Giselle, Napoli, Febbraio 2009

 

 

E’ solo novembre 2008 quando nell’agenda di Roberto Bolle compaiono le date del suo primo spettacolo del 2009: GISELLE 18-19-22-24-25-26 febbraio a Napoli inaugura la stagione al Teatro di San Carlo appena restaurato.
E’ festa tra i Bollerini, questo balletto li lega in modo particolare al loro Divino da quel 2001 quando per la prima volta gli fecero avere in camerino i gigli freschi che lui, nel secondo atto portò in scena: episodio che Roberto ha voluto ufficializzare inserendolo nella sua autobiografia fotografica.
Ci allertiamo subito per poter essere presenti numerosi almeno una sera e, perché no?, con uno striscione che sicuramente gli sarà gradito.
A partire dal 2 dicembre si potrà prenotare alla biglietteria del teatro via fax. Ci diamo da fare ed alle ore 0,7’ parte 
una richiesta per otto posti (un intero palco) per domenica 22.2 ed altri 5 per mercoledì 24.2.
Le altre serate ci saranno solo una rappresentante de I Bollerini e una rappresentanza del gruppo giapponese.
Verso il 20 di dicembre dalla biglietteria del S.Carlo ci comunicano i posti assegnati. Abbiamo un palco fantastico: è il n. 13 del II ordine. Tra noi ed il palco reale c’è solo il n. 14: ad Albrecht basterà sollevare appena lo sguardo per 
ammirare lo striscione che di certo non si aspetta e vedere brillare i nostri cuori.
Intanto, in attesa della conferma dei posti, abbiamo un intenso scambio di sms per decidere la frase:

deve essere breve ( lo spazio a disposizione è di soli 2metri e per essere leggibile a distanza la grandezza delle lettere non può essere troppo piccola) ma incisiva ed esprimere a Roberto il nostro sentire.

Alla fine (e siamo già al 10 gennaio 09) l’accordo viene raggiunto: sulla prima riga DIVINO e sulla seconda NEL ed un cuore rosso che brilla. La frase ha un doppio significato: 
“divino sei nel nostro cuore” e “sei divino nel tuo cuore”. 
Ci troviamo a Bologna, lo impostiamo e venti giorni dopo lo striscione è terminato e stirato per bene ed il 16 febbraio verrà con me a Napoli.
A questo punto dobbiamo decidere cosa scrivere al nostro Divino sui biglietti che ogni sera gli faremo recapitare in camerino per dirgli il nostro “In bocca al lupo”. Altro giro di consultazioni serrate, l’accordo viene raggiunto e si provvede a predisporre il tutto.

Ho deciso di partire un paio di giorni prima perché una volta a Napoli devo andare a cercare i gigli: siamo fuori stagione, bisognerà ordinarli e poi noi vogliamo i lilium longiflora !
E’ il giorno 16. Arrivo a Napoli nel primo pomeriggio. Per prima cosa mi accerto che il nostro striscione non si sia 
sciupato e lo ripongo accuratamente, poi vado al botteghino a ritirare i biglietti e quindi alla ricerca dei gigli. Come 
supponevo bisogna ordinarli apposta, sono confezioni da 10. Non avendo idea di quanto possano fare volume ne ordino 20 (e che siano ben aperti), poi vedremo: vorremmo che ogni sera Albrecht avesse gigli freschi dai suoi Bollerini. Il giorno successivo lo dedico ad andare in giro per Napoli. Il tempo sembra non passare mai.

18 febbraio

Lo spettacolo inizia alle ore 20,30.
Alle 17,00 sono dal fiorista, i gigli sono stupendi, su ogni ramo ci sono 2/3 fiori grandi e bene aperti. Sara mi aveva 
raccomandato di fare attenzione a che non fosse un mazzo troppo pesante e decido per 7 steli con l’aggiunta di rami di eucalipto la cui tonalità di verde e profumo delicato ben si accordano con i gigli. Chiedo di confezionarli con una rete dello stesso azzurro pallido del costume di Giselle: una confezione semplice cosicchè il Divino possa eliminarla in un batter d’occhio. Purtroppo però piove e non vorrei che percorrendo il tratto di strada che mi separa dal teatro i gigli possano rovinarsi. Quindi li faccio avvolgere in un foglio di cellophane trasparente: non è un granchè da vedersi, ma tant’è…… Alla portineria la solita filastrocca “Buonasera, posso chiedere di farli cortesemente avere in camerino a Roberto Bolle prima dello spettacolo?. Grazie”.
Poco dopo con Mika – a rappresentare il gemellato fan club giapponese – arriviamo in teatro dove incontriamo diverse persone conosciute e ci viene presentata Valentina, la hostess che ci è stata assegnata per assisterci nella realizzazione delle sorprese che abbiamo preparato per il Divino nelle varie serate.
Ci accomodiamo, sono agitatissima, sogno di rivedere Roberto in questo ruolo da 15 mesi: la mia prima Giselle dal vivo a Mosca. 
Forse avrei dovuto assumere una forte dose di tranquillanti…..

Si alza il sipario, è autunno e nel villaggio è giorno di vendemmia, entra Albrecht/Loys ed inizia il corteggiamento 
della giovane Giselle. Si avvicina alla porta della sua casa, poi ci ripensa e per non farsi sorprendere da lei che sta uscendo si nasconde. Dal suo nascondiglio attira con lo schiocco dei baci la sua attenzione. Giselle subito attratta dal giovane inizia a danzare per esprimere la sua gioia per il suo interessamento. Ho visto danzare altre volte Alicia ma è la prima volta che la vedo danzare con lui in questo ruolo. 
Albrecht/Loys prosegue nel suo corteggiamento e la coppia dà inizio ad una piacevole ed intrigante schermaglia amorosa. Il suono del corno annuncia l’arrivo di cacciatori insieme ai quali c’è la promessa sposa di Albrecht e lui è costretto a nascondersi nel capanno di caccia. Per intrattenere gli ospiti i contadini danzano: questa sera (ed anche il 19 e 24) il pdd è danzato da Veronetti/Macario che però non riescono ad entusiasmarmi. I cacciatori si allontanano, Albrecht ritorna e riprende a corteggiare Giselle danzando con lei. Bathilde lo sorprende ed egli, in grande imbarazzo, tenta di giustificarsi. 
Giselle, per il dolore del tradimento impazzisce e muore. 
Albrecht, disperato, fugge.

Siamo nel regno delle Willis che costringono Hilarion, che tormentato piange sulla tomba di Giselle, a ballare fino a 
morire di sfinimento. Anche Albrecht vaga nella foresta in preda ai rimorsi. Entra dal fondo del palco, sconvolto dal 
dolore e dal rimorso. Avvolto in un lungo nero mantello, ha tra le braccia un fascio di candidi gigli: “i nostri gigli”, ne sono più che certa e la riprova sono i rami di eucalipto. La commozione mi chiude la gola e mi punge gli occhi. Avanza lentamente, gli occhi bassi, fin quasi all’angolo opposto per poi alzare lo sguardo, girarsi e andare correndo, il mantello svolazzante, fino alla tomba di Giselle per dirigersi poi alla estremità sull’altro lato dove si arresta e abbassa gli occhi, colmi di amore e di dolore sui gigli che stringe con delicatezza ed infinita dolcezza tra le braccia: quasi fossero la sua amata che tiene stretta sul cuore. Si riprende con grande fatica, li rialza , si gira verso la tomba e vi si avvia lentamente mentre si libera del mantello e lì si inginocchia e con gesti amorevoli deposita i fiori. China il 
capo e lo nasconde tra le mani quasi a celare al mondo le sue lacrime. E un momento di grande intensità drammatica che Roberto non interpreta, VIVE. Io sono sconvolta. In sala è silenzio assoluto, non si ode nemmeno un respiro….. ed io non ho più la percezione spazio-temporale di dove sono. Quando mi riprendo sto applaudendo il Divino!

E’ la prima è vero ma….. contrariamente a quanto succede abitualmente a Napoli, gli applausi del pubblico sono “normali” come pure le chiamate al proscenio: forse i napoletani risentono della fredda temperatura esterna, speriamo il termometro salga…..
Esco, fa molto freddo e con Mika ci infiliamo nell’atrio dell’uscita artisti, lui arriva in fretta, circondato dalla sicurezza. E’ stretto e circondato da chi gli chiede foto ed autografi. Mentre firma riusciamo a scambiare poche parole. 
Sorridendo mi dice “Grazie per i gigli”. “Grazie a Te per aver raccolto il nostro invito e complimenti!” Mi guarda e 
“quanto ti fermi?” e ride…. Non mi sono ancora ripresa e abbocco “ma, fino al 27.. ovviamente” e lui, che lo sa benissimo, si sta divertendo e gli ridono gli occhi “ma nooh”. Firma ancora qualche autografo e poi viene dirottato 
con Amatriain verso l’autovettura che li attende.

Giò

19 febbraio

Lo spettacolo inizia alle ore 18.
Questa sera il nostro in bocca al lupo per Roberto Bolle sarà soltanto un biglietto che consegnerò in portineria per tempo. 
Con riferimento a Giselle che sfoglia la margherita abbiamo scritto: “m’ama, “non m’ama”……. È la domanda che Giselle pone a sé stessa….. Noi la tua risposta la conosciamo……… vogliamo dirti la nostra: Ti amiamo Roberto! IN BOCCA AL LUPO I Bollerini. Però…….. abbiamo deciso di fargli una sorpresa a fine spettacolo……. Dopo aver acquistato roselline rosse e margherite bianche passo il pomeriggio a preparare tanti rametti composti da una rosellina ed una margherita, a cui lego un biglietto. Sul verso c’è la foto di Roberto che i Bollerini hanno adottato come loro simbolo, sul recto è stato ripetuto:

“m’ama”…., “non m’ama….” …..Noi ti amiamo, Roberto…… 

A questo ho aggiunto due mazzi ciascuno composto da tre rose rosse e rami di margherite bianche, confezionati con una rete rossa e legati da un nastro del medesimo colore: anche a questi è stato aggiunto lo stesso biglietto……..
Con Mika (ormai i “gemellati” sono diventati – al seguito di Roberto – inseparabili) arriviamo in teatro un po’ prima dello spettacolo. Cerco Valentina a cui consegnare i fiori: ce li custodirà fino al momento opportuno, quando verrà a prenderci per accompagnarci nel luogo convenuto. Resta solo un piccolo problema da risolvere. Oggi i nostri posti sono a metà fila e, dovendo alzarci per filarcela alla chiusura del sipario, finiremmo per disturbare le altre persone. Valentina si fa carico di spiegare a questi spettatori la nostra esigenza, dicendo che come rappresentanti del fan club I Bollerini dobbiamo andarcene subito finito lo spettacolo per una sorpresa da fare a Roberto e se loro sono gentilmente disposti – nel secondo tempo -a lasciare a noi i due posti capofila. 
Tentennano temendo di peggiorare le loro postazioni, ma poi acconsentono.

Sulle note di Adolphe Adam si apre il sipario. E’ la festa della vendemmia, con i giovani del villaggio arriva Hilarion, lo spasimante di Giselle che consegna alla madre di lei un fagiano, frutto della sua caccia, depone sulla soglia di casa dell’amata un fiore e dopo aver gettato un fuggevole bacio se ne va. Esce Giselle, una giovane fanciulla, innamorata dell’Amore danza la sua gioia di vivere in attesa di colui che le ruberà il cuore.
Loys attira la sua attenzione ed inizia a corteggiare una reticente Giselle fino a dichiararsi palesemente giurandole amore eterno. La fanciulla dopo qualche tentennamento cede. Non è però completamente convinta e si affida alla margherita: il gioco di tutti gli innamorati. Dopo averne raccolta una si siede – con Loys in piedi accanto a lei – su una panchina e comincia a sfogliarla. M’ama…… non m’ama…… m’ama….. non m’ama……. m’ama…. NON M’AMA……… restano solo pochi petali, ma il responso è inequivocabile! Loys non l’ama! Disperata, le lacrime agli occhi, s’allontana. Egli si affretta a raccogliere la margherita, molto astutamente stacca un petalo, le si avvicina e le dimostra che si è sbagliata: LUI LA AMA!
Il viso di Giselle si illumina ed il sole torna a risplendere sui due giovani che iniziano a danzare insieme scambiandosi tenerezze e manifestandosi il reciproco amore. Vengono ben presto interrotti dall’arrivo della promessa sposa di Loys che non è altri che il Principe Albrecht. La favola di Giselle si interrompe bruscamente: il tradimento la fa impazzire e muore di dolore.

Nella foresta, il regno delle Willis. Albrecht arriva per recarsi sulla tomba di Giselle. Dopo quel che ho vissuto ieri sera ero andata dicendomi che l’entrata in scena di Roberto sarebbe stata ordinaria amministrazione. Ma si può essere così ingenui? Cosa ci può essere di “ordinaria amministrazione” nella danza del Divino? Come può passarmi per la testa una simile idea dopo averlo visto danzare decine di volte? Sì, certo le scene sono le stesse ma l’intensità e le sfumature della sua interpretazione non sono mai uguali: ogni volta ti trasmette qualcosa di nuovo, la sua danza ha una forza espressiva tale che ti arriva dritto al cuore. E peggio per te se sei debole di cuore…….. Per tutta la durata di questo secondo atto questa sera non riesco a mettere insieme un pensiero coerente, pur sapendo che l’indomani mi aspetta il compito – gradito certo, ma non sempre facile - di condividere con i Bollerini che non possono essere presenti il “vissuto” di uno spettacolo con Roberto. La danza di Giselle, quella di Albrecht, i loro pdd, l’angoscia e la disperazione di lui; l’amore, il dolore e la dedizione di lei. Ciò che avviene su quel palcoscenico arriva direttamente nel mio cuore senza passare dalla mente: non penso, non rifletto. Questa sera non ho che il cuore che sente ed accoglie tutte le emozioni di cui Roberto fa partecipi tutti i presenti in teatro.
Di ciò ne sono estremamente convinta e la riprova sono i ripetuti applausi che il Divino si conquista a scena aperta.

Appena chiude il sipario ecco arrivare Valentina con i fiori per accompagnarci nella barcaccia di destra. Arrivate chiede agli occupanti di lasciarci i posti di parapetto per permetterci il lancio dei fiori. Siamo praticamente sul palcoscenico, Roberto sarà a due/tre metri da noi. Io sto tremando e mi domando come riuscirò a lanciare quei fiori, Mika non è meno agitata di me. Fortunatamente Valentina che non è emotivamente coinvolta provvede a scartare i fiori ed a passarceli.
Gli applausi si susseguono ininterrotti, mentre Albrecht e Giselle si presentano alla ribalta. Io non riesco più a trattenermi ed i due mazzi di fiori volano quasi ai piedi del nostro Divino che ringrazia con un cenno del capo, li raccoglie e li dona entrambi ad Alicia. Successivamente provvediamo a lanciare gli altri fiori che si sparpagliano sul 
proscenio.
Roberto, applauditissimo, ringrazia e sorride felice.

Siamo all’uscita artisti. Anche questa sera Roberto Bolle arriva quasi subito, sempre con la scorta, sempre con una folla che sembra lo voglia stritolare. C’è uno scambio di sguardi e sorridendo conferma di aver letto il nostro biglietto. Viene fatto velocemente “sparire” su una vettura che lo attende dalla parte opposta a quella di ieri sera.
Ho notato che questa sera Roberto ha portato in scena ancora i nostri gigli anche se i rametti di eucalipto penzolavano tristemente. E’ giovedì e di certo non possono durare fino a domenica. Abbiamo già deciso che li sostituiremo e mi premuro di chiedere a una persona del suo staff di avvertirlo che domenica li riceverà freschi.
Non svelo nessun segreto: domenica 22 avremo un palco tutto per noi egli abbiamo preparato un’altra sorpresa!

Giò

22 febbraio

E’ stata una settimana di quelle che non si dimenticano: lo stage di classico, danza in fiera, oggi la trasferta napoletana e domani riprende la settimana senza nessun break non so come, ma sono sicura ce la farò anche stavolta. Con Lia, neanche lei in forma smagliante whitening, prendiamo il treno alle 8.39, saremo a Napoli attorno all’una, in treno mi dedico a diverse attività: cerco di riposare, approfitto del viaggio per studiare, faccio il planning della settimana, rifletto sulle cose da fare per lo spettacolo di fine anno…. ma il pensiero più grande è come troverò questo Albrecht dopo così tanto tempo che non ci incontriamo dal vivo. Il nostro Divino è molto malleabile ogni personaggio lo scava, lo segna e continua a lavorare dentro di lui fino al prossimo spettacolo che lo vede in scena….. sono proprio curiosa di vedere. Arriviamo a Napoli con un po’ di ritardo ma abbiamo tutto il tempo di raggiungere 
il resto del gruppo e ci prendiamo il lusso di viaggiare come gli abitanti della città: a noi piace, quando andiamo in un'altra città, cercare di viverla il più possibile come chi ci abita, ci sembra il modo migliore per conoscerla. L’autobus da prendere è R2 che ha il capolinea davanti al S.Carlo. Sono 8 fermate, me lo segno così i prossimi che arrivano dalla stazione sanno come fare.

Scendiamo, siamo proprio davanti al S.Carlo, lasciamo in portineria il primo dei pensieri per Roberto…… una maglietta con disegnato Albrecht…. appena l’abbiamo vista abbiamo deciso doveva essere nostra e venire con noi in trasferta…. chiamo Giò che per tutto il viaggio si è interessata a come procedeva la situazione, mi spiega dove raggiungere il resto del gruppo. 
Napoli oggi è fantastica, ci sono tutti i bambini in maschera, con costumi che sono veramente opere di alta sartoria e costumistica teatrale: c’è cappuccetto rosso, la contadinella con tanto di carretto ed ortaggi, la principessa tutta pizzi e crinoline….. in mezzo a tutta la confusione non ci incrociamo subito con Giovanna ma alla fine ci troviamo. Ci accompagna in una trattoria dove le altre hanno appena finito di mangiare. 
C’è Mika, Alessandra con la mamma, Adriana con la quale scopro di avere un maestro in comune che entrambe stimiamo moltissimo e di cui lei mi racconta i trascorsi che io avidamente ascolto, Lia e Giovanna. Con Lia cerchiamo di mangiare al volo, la recita è alle 17 e c’è ancora un sacco di lavoro da fare. 
Seguiamo il gruppo nel delizioso albergo in cui tutte alloggiano, mi sembra di entrare in un’altra epoca……. Adriana si incarica di consegnare i gigli (STUPENDI con fiori grandi e ben aperti) insieme a Mika; Alessandra, Giò, Lia ed io cominciamo i lavori per la sorpresa al Divino, immediatamente raggiunte da Adriana e Mika: confezioniamo fiori per il lancio con bandierine giapponesi e italiane e l’indirizzo internet dei due gruppi: è stato fatto un gemellaggio che vogliamo onorare, questa è la nostra prima iniziativa in comune, ma dato l’esito positivo che ha soddisfatto tutti prevedo non sarà né l’unica, né l’ultima.

Con tante mani che lavorano l’opera è presto finita, saliamo a cambiarci per andare in teatro, noi ci carichiamo gli zaini in spalla perché poi andremo direttamente in stazione. Siamo in un palco favoloso, vicinissimo al palco reale, è davvero centrale, perfetto per la sorpresa, a farci compagnia Bruna, un’amica di Giovanna……. Lo spettacolo ha inizio, l’entrata di Roberto è accolta da un fragoroso applauso: il nostro Albrecht gioca con Giselle, in fondo questa è una conquista come le altre….. ma…. all’arrivo di Bathilde, quando si scopre come stanno realmente le cose, Giselle, dopo una scena di pazzia molto personalizzata ma estremamente realistica e sentita, muore fra le braccia di Albrecht ed egli si rende conto che il divertimento questa volta ha avuto un esito imprevisto che lo segnerà per sempre. L’intervallo è il tempo necessario che ci occorre per sistemare lo striscione. È perfetto, ha la stessa lunghezza del palco né troppo lungo né troppo corto: lo teniamo piegato pronte a farlo scendere per gli applausi finali. Il secondo atto di questo balletto ha per me un’aura veramente magica, sarà che amo il romanticismo come corrente artistico letteraria, sarà che dopo la famosa Giselle di Firenze nel 2001 non riesco più a guardarlo come un balletto qualunque, fatto sta che seguo senza respirare l’entrata di Albrecht. Mi piace come Roberto riesce a caricare di significato il suo sguardo, l’alternanza di passi e lunghi secondi immobile, si sente la sua sofferenza, il suo rimorso, i suoi rimpianti ed il suo pentimento. Porta fra le braccia i nostri gigli con delicatezza, li coccola, li abbraccia, quasi quel mazzo di fiori abbia poteri speciali….. wwoooowwwwww che emozione. Che brivido nel vedere dalla pirouette tenuta lo sviluppo in equilibrio dell’arabesque… Roberto riesce sempre a regalarci delle chicche preziose che ci ricordano che la ricerca della perfezione nella nostra Arte non ha mai fine.

Albrecht, costretto da Myrtha, danza fino all’ultimo respiro, nei suoi passi la vita che inizia piano piano ad andarsene, fino agli entrechat six, ossessivi, ripetuti quasi all’infinito, che rendono ben chiaro che quella di danzare fino a morire non sia una scelta di Albrecht, ma la condanna che gli ha inflitto Myrtha.Fortunatamente Giselle, danzando con lui, riesce a dargli il tempo di riprendere fiato, per potersi salvare. Albrecht è condannato a rimanere solo: è con questa amara consapevolezza che il sipario si chiude sulla realtà che lo aspetta domani. Lo striscione viene steso e con Mika usciamo: lei andrà su un lato del palco ed io sull’altro, all’uscita di Roberto i nostri cuori si accendono ed iniziamo a far piovere i fiori, insieme al mazzo di rose omaggio del fanclub giapponese fatto scendere da Mika sul palco: immagino che sia stato bello anche per il pubblico assistere a quella pioggia floreale. Roberto è contento si inchina dalla parte di entrambe per un inchino personale…. è sempre grandissimo, solo lui ha questa delicatezza e sensibilità.

All’uscita artisti c’è davvero un mare di gente e quando esce Roberto la situazione peggiora, tutti spingono per avvicinarlo, mi è stato affidato il compito di consegnargli lo striscione…. sarà una gara dura……. Roberto esce attorniato dalla guardie del corpo, mi vede, mi sorride, tento di salutarlo e di consegnargli lo striscione, mi schiacciano contro il muro, il Divino mi salva, mi tirano fuori dalla mischia ed usciamo. Gli consegno lo striscione è molto contento e fa una foto con Bruna, nuovo membro del gruppo……… lo salutiamo veloci e se ne va. E’ il momento dei saluti ma è ancora piuttosto presto, non vorrei stare in stazione per più di due ore, il posto non è dei più raccomandabili, le altre molto gentilmente ci accompagnano a prendere un caffè, così continuiamo a chiacchierare e ci accorgiamo di aver traviato Bruna, che ha lo sguardo tipico dell’effetto Bolle…. Da buon pifferaio magico il Divino Roberto Bolle ha mietuto l’ennesima vittima disposta a tutto pur di vederlo danzare. Stavolta è davvero l’ora di andare, vorrei fermarmi ancora, una trasferta in compagnia è davvero una bellissima esperienza, è un’occasione per realizzare insieme diverse iniziative e per vedere persone con le quali non solo si condivide una passione comune ma anche gioie e dolori della vita, nascono proprio delle belle amicizie. Sul taxi (tariffa ordinaria S.Carlo-Stazione 10 euro) sono stordita dai tanti pensieri.

Finalmente dopo mezz’ora arriva anche il nostro treno, il controllo del biglietto avviene a terra, ed appena salite il controllore bussa per il ritiro dei biglietti…. da quel momento ci chiudiamo dentro: Erika, un’altra bollerina coi fiocchi, ha davvero avuto un’idea geniale prenotare una cuccetta tutta per noi pur essendo solo in due. Con Lia chiacchieriamo un po’ e riusciamo anche a riposare…. era tanto, tantissimo tempo che non ci addormentavamo insieme, è stato come tornare un po’ bambine…… il treno arriva a Bologna alle cinque e mezza, mentre doveva arrivare alle 5,50, la prima suburbana che ci permette di raggiungere casa è fra un’ora. Alle 6.30 partiamo, alle 7 e 15 scendiamo a Riale dove ho lasciato la macchina, devo ancora arrivare a Ponte Ronca. Mi sento stanchissima, sono le 7.30 quando apro la porta di casa……un “lelelelelele” mi accoglie festoso, mi levo la giacca e mi butto a letto a godermi il piccolino che mi sorride e mi abbraccia contento…… a questo punto posso proprio addormentarmi felice……..

Sara

25 febbraio 2009

Anche dopo tante recite di Giselle viste nell’arco di quasi 41 anni può arrivare la sorpresa. Per vari impegni non potevo andare a Napoli prima del 24 e delle ultime 3 recite la seconda era fuori abbonamento. Avevo deciso di puntare su quest’ultima quando un’amica mi ha offerto un biglietto. Vinta ogni titubanza e presi accordi per il viaggio da Bologna con due amiche di vecchia data, eccoci alle prese con il primo dubbio: 
abbiamo mai visto un’edizione con il passaggio raffigurato sulla locandina? Assolutamente no. Bisogna aspettare il 2.o atto per risolvere il mistero. Si apre il sipario e mentre Roberto Bolle ha subito in pugno il pubblico, per Alicia Amatriain inizia il difficile compito di conquistarlo.
Lei non ha una bellezza da top model ma il suo fisico fragile la rende credibile. La serata è magica e infatti ogni difficoltà tecnica viene superata brillantemente, i doppi giri in attitude sono perfettamente chiusi e il pubblico applaude ripetutamente a scena aperta. Funzionano anche gli scambi amorosi con Albrecht e commuove la disillusione dopo che lei, e noi con lei, abbiamo creduto nell’unione eterna di due anime.
Il romanticismo concede ai morti ciò che nega ai vivi e nell’incontro tra Albrecht e la visione di Giselle si materializza il soffio del vento tra i rami. I sollevamenti sono lievi, con Bolle teso in allongé a trattenere un’Amatriain che sembra uno spirito in volo, le braccia morbide eppure controllate. Qui arriva la novità: di solito Giselle getta due rose e Albrecht accompagna il movimento con un gran jeté. Qui invece Amatriain sta in equilibrio in arabesque con le rose in alto e Bolle le afferra al volo durante i gran jeté. Anna Razzi, che in scena aveva portato questo passaggio, l’ha proposto anche in questa produzione, ma solo la coppia del primo cast è riuscita ad eseguirlo.
Non ho contato gli entrechat, sicuramente più di 32, che Bolle esegue sempre senza l’aiuto delle braccia e con l’accompagnamento degli applausi del pubblico. Un ultimo magico sollevamento con Amatriain sorretta orizzontalmente e poi Bolle resta solo inginocchiato al centro della scena. Il sipario si chiude, il teatro pieno in ogni ordine si illumina per i flash degli apparecchi fotografici, gli applausi durano 10 minuti; poi, all’uscita degli artisti, la solita calca che circonda il Divino. Noi bollerini aspettiamo pazientemente in posizione strategica e finalmente si avvicina. Ci saluta con un sorriso abbagliante che ricambiamo con i nostri complimenti per la recita. Prima che si allontani con l’Amatriain verso Piazza del Plebiscito riesce a sorprenderci con uno di quei suoi gesti inattesi che rivelano la sua sensibilità e attenzione verso i suoi fedeli ammiratori. Anche in questo Roberto Bolle è un grande.

Susy

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