Il giardino degli amanti, Milano, Aprile 2016

 

I motivi di interesse per essere in Scala in questa occasione sono numerosi. Innanzitutto è una prima mondiale, la musica di Mozart viene eseguita dai solisti dell’orchestra in una postazione che ne sottolinea l’importanza, si rinnova la collaborazione tra Roberto Bolle e Massimiliano Volpini. Ancora una volta un gruppo di bollerini riesce ad occupare un intero palco e il viaggio è un anticipo del piacere di condividere insieme uno spettacolo del nostro beniamino.

Per me l’ascolto di un concerto di musica sinfonica o cameristica implica sempre l’accompagnare le melodie con fantasie danzanti che scaturiscono dalle sensazioni provocate in me dal suono. Questa volta le immagini vengono direttamente dai ballerini e dai movimenti scritti per loro sulla base di un soggetto totalmente inventato e non ripreso da storie esistenti.
La varietà sonora delle partiture scelte si traduce in scena in un gioco di combinazioni dei danzatori in gruppi, quartetti, trii, passi a due e interventi solistici. La drammaturgia è prevalente ed è ben servita dalla fluidità dei passaggi coreografici spiritosamente ornati da tocchi ironici come l’uso delle giacche, lo starnuto di una ballerina, le ceste. I vari personaggi giocano sia nelle scene contemporanee sia in quelle oniriche settecentesche, fino a culminare in un passo a tre tra i protagonisti e la Regina della Notte che fa eco alla scena della visione della Bella Addormentata, con il corpo di ballo disposto geometricamente come file di driadi attraverso cui intrecciano i loro passi i due amanti e la loro Fata dei Lillà-Marta Romagna.

Per la coppia dei protagonisti sembra non esserci un finale: Mozart getta la pagina dello spartito e anche Roberto, dopo averla contesa con il Conte di Almaviva-Mick Zeni e Don Giovanni-Claudio Coviello, la lascia cadere. All’alba, con il risveglio-ritorno al mondo contemporaneo, si riunirà all’amante-Nicoletta Manni e, dopo averle coperto le spalle con la propria giacca, se ne andrà con lei.
Con la qualità inconfondibile della sua danza e con il suo carisma, Roberto amplifica la coreografia e il sapiente movimento delle braccia, in tutte le variazioni, siano adagi o siano allegri, e si fonde con la sua partner nei bellissimi passi a due.

Agli applausi a scena aperta si sommano gli applausi davanti al sipario chiuso. Un bel successo, immortalato dalle telecamere che hanno filmato e trasmesso in diretta. Una serata memorabile.

Susy

Ho il privilegio di assistere alla prima mondiale del balletto Il giardino degli Amanti interpretato da Roberto Bolle e Nicoletta Manni, con il corpo di Ballo del Teatro alla Scala su coreografia di Massimiliano Volpini, musiche eseguite dal Quartetto della Scala e Solisti dell'Orchestra del Teatro alla Scala.
Parto incuriosita, non riesco ad immaginare un balletto sulle note mozartiane e tra l'altro è la prima volta che vedo ballare Roberto con musica eseguita dal vivo.
Roberto riesce, ad ogni spettacolo a cui assisto, a darmi sempre qualcosa di nuovo e speciale.
L'eccitazione è alle stelle prima ancora di raggiungere il teatro.
Il gruppo dei Bollerini si ritrova. Discreto, motivato e presente come sempre.
Occupiamo un palco intero e qualche altro posto in più, pronti a condividere e a sostenere il nostro Numero Uno.

Cala il buio, l'emozione aumenta e le note di Mozart rapiscono la mia mente.
Un tripudio di colori e dolci melodie. Costumi innovativi e moderni, tinte vivaci e forti.
Mi piace questa fusione di moderno e classico, questa mescolanza di personaggi tra passato e presente.
Cullata dalla melodia mi perdo tra i sogni esattamente come i due protagonisti.
Roberto è superlativo, unico, inimitabile. Dolcezza di movimento, di grazia, di vigore.
Siamo tutti al settimo cielo, applausi a scena aperta, entusiasmo a fior di pelle.
Lo spettacolo giunge al termine, interminabili applausi, il pubblico acclama.
Bravo, bravo, bravo! Le mani fanno male a forza di applaudire.
Roberto esce per i saluti finali, la mano sul cuore, il suo sorriso ci gratifica.

All'uscita artisti l'assedio degli ammiratori e ancora una volta la sua pazienza e la sua disponibilità non hanno limite.
Un sorriso per tutti, un grazie imbarazzato ad ogni complimento, una posa per una foto negata a nessuno.
Torno a casa più forte. Il potere curativo di Roberto ha funzionato anche questa volta.

Gabriella

 

 

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