Christmas Gala, Mosca, Dicembre 2019

 

 

Entro nell’enorme Palazzo di Stato del Cremlino e studio il programma di sala (dal quale sono spariti parecchi nomi fra quelli annunciati tanto che Roberto Bolle è l’unico non russo). Il pubblico sembra piuttosto giovane per aver visto danzare dal vivo Ekaterina Maximova. A me è capitato, ormai quasi 40 anni fa, e in cornici magiche come piazza San Marco a Venezia e la Rocca Brancaleone a Ravenna.

Ci sono due maxischermi ma dalla mia posizione vedo bene perché la platea è molto digradante. Dopo un prolisso discorso di Vladimir Vasiliev di cui comprendo solo che viene ripetutamente usata la parola artista, si comincia con una sua coreografia intitolata “Frammenti di una biografia”, davvero troppo lunga, in cui diversi stili folkloristici si fondono con la danza classica, dal flamenco al tango, al fado. Il pubblico è comunque felice di applaudire i propri beniamini di casa, in questo caso Natalia Somova e Georgi Smilevski del Stanislavsky e Nemirovich-Danchenko. Ancor più applaudita la Obraztsova che compare con Artemy Belyakov, entrambi del Bolshoi, nel brano successivo, tratto da “Aniuta” sempre firmato da Vasiliev. Il passo a due contiene sollevamenti spettacolari gratificati dalle ovazioni a scena aperta. Sempre da “Aniuta” è la successiva tarantella interpretata da Kristina Kretova.

Ora è il momento di Polina Semionova nel primo dei tre brani in cui è prevista. In coppia con Ivan Zaytsev del Mikhailovsky di San Pietroburgo presenta un passo a due da Spartak, non nell’arcinota versione di Grigorovich in repertorio al Bolshoi ma in quella coreografata da Kovtun. Anche un frammento così breve è sufficiente per dare evidenza alla storia e ai sentimenti dei due, senza cadere nel convenzionale.

Appare poi la silhouette di Roberto e la sala lo applaude prima ancora che inizi “Two”. Se in qualche modo il programma sinora aveva rispettato la convenzione di omaggiare la Maximova con i ruoli che l’avevano resa celebre, come si spiega una coreografia di Maliphant? Uno degli aspetti più caratteristici della Maximova era la volontà di aprirsi ad esperienze artistiche diverse, come le collaborazioni con Béjart e Petit. In questo senso la scelta è perfetta. Il pubblico dimostra difficoltà nel cogliere le sottigliezze del brano e noto come sia facile puntare alle emozioni ma molto più impegnativo spingere alla riflessione, alla ricerca, ai collegamenti intellettuali. Roberto mi porta ad approfondire ogni suo ruolo, anche quando ormai lo conosco a menadito. Stasera leggo nella sua interpretazione un riferimento al mito di Prometeo. Il quadrato di luce mi fa pensare alla rupe a cui il titano è incatenato e i suoi movimenti portano il fuoco all’umanità. Se poi mi fisso su alcune posizioni delle braccia scorgo richiami a Bayadère e Lago dei cigni: ho le visioni?

Ekaterina Krisanova e Vladislav Lantratov del Bolshoi incantano con il passo a due dalla “Bisbetica domata” nella versione di Maillot, esempio perfetto di come una coreografia possa essere non banale eppure chiarissima nel raccontare una relazione. La prima parte si chiude con il passo a due da “Schiaccianoci” nella tradizionale arcinota versione di Grigorovich. Gli interpreti sono Nina Kaptsova e Denis Rodkin del Bolshoi.

Si riprende con Polina Semionova e Ivan Zaytsev in “Without Words” di Nacho Duato, uno dei lavori più riusciti del coreografo spagnolo. Come non rimanere delusi quando subito a ruota arriva in scena Denis Rodkin con il mantello di Jean de Brienne previsto dall’edizione di Raymonda del Bolshoi? Pensare che in questo periodo a Parigi e Londra è in cartellone la versione concepita da Nureyev! Stasera penso che il Tartaro volante ancora non abbia portato il suo vento di novità nella sua patria.

Eppure la delusione più grande non è questa. Ivan Vasiliev ha coreografato il balletto “Dracula” e stasera ne danza un passo a due con Kristina Kretova. Non trovo nesso tra passi prevedibili e scontati e la storia, mi pare solo di vedere una donna assoggettata ad un uomo e il titolo potrebbe benissimo essere “La bella e la bestia”. Eppure gli applausi sono copiosi e mi chiedo, data la giovane età degli spettatori, che tipo di evoluzione si possa sperare per la danza qui a Mosca. Basta un susseguirsi di torch lift per gratificare il pubblico?

Fortunatamente è il momento di “Serenata” con Roberto Bolle e Polina Semionova: che meraviglia, che gioia sentire gli applausi a scena aperta! Questo gioiello è impregnato di cultura. I due protagonisti, che ricordano Clara Calamai e Massimo Girotti nel film Ossessione di Luchino Visconti, fanno passare in secondo piano il testo regionale fino ad allargare a tutta la nazione i confini del loro duetto.

Si chiude con il tradizionale passo a due dal Don Chisciotte: a Evgenia Obraztsova e Artemy Belyakov si uniscono le damigelle d’onore impegnate in due variazioni. Agli applausi torna in scena Vladimir Vasiliev con un discorso di commiato. Lascio il Cremlino portando dentro la mia mente il più straordinario dei regali di Natale.

Susy

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