografia mi è ben nota, grazie alla registrazione storica trasmessa da "Maratona d'estate". In mente ho anche la recita di fine giugno 1992 al Palais Garnier in cui brillò Elisabeth Maurin al centro di un'impeccabile e scintillante schiera di danzatori. Purtroppo in quell'occasione non ero in compagnia di amici, mentre stavolta condivido la felicità con tutto il gruppo. Ho un posto magnifico e centrale, da dove apprezzare maggiormente il gioco di luci, di linee e di incroci che costituisce l'idea di base del balletto. Mi spiace che un paio di bollerini si trovi in posizione più laterale e non riesca a cambiare di posto per poter vedere meglio. Silenzio in sala, lo spettacolo comincia!

La protagonista femminile è Anita Magyari. La sua padronanza tecnica è sufficiente per affrontare quella che viene considerata la variazione più difficile di tutto il repertorio, eppure lei sceglie di sostituire i fouetté saltati con i fouetté doppi. I due protagonisti maschili sono... tre! Con mio gran stupore infatti, per il passo a due romantico arriva in scena Francisco Sedeno al posto di Mick Zeni. Non capisco il motivo, il contrasto è enorme, per età, scuola, presenza.
Tutti sembrano impegnati ad eseguire con diligenza il compito d'esame, solo Roberto sprizza di felicità, esaltato dal poter scatenare la sua energia in un vortice di giri e salti che lui esegue con la connaturata elegante precisione e plateale facilità. Lui vola, aereo, libero, musicale, straordinario.
Al termine ci sono applausi misurati, forse troppi per il corpo di ballo, sicuramente pochi per l'impareggiabile Divino!

Una pausa e poi lo spettacolo riprende con "Carmen" di Roland Petit, protagonista una toccante Alessandra Ferri non ancora al top della forma fisica dopo il grande dolore che l'ha colpita. Il contrasto con il pezzo precedente non poteva essere maggiore. Il corpo di ballo si esalta nell'interpretazione dei vari personaggi che popolano la storia. Ospite da Parigi, Manuel Legris è Don José, brillante, seducente, eppure predestinato sin dall'inizio all'abbandono da parte della capricciosa Carmen.
Anche per questo balletto il pubblico non si dimostra caloroso come vorrei, dopo appena una chiamata al proscenio tutti lasciano la sala frettolosamente. Per me resta un ricordo indelebile e uno struggente desiderio di poter rivedere Roberto danzare "Etudes".

Susy

 

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