Terpsichore Gala 2, Monaco, Aprile 2000

 

 

Sono ancora sofferente alla caviglia come a Londra una ventina di giorni fa, ma anche i medici che mi hanno visitato non hanno potuto impedirmi di arrivare a Monaco per assistere a questo prestigioso gala che è giunto alla seconda edizione. Tanto più che vedere Roberto Bolle danzare Raymonda è un vero avvenimento per la rarità dell'occasione. Il piccolo gruppo di Bollerini presenti è giunto separatamente nel capoluogo della Baviera e si è sistemato in due alberghi diversi. La mattina trascorre con i compagni di viaggio allo splendido Residenzmuseum. Ho avuto in prestito l'apparecchio fotografico di mio fratello, una reflex ingombrante ma che dovrebbe garantirmi scatti spettacolari. Inizio ad impratichirmi con i monumenti della città. Sono impaziente di vedere il Divino e, mentre gli altri vanno a riposarsi, io mi aggiro nei pressi del teatro.

Finalmente si aprono le porte del Nationaltheater e il pubblico da tutto esaurito si siede in attento silenzio. L'aperitivo è lo scanzonato Balanchine di "Who cares?" e si nota che per i danzatori di Monaco è una nuova acquisizione in repertorio: bravi ma non del tutto sciolti.
Segue il passo a due di "Schiaccianoci" nella versione di Neumeier interpretato in modo così poco coinvolgente da non lasciarmi alcuna emozione.
Finalmente tocca al Divino e nel momento della sua entrata in scena fatico a riconoscerlo con i capelli tagliati così corti! Ma basta che incominci a danzare e la sua classe e il suo stile inconfondibili si manifestano in tutto il loro splendore. La sua partner Barbora Kohoutkova è una Raymonda sicura e principesca, lui un Jean de Brienne aitante e aereo, con il costume color oro che mostra quanto siano ampie le sue spalle e sottile il suo punto vita. All'inizio della coda del passo a due Roberto entra in scena all'indietro da dietro le quinte con un balzo di tale elevazione da far esplodere il pubblico in un sonoro "Ooooh" di stupore. Al termine gli applausi sono calorosissimi, il pubblico tedesco è conquistato.
Segue una frizzante coreografia di Zanella perfettamente interpretata da Simona Noja e un passo a due di Yuri Vamos che mi permette di apprezzare un altro danzatore italiano: Luca Masala. Travolgente Alen Bottaini nell'ironico e virtuosistico "Les Bourgeois" e fragile Barbora Kohoutkova nell'intenso e drammatico "Blue Ballerina". La prima parte si chiude con un altro passo a due che infiamma il pubblico: da Parigi la perfezione di Agnès Letestu e Jaen-Guillaume Bart dà brio ai movimenti col tamburello di "Esmeralda".

La seconda parte inizia con un'ottima presentazione di "Artifact II" di Forsythe, seguito da un delicato passo a due di Uwe Scholz per i coniugi Elena Pankova e Kiril Melnikov. I due brani successivi sono ben eseguiti ma non eccezionali: il passo a due da "Don Chisciotte" con Noja e Bottaini e il passo a due dal primo atto di "Manon" con Hodgkinson e Antonijevic. Il gala si chiude con l'inattesa irruzione in scena di un gruppo di hip hop che si scatena e fa scatenare il pubblico. Le chiamate al proscenio sono interminabili e io riesco dalla mia poltrona in fondo alla platea a portarmi a ridosso della buca dell'orchestra, per fare alcuni scatti alle coppie di danzatori che via via si affacciano fuori dal sipario.

All'uscita degli artisti siamo in pochissimi. Veniamo raggiunti da Vera, un'amica di Monaco grande appassionata di danza e in particolare di Adam Cooper. Il Divino arriva per ultimo, con una valigia enorme. Io non smetto di fare scatti pregustando di testimoniare attraverso di essi una serata memorabile. Un attimo dopo Roberto saluta, afferra la valigia per la maniglia e con due falcate attraversa l'ampio corso che fiancheggia l'uscita degli artisti e scompare svoltato l'angolo. Io scoppio di adrenalina e non seguo gli altri Bollerini in albergo. Con Vera ci rifugiamo in un bar a bere un frullato e a chiacchierare, passando in rassegna gli ultimi articoli apparsi sulla stampa tedesca e finlandese. Ci lasciamo con la promessa che lei mi aiuterà con la traduzione.
Il viaggio di ritorno ci vede in treno circondati da tifosi di Schumacher diretti ad Imola. Noi siamo ancora esaltati per la magia del gala e ci ripromettiamo di valutare la creazione di un archivio online perchè i nostri ricordi possano essere condivisi. Solo un paio di giorni e arriva la doccia fredda: l'esposimetro dell'apparecchio fotografico ha smesso di funzionare quasi subito e del gala non abbiamo che un unico scatto, tutti gli altri sono irrimediabilmente, nerissimamente bui!

Susy

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