Kings of the Dance, Londra, Marzo 2014

 

 

L'ultima volta che Roberto Bolle ha danzato a Londra era il 4 aprile 2009 nel ruolo del Principe Sigfried in un indimenticabile Lago dei Cigni!
A distanza di cinque anni torna non più come Principe ma come RE! 
Parlo infatti dello spettacolo "The Kings of the Dance" che ha visto la luce nel 2008 e dopo aver toccato varie nazioni fa il suo debutto nel Regno Unito a Londra il 19 marzo 2014 al Coliseum.
Cinque sono i "Kings", ovvero i più grandi attuali danzatori a livello mondiale. Tra di essi quest'anno ci sarà anche il nostro beniamino, che arriva solo ora perché - come ha spiegato Roberto stesso in una intervista - i suoi precedenti impegni gli avevano impedito di unirsi prima al gruppo.
Quattro serate che lo vedranno alternarsi con Vasiliev nel "Jeune homme et la mort" di Roland Petit. Presenterà, in tutti e quattro gli spettacoli, Prototype: un pezzo del giovane coreografo scaligero Massimiliano Volpini con musica di Piero Salvatori e "KO'D", con musica di Guillaume Coté, creato da Marcelo Gomes - uno dei Kings - per una passata edizione dello spettacolo.
I Bollerini presenti a tutte e quattro le serate saranno numerosi, altri ci raggiungeranno nella serata del 22.
Quella sera sarà anche l'occasione per conoscere Daniela che ci ha contattatti chiedendo di entrare a far parte del gruppo.
Oltre ai pezzi citati, del programma fanno parte 
Remanso, cor. Nacho Duato, musica Enrique Granados, danzato da Leonid Sarafanov, Denis Matvienko, Marcelo Gomes; 
Morel et Saint-Loup from Ballet Proust cor. Roland Petit, musica Gabriel Faure, danzato da Denis Matvienko e Marcelo Gomes;
Vestris, cor. Leonid Jacobson, musica Gennady Banshikov, danzato da Leonid Sarafanov;
Labyrinth of solitude, cor. Patrick De Bana, musica Tomaso Antonio Vitali, danzato da Ivan Vasiliev.

19 marzo

Le esibizioni del Divino. 
Prototype: la mia sensazione è quella di precipitare in un pozzo, colmo di oro zecchino! Pezzo difficile - se vogliamo - da comprendere da parte di un pubblico che forse non conosce bene la vita artistica di Roberto, ma i 2' di applausi ed i numerosi "bravo" rendono bene l'idea del calore del consenso che il pubblico ha riservato al nostro King.
Ko'D. Una coreografia che mi è molto piaciuta ed ho assaporato appieno da subito, contrariamente a quanto mi succede quando vedo un pezzo per la prima volta. I cinque danzatori interagiscono molto bene tra di loro e con un buon sincronismo ed affiatamento. Su tutti Roberto spicca per il suo carisma e per la sua presenza scenica: un vero leader. Radioso e con uno sguardo che arriva fino nell'angolo più remoto del teatro.

20 marzo

Tocca a Roberto danzare Jeune Homme. Il suo Jeune è di una intensità ed una interpretazione fuori dal comune. Superiore persino a quanto ci aveva fatto vedere durante il tour estivo del 2011, la cui energia e profondità erano state talmente forti da lasciare annichiliti. Che Roberto abbia un corpo (e per corpo intendo tutto: mani, braccia, piedi, ecc.) "parlante" non è una novità.
Questa sera il respiro corto di un uomo in preda ad emozioni tali da rendergli difficoltoso far entrare aria nei polmoni, è arrivato forte e chiaro fino all'ultima fila in cima al teatro. Mi sono trovata proprio a centro palco, sulla traiettoria del suo sguardo e mi sono vista puntare addosso due occhi non appartenenti ad un essere umano ma piuttosto due laser che mi trapassavano da parte a parte. C'è poco da dire: questo balletto è nel suo dna.
Prototype: più lo vedo e più rifletto. Mi rendo conto di quanto sia innovativo, spazia nel tempo e usa sapientemente la tecnologia digitale. E chi se se importa se qualcuno sostiene che non c'entri niente con questa serata!
Una caratteristica di questo spettacolo sono stati gli applausi: intensi, è vero, ma brevi. I più lunghi non hanno superato i 3'.
Chiude Ko'D: vedere questi cinque danzatori interagire tra loro è semplicemente strabiliante ma..... la classe è classe e si vede, oh se si vede! Lui spicca sempre su tutti!

Giovanna

Le Jeune homme et la mort. Straordinario esempio di interpretazione. Sentitissima interiorità. Disperato, impaurito, sofferente, rassegnato giovane uomo. Occhi che parlano. Corpo che comunica tutta la tempesta interiore. Respiro che coordina a meraviglia come una musica il tutto.

Adriana

21 marzo

Lo spettacolo si ripete, bel pubblico, belle le prestazioni di Roberto. 
Da segnalare:
Prototype: applausi a scena aperta che si ripeteranno anche nella serata successiva per ben due volte di cui una durante l'esecuzione dell'assolo.
Ko'D: nelle due serate precedenti era stato lui l'ultimo a presentarsi alla ribalta per ricevere gli applausi del pubblico. Questa sera veloce scambio di battute con Gomes e Roberto lascia che sia Vasiliev a presentarsi ultimo per raccogliere il tributo della platea. Mi viene spontaneo definire il suo atteggiamento con tre parole: altruismo, bontà d'animo, signorilità. 
Roberto, Generosità è il tuo secondo nome...

Giovanna

22 marzo

… finalmente arrivano le 19 ed entriamo al Coliseum, siamo a Londra!
Questo è il mio primo spettacolo di balletto internazionale con Roberto Bolle, quando entriamo in sala penso che me la sarei aspettata più grande.
Prima che inizi lo spettacolo mi viene consegnato un pupazzo, quello che abbiamo stabilito di lanciare a Roberto, un meraviglioso orsetto con una corona in testa. Giovanna mi spiega quand’è il momento più opportuno per lanciarlo. 
Sono un po’ preoccupata, ma lo farò!

Siamo nelle prime file, lo vedrò bene, ed io non riesco più a stare lontana dal palco… Questa “droga” pare abbia effetti sempre più devastanti, adesso sento il bisogno di vedere da vicino le espressioni del viso, sentire il respiro più o meno affannoso, non mi basta solo vedere i movimenti del corpo.

Lo spettacolo inizia con un “trio” di ballerini e una rosa col pezzo “Remanso”, si esibiscono Marcelo Gomes, Leonid Sarafanov e Denis Matvienko.
La musica, per pianoforte solo, è il "Valses poéticos" di Enrique Granados, mi piace e mi coinvolge particolarmente, penso come sarebbe suonare mentre i ballerini ballano sulle tue note ed insieme fraseggiare… Beh, torniamo alla realtà, il pezzo è molto bello e ben danzato. Le frasi musicali si plasmano coi movimenti dei ballerini, se ne coglie la perfetta sintonia.

Finisce il primo atto e sta per iniziare “Jeune homme et la mort”, pezzo con libretto di Jean Cocteau e musica di J. S. Bach che ascolteremo nella versione orchestrata da Ottorino Respighi.
Le prime note sono affidate agli strumenti bassi dell’orchestra che, nella tonalità più triste per eccellenza che è il do minore, ci trasportano immediatamente nella triste realtà di questo giovane uomo che sta per cadere nella disperazione.
Questa stupenda musica che è la Passacaglia, ci conduce e ci trasporta via via in questa realtà di dolore e sofferenza, così come il respiro affannoso e non solo per lo sforzo fisico di Roberto che dalle prime file riusciamo, appunto, a sentire.
Quando la musica cresce d’intensità con l’intervento dei fiati l’angoscia aumenta, mi sento un peso sul cuore, questo balletto è molto coinvolgente e Roberto è riuscito ad esprimere talmente il suo personaggio da comunicarmene lo stato d’animo.
Finisce anche il secondo atto, lunghi applausi fanno uscire svariate volte il nostro "giovane uomo" e la sua partner.
Roberto prende gli applausi da solo. Quello è il momento, mi alzo e con spinta tiro il pupazzo: purtroppo essendo laterale non arriva ai suoi piedi bensì un po’ lontano, di lato.
Che delusione! Ahimè non lo raccoglie. 
Ho sbagliato, penso, ma se lo avessi tirato più centrale magari sarebbe finito nella buca. Sono dispiaciuta, poteva andare meglio. Forse l’ha anche visto, ma decide di non spostarsi per raccoglierlo. Glielo consegneranno più tardi, almeno spero!
Durante l’intervallo provo a riprendere “conoscenza”e tornare tra gli umani….

Il terzo atto si apre con un altro balletto che adoro: “Prototype”.
Quando si apre il sipario partono le prime immagini sullo schermo, mi accorgo di tanti particolari in più rispetto alla prima volta che l’ho visto, succede sempre quando rivedi le performance o quando risenti brani musicali.
La scenografia "si muove”, gli effetti visivi proiettati sullo schermo sembrano pennellate di colore che il ballerino produce col movimento delle braccia che vanno rigorosamente a tempo con le strofe musicali, il nostro “RE” ovviamente perfetto nell’esibizione ci conduce in questo viaggio. Cambiatosi d’abito, coi jeans oltre che molto bello sembra anche più umano, balla con le immagini di se stesso proiettate nello schermo, a “canone” come in una fuga dove le voci si rincorrono. Sembrano tutti veri!
Come farà, senza neppure guardare, muoversi così con delle immagini che di certo vanno senza nessuna esitazione? Beh anche per questo è il nostro Re.
Dopo applausi a scena aperta si giunge al termine di questa performance alla quale ne seguono altre tre degne di nota per il livello artistico e professionale dei ballerini, ma che non mi colpiscono in maniera particolare, se non per la musica soprattutto di uno, la Ciaccona di Tomaso Antonio Vitali che accompagna l’assolo di Ivan Vasiliev.
La musica, in questo spettacolo trovo sia, per i brani e per i fantastici esecutori, insieme a Bolle la grande protagonista della serata.
Arriva il finale ed abbiamo i “Kings of dance” insieme. Ballando insieme si notano le differenze tra questi stupendi interpreti e, come dire? La grazia del nostro Divino è ineguagliabile così come la perfezione tecnica. I movimenti anche nella difficoltà sono sempre morbidi ed assecondati, e il suo fisico è statuario come non ce ne sono altri. 

Alla fine la platea, praticamente per la maggior parte italiana, applaude per numerosi minuti facendo uscire i ballerini svariate volte. Non vorremmo terminasse mai… Domanda: perché non si fanno “bis” nella danza?

Finito lo spettacolo ci rechiamo all’uscita degli artisti: forse lo vedrò da vicino, penso, magari ha tempo e ci fa anche un autografo.
Arriviamo. C’è già tanta gente ad attendere l’uscita dei ballerini e mi dico “perché non sono venuta qua subito?”. Va a finire che con tanta gente non riusciamo ad avvicinarlo. Comunque vada, però, lo spettacolo è stato molto bello e questo è ciò che conta.
Uno ad uno iniziano ad uscire tutti i ballerini, e ogni volta è un sussulto. Finalmente vediamo Marcelo Gomes uscire insieme a Roberto. Il quale, naturalmente, viene fermato da tutti: per fortuna rallenta, fa autografi, ha tanta pazienza ed è sempre sorridente mentre firma e ringrazia. Si lascia anche fotografare e si mette volentieri in posa con grandi e piccini. Che bravo! Ma non è stanco?
Mentre assistiamo a tutto ciò Gomes mi passa vicino: anche lui mi piace e lo trovo simpatico, anche se io però non riesco a distogliere lo sguardo da Roberto che si avvicina. Sento una voce che da dietro mi sollecita: “C’è Gomes, guarda sta passando Gomes!” 
“Ah sì, beh gli faccio foto e gli chiedo l’autografo un’altra volta: adesso non posso distrarmi” rispondo subito.
In quei pochi minuti che seguono mi accorgo di fare movimenti alquanto inutili in uno stato confusionale: prendo la biro, la ripongo, prendo il cellulare per fare foto ma non le faccio, riprendo la biro e così via. Meno male che c’è chi è pronto a fotografare, tra di noi qualcuno è ancora lucido.
Roberto si avvicina e scambia poche parole con Giovanna: lei inaspettatamente gli dice che vorrebbe presentargli due persone. “Come? – penso io – adesso gli dice il mio nome e io gli stringo la mano?
Ebbene sì, ciò avviene, e in un attimo sono lì con lui, gli stringo la mano… Lui mi fa un autografo e ci scattano anche una foto insieme.

Sono nel pallone: ovviamente non riesco a dire nient’altro che “piacere!”. Chi ce l’avrebbe fatta? Non voglio rischiare di dire una stupidaggine. 
Che momento! Continuo a guardarlo un po’ bloccata, inebetita e stupita al tempo stesso, con l’espressione assolutamente ridicola che mi contraddistingue in quei momenti.
Grazie Roberto!!

Maria Romana

Londra, la notte tra il 22 ed il 23 marzo 2014 - uscita artisti del Coliseum Theater dopo lo spettacolo The Kings of Dance. Ho provato sulla mia pelle il famosissimo "Effetto Bolle", una emozione indescrivibile combinata con la immensa felicità di poter constatare che Roberto è anche meglio di come me lo sono sempre immaginato: gentilissimo, disponibile, spontaneo, affettuoso e... molto, ma veramente molto bello. Stratosferico. A tutto questo aggiungiamo il suo grande talento, la professionalità, la passione, l'intelligenza e la responsabilità con le quali si propone come artista e come uomo... è stato come se tutta la meraviglia delle tantissime sue performance alle quali ho assito in questi anni, come se tutti gli accalorati applausi e i "bravo" che gli ho gridato, mi stessero scoppiando dentro. Con questo stato d'animo, la mia foto insieme a Roberto (scattata dal mio fidanzato, ormai in odore di santità) non poteva che venire così: sprigiona energia fino quasi ad emanare luce. E chissà se un giorno potrò dire che questa "ultima volta" in realtà era la prima di tante altre... mi piacerebbe tanto! Una cosa è certa: non me la dimenticherò mai.

Daniela

 

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