Lago dei cigni, Milano, Dicembre 2007

 

14 dicembre

Questa volta Babbo Natale mi ha voluto fare un bel regalo anticipato: riuscire ad essere alla Scala per vedere il Lago!!!! Lo ammetto, non ci speravo proprio, invece, la gravidanza sta procedendo bene e nonostante tutti dicano che è un bello strapazzo io sento che devo andare: bisogna curare il corpo ma anche l’anima, ed in fondo è dalla lontanissima Dama delle Camelie (parliamo di marzo 2007!!!!) che non vedo Roberto in un balletto intero, vuoi che perda l'occasione di vederlo nel Lago, considerato anche che al piccolo la musica classica piace tanto? Assolutamente no e considerata l'importanza che ha secondo me per il nostro sviluppo la vita pre-natale, sono sicura che questo Lago sarà uno stimolo ad appassionarsi all'arte. Oggi siamo in compagnia di Cristina e Sofia, il viaggio procede molto bene fino al nostro arrivo a Milano, dove, ovviamente troviamo un po' di traffico ad accoglierci, ma il clima natalizio ed il calore delle luci rende più sopportabile anche l'andatura a rilento. Arriva ben presto l'ora dell'appuntamento davanti al teatro: una situazione interessante, bollerine da Bologna, Monza, Modena e Verona, si potrebbe mettere una bandierina su ogni città d’Italia rappresentata stasera!!!!! Un thé caldo ci prepara all'inizio dello spettacolo. E' la sera della prima, in sala c'è tantissima gente, non vedo l'ora che lo spettacolo inizi, la musica di Tchaikowsky ha sempre un fascino magico e particolare, le luci si abbassano e prima dell'entrata del direttore d'orchestra un loggionista grida “Orchestrali autonomi andate a lavorare in fabbrica” o qualcosa di simile, mi si gela il sangue..... come reagiranno gli orchestrali? Ho temuto che saltasse la serata, la tensione era piuttosto alta, i visi dei ballerini sono tirati, a parte Roberto: la ruga che gli solca la fronte non è data da quanto appena successo, ma dal suo calarsi nel personaggio: proprio il giorno del suo compleanno una madre insistente lo mette di fronte alla realtà dei fatti: è ora di prendere moglie e di attenersi ai propri doveri, non è più il tempo di giocare, bisogna crescere, diventare grandi.. Ma tu guarda se a sta madre sembra il momento di andarlo a tormentare con queste cose…. È il suo compleanno, c’è una festa, gli amici e lei gli deve stressare l’esistenza!!!!!! Scappare con la balestra in solitudine gli permette di meditare sulla sua infelicità… peccato che nel suo destino ci sia un’Odette e lui ancora non lo sa….. ma d’altro canto, con un nome così wagneriano, questo principe poteva forse pensare di vivere sereno?
Mentre il tema ci introduce all’atto bianco, inizio a pensare che questa sera il nostro principe ha un qualcosa di diverso…. Ho ancora diverso tempo per capire cosa sia….. mi lascio rapire dalla bellezza di Zakharova che in questo ruolo trovo spettacolare, sia come cigno bianco che come cigno nero. Nel passo a due dell’atto bianco si apre pian piano all’amore, dapprima con un po’ di titubanza e poi con sempre maggiore trasporto, sognando finalmente la liberazione dall’incantesimo, attraverso romantici dèveloppés e promenades. Dal canto suo, Roberto è dolce e delicato nell’accompagnare il cigno che diventa donna e si apre all’amore, l’ombra che gli solca la fronte nell’atto precedente sembra scomparsa… è rapito dalla donna, forse amare qualcuno non è poi così male….. Il terzo atto è uno dei momenti che aspetto con maggior trepidazione: mi piace il doppio ruolo che deve interpretare la ballerina e lo trovo ancora più affascinante quando l’inganno è sottile, quando la diversità fra le due interpretazioni è studiata con cura, delineandole chiaramente, ma senza portarle agli antipodi l’una dall’altra, altrimenti sarebbe troppo semplice accorgersi che c’è un trucco!!!! Zakharova, memore della lezione delle interpreti che l’hanno preceduta, è scattante e veloce, sicura di sé, seduttiva, ma con eleganza, senza mai esagerare. Mi è piaciuto il modo in cui ad inizio terzo atto Roberto ignora le principesse facendosi beffa di tutte quelle che sono le regole dell’etichetta, scandalizza anche la madre, che si scusa con le principesse, lui si gira e fa loro un cenno, ma come se fossero trasparenti. Il risveglio dal sogno dell’incontro con Odette avviene all’entrata di Odile… lasciarsi andare oppure no di fronte a quella creatura affascinante? C’è qualche dubbio… è lei o non è lei, ma l’inganno è così ben studiato che chiunque potrebbe caderci, ed in fondo quella creatura è così misteriosa, che diventa difficile non lasciarsi ammaliare; ed allora, la voce della coscienza che continua a dire che qualcosa non torna, viene lasciata da parte per lasciarsi andare alla gioia dell’aver finalmente trovato la persona con cui condividere la gioia ed i doveri del regno…… Quando il sipario si chiude sul finale sui giri in cui il principe abbraccia la principessa mi rendo conto che dopo Le Jeune Homme e Armand il modo di caratterizzare i personaggi di Roberto è molto cambiato, questi due nuovi ruoli con cui si è cimentato continuano a lavorare dentro di lui ed hanno lasciato un segno, anche su un principe come Siegfried. 

Al finale applausi, applausi, ed applausi….ed era solo la prima ho pensato dentro di me….. 

So che dopo lo spettacolo ci sarà il buffet, non so se riuscirò a fare a Roberto gli auguri di Natale, ma una vocina mi invita a non andare via, ad avere fiducia, fra qualche giorno è anche il compleanno di Sofia e vedere Roberto nel backstage credo sarebbe per lei davvero un bel regalo di compleanno.... Non so quanto aspettiamo, ma ad un certo punto, quasi casualmente si fosse trovato a passar di lì appare, elegantissimo, sorridente e pronto a firmare gli autografi di chi è rimasto con pazienza ad aspettare. Sarò matta, sarà che ormai penso che nessuno è come lui, ma mi piace pensare che il suo arrivo improvviso non sia stato un caso, ma il regalo di Natale per chi ha fatto tanta strada per vederlo e chissà…. che, in fondo da zio virtuale, a dare un salutino ad una panciotta all’ottavo mese ci tenesse anche lui. Sono felice soprattutto per Sofia: il suo sguardo raggiante mi fa capire che un compleanno così non se lo aspettava…. Grande Roberto, questa sera un po’ principe, un po’ zietto e…..Babbo Natale per il regalo inaspettato che ci ha fatto con la sua apparizione!

Sara

18 dicembre

La mia avventura (si, perché riuscire a trovare i biglietti per uno spettacolo del Divino è ormai diventata una “avventura”) inizia alle ore 9 dell’otto novembre quando si aprono le vendite sul sito internet della Scala: una ventina di minuti e i posti disponibili per le tre serate sono già tutti esauriti. E’ solo grazie allo scatto degno di speedy Gonzales - e sì anche a un po’ di fortuna – che riesco a trovare i biglietti per le tre serate e potrò applaudire Roberto insieme ad altri bollerini: la rappresentanza bollerina sarà presente il 14 con Sara, Lia, Sofia e la sua Mamma e qualcun’altro; il 18 all’ultimo momento arriva Alessandra ed il 19 ci saranno Alessandra e Susy. Inoltre il 18 con me ci sarà Olga, che in Scala mi accompagna sempre, insieme alle due figlie Elisabetta e Alessandra: per quest’ultima si tratta della sua prima volta alla Scala e del suo primo incontro con il Divino Roberto. La sua emozione si rispecchia tutta sul suo viso e la mia – anche se seguo Roberto da più tempo è – per intensità – pari alla sua. La sola differenza – forse - è che riesco a mimetizzarla.Questa sera Olga ed io occupiamo il palco n. 4 (abbiamo ritenuto opportuno lasciare i posti del palco più centrale alle ragazze: noi agli spettacoli di Roberto assistiamo più frequentemente) e ci perdiamo un po’ di quel che avviene sul lato sinistro del palcoscenico. Io riesco comunque a far quadrare il cerchio: il 14, infatti ero nel palco n. 2 sul lato opposto e mi son goduta il nostro Sigfried anche dietro le quinte.

La struggente musica di Ciaikoskij introduce la Principessa Odette che raccoglie fiori bianchi in riva lago: improvvisamente viene avvolta nel mantello di Rothbart – un mago che vive nei pressi – che la trasforma in cigno. L’incantesimo potrà essere rotto solo da un uomo innamorato e che le sia veramente fedele. Al Castello si festeggia il compleanno del Principe Sigfried (il Roberto che vedo entrare in scena è – come nella serata del 14 – un Roberto impeccabile nella sua esibizione, ma nei suoi occhi leggo una tensione inusuale, forse non sta bene fisicamente, qualcosa lo disturba togliendoli quella serenità che traspare abitualmente dal suo sguardo) che si diletta a civettare danzando con alcune fanciulle del popolo e la Regina lo rimprovera per l’atteggiamento leggero ricordandogli che è giunta per lui l’ora di prender moglie scegliendola tra nobili fanciulle che gli saranno presentate. I festeggiamenti riprendono, il Principe continua a danzare con le giovani contadine ma la sua gioia è ormai svanita e per rallegrarlo gli amici gli propongono una battuta di caccia. 

Arrivano sulla riva del lago e davanti agli occhi di Sigfried un bianco cigno si trasforma in una splendida creatura parte uccello e parte fanciulla: è la Principessa Odette che narra la storia sua e delle sue compagne anch’esse vittime dell’incantesimo del mago e che solamente a mezzanotte e per un’ora soltanto possono ritornare fanciulle. Il Principe se ne innamora perdutamente e profondamente e promette a Odette e a se stesso che rinnegherà tutte le altre donne, sarà fedele unicamente a lei e la farà sua sposa. Nell’istante stesso in cui lo sguardo di Sigfried incrocia quello di Odette quasi si avverte nell’aria il crepitio che produce il colpo di fulmine che colpisce il nostro Principe: da questo momento i suoi occhi non si staccheranno più da Odette, una splendida, sinuosa ed elegante Svetlana degna partner di un Sigfried strepitoso che con una passione profonda ammantata di grande tenerezza le giura amore e fedeltà eterni, la rassicura e cerca di scacciare la sua tristezza promettendole che la sposerà liberandola così dall’incantesimo.

Ogni passo di danza di questo secondo atto è l’espressione di questi sentimenti: alla tristezza prima ed all’innamoramento poi di Odette si affiancano l’amore profondo di Sigfried, il suo giuramento di eterna fedeltà, il suo impegno di amarla per tutta la vita, insomma il dono di tutto sé stesso: sul viso del nostro Roberto, mentre balla in modo impeccabile – come sempre, tutte queste emozioni si susseguono con una intensità così profonda e sconvolgente da farmi perdere la percezione spazio-temporale di ciò che mi circonda. In quel teatro sono da sola con lo sguardo fisso su di lui che - ancora una volta – cattura la mia anima ed il mio cuore riversandovi tutte quelle emozioni che rendono la vita un dono da accogliere con gioia e che solo un GRANDE ARTISTA sa trasmettere agli altri.

L’ora è terminata, le fanciulle ritornano ad essere cigni. Anche Odette, che angosciata non riesce a staccarsi da Sigfried, ritorna cigno e mentre si allontana perde una piuma. Sigfried, che a sua volta non vuole lasciarla andare, la raccoglie e la stringe al cuore straziato mentre pensa al suo Amore. Mi riscuoto e rientro nel mondo che mi circonda solo alla fine quando il teatro esplode in un lungo e fragoroso applauso. Non mi chiedete se ci sono stati altri applausi durante questo secondo atto: io ero proiettata in un’altra dimensione. La sera successiva nel salone del castello grande festa per il compleanno del Principe Sigfried durante la quale gli vengono presentate quattro fanciulle tra le quali dovrà scegliere la sua futura sposa. Lui le rifiuta tutte: il suo sguardo è fisso sulla piuma che ha raccolto, pensa solo ad Odette, non desidera che lei. Ad un tratto il mago Rothbart travestito da cavaliere fa il suo ingresso con la figlia Odile – cigno nero - che ha assunto le sembianze di Odette. Sigfried pensando di trovarsi di fronte alla sua amata e la avvicina per un saluto ma lei scompare.

Intanto la corte viene intrattenuta con le quattro danze folcloristiche: spagnola, napoletana, czarda e mazurka. Sigfried segue come in trance: il suo pensiero è rivolto a colei che lui crede essere la sua Odette. Una maliziosa e maliarda Odile, balla con l’infatuato Sigfried un bellissimo pas de deux al termine del quale Sigfried offre ad Odile la piuma come pegno d’amore. Grande applauso del teatro. Segue la variazione un di Sigfried finalmente rasserenato e felice, eseguita con eccezionale maestria e calorosamente applaudito da tutto il pubblico in sala. E’ la volta di Odile, che ha passato la piuma a Rothbart, eseguire la sua variazione accolta anch’essa dal grande applauso del pubblico.

Intanto Sigfried che vede Odile comparire e scomparire riesce finalmente a raggiungerla e termina tra gli applausi scroscianti questo splendido pas de deux. Sigfried comunica alla Regina di voler sposare Odile e ufficializza solennemente la sua richiesta: il giullare, capito l’inganno, tenta invano di dissuadere il principe. E mentre Rothbart ed Odile esultano sghignazzando per il risultato ottenuto Sigfried ha la visione della sua Odette in lacrime. Disperato abbandona il salone cercando di raggiungere l’Amata per implorarne il perdono. Questo gioioso pas de deux che il Divin Roberto esegue in modo cristallino esprimendo la felicità per il ritrovato amore è subito seguito dalla caduta vertiginosa in un abisso di dolore e disperazione: Sigfried si rende conto di essere stato abilmente e crudelmente ingannato. Non si capacita di esser venuto meno alla promessa di amore e fedeltà fatta ad Odette; promessa che – se mantenuta – avrebbe spezzato l’incantesimo di cui è prigioniera la sua Principessa.

Sul suo viso si leggono le emozioni che si agitano in lui: orrore per il tradimento inflitto, dolore, timore di non poter fare più nulla per salvare l’amata ed il loro amore. Sigfried fuggendo dal castello si è diretto sulle rive del lago per cercare Odette ed implorarne il perdono. La trova insieme alle sue compagne: la speranza di tornare libere è sfumata a causa del voto che lui ha infranto. La danza delle fanciulle-cigno esprime la loro tristezza e la rassegnazione al loro destino. Ormai tutto è perduto, Sigfried si accascia affranto ma Odette gli si avvicina: lo ha perdonato. Seguono momenti in cui i due innamorati si manifestano reciprocamente il loro amore, la loro dolorosa tenerezza finchè Odette è costretta ad allontanarsi mentre sopraggiunge Rothbart che scatena la tempesta che dovrà far annegare Sigfried; il Principe si dibatte tentando con tutte le sue forze di sopraffare lo stregone. Ed ecco che su di uno scoglio appare Odette pronta a sacrificarsi gettandosi nel lago pur di salvare l’Amato: e ancora una volta la forza dell’Amore vince le forze del male e l’incantesimo è spezzato, Rothbart soccombe, Odette riprende sembianze umane e, mentre l’alba tinge di rosa l’orizzonte i due giovani innamorati si ritrovano a volteggiare in una danza piena di gioia, felicemente uniti per tutta la vita. Il sipario si chiude, io riemergo dall’isolamento in cui vengo risucchiata ormai abitualmente quando assisto ad uno spettacolo di Roberto ed il teatro esplode in un lunghissimo ed intenso applauso. Se nella precedente serata gli applausi per la nostra Stella sono stati lunghissimi ed assordanti per la loro intensità, questa sera la loro durata (10/15 minuti? Non lo so, ho perso il senso della misura tanto sono assorta ad applaudirlo ed a mangiarmelo con gli occhi ogni volta che si presenta al proscenio per ringraziare!) ed il loro fragore sono – se possibile – ancora di più e gli occhi del Divino, che è meno teso rispetto all’inizio dello spettacolo, brillano di gioia e soddisfazione per il riconoscimento che il suo pubblico gli sta tributando. Lo spettacolo è terminato. A piano terra Alessandra ci sta aspettando e con Olga e le figlie ci incamminiamo all’uscita artisti per incontrare e salutare Roberto. Ale2 (la figlia di Olga) vuole una foto con lui e l’autografo sulla locandina. Ad attenderlo la solita folla; questa sera l’attesa non dovrebbe essere molto lunga. Infatti sono circa le 23,30 quando Roberto sorridente spunta in fondo al corridoio. Gentile e disponibile come sempre firma autografi per una quindicina di minuti poi inizia lo spostamento strategico per avviarsi all’uscita. Alessandra ed io siamo leggermente dietro, lo tocchiamo su una spalla per salutarlo; si gira, ci vede e ci saluta. Mi abbraccia e mi dice “grazie per i fiori (rose bianche e piume di cigno), l’altra sera ero molto di corsa e non l’ho fatto”. Qualcuno accanto a me dice che il mio viso ha assunto una tonalità rosso-vermiglio: come potrebbe esser diversamente davanti ad una manifestazione di simpatia così spontanea e solare? Non potrò mai farci l’abitudine e restare impassibile. Scambia qualche parola con Alessandra e poi accetta di farsi fotografare con Ale2 che è palesemente vittima dell’”effetto Bolle”. Quindi, anche se con un po’ di fatica, riesce a guadagnare l’uscita.

E a me - non paga delle due serate appena trascorse - non resta che attendere gioiosamente l’indomani sera per poterlo vedere di nuovo danzare………… 

Giovanna

19 dicembre

Non era mia intenzione assistere a recite di Lago in Scala, anche se ciò significava aspettare il 2008 per poter rivedere Roberto in scena. Poi due circostanze mi hanno fatto cambiare idea: Roberto ha anticipato l'ultima recita dal venerdì al mercoledì e in ufficio sono stata implorata da alcuni colleghi di accompagnarli. Trovare i biglietti è stata la consueta lotta sul filo dei secondi, di quelle che ti fanno esultare di gioia quando finiscono bene (e disperare quando finiscono male). La mia gioia stavolta non era condivisa tra tutti perché qualcuno purtroppo era rimasto fuori. Per i fortunati era solo l'inizio di un febbrile conto alla rovescia. Arrivata la sera fatidica ci siamo trovati nel traffico congestionato dei giorni che precedono il Natale. Gli amici che già avevano raggiunto il teatro ci messaggiavano preoccupati, mentre noi percorrevamo di corsa alcuni tratti tra una fermata e l'altra, cambiavamo mezzi, tutto pur di arrivare in tempo. Il fiorista stava già togliendo i vasi dai ripiani ma mi ha cortesemente preparato due mazzetti di rose avvolti in stagnola rossa e argento, che ho affidato al collega sistemato a ridosso del palcoscenico, con mille raccomandazioni circa il momento in cui effettuare il lancio. Per tutto lo spettacolo ho avuto sensazioni contrastanti. Continuo a detestare la versione Bourmeister per un miliardesimo di dettagli, specie il 4.o atto ha delle coreografie per i cigni veramente tristanzuole. Però.... però Roberto e la Zakharova sono stati favolosi, perfetti oltre ogni dire e ogni limite umano. Gli altri ruoli sono stati affidati al secondo cast, proprio per il cambio di data. Dunque Roberto ha dovuto danzare nel 1.o atto con Gelati come principessa, ma sappiamo tutti che in Scala (e non solo) ci si va per vedere Roberto. Dopo averlo visto nel Lago a Napoli e Parma (entrambe le volte si trattava della versione Nunez) mi rammarico per l'uscita dal repertorio scaligero della versione Nureyev, che Roberto ha ballato solo nel 1997 (prima che cominciassi ad assistere alle sue recite) e che temo non interpreterà mai più. Rispetto alla registrazione su DVD ho notato che nel finale del passo a due del 2.o atto Odette non sale sulla coscia di Sigfrido inginocchiato ma viene invece sollevata in alto a braccia tese. Un'altra leggera differenza c'è stata nella diagonale durante la variazione di lui al 3.o atto. Nonostante la lunghezza del balletto si vorrebbe che non finisse ed è un vero peccato per il pubblico quando il sipario si chiude sul girotondo del principe con la sua innamorata libera dall'incantesimo. Qui è cominciato un tripudio incredibile, che non dovrebbe più stupire visti i ripetuti trionfi della nostra stella, ma che ogni volta mi lascia felice ed incantata. Chiamate su chiamate, anche quando ormai sono state accese le luci in sala, perfetto tempismo col lancio delle rose che vengono raccolte da Roberto e offerte a Zakharova, la quale ne sfila una per porgerla al suo strepitoso partner. Poi l'attesa, estenuante come sempre, con lo stomaco chiuso per l'agitazione. Preceduto da una processione che porta via i mazzi di fiori, Roberto arriva sorridente e gentile ed esaudisce ogni richiesta di autografo e di foto. Per uscire da dietro il bancone della portineria deve scansare una pianta enorme. Svicolo per avvicinarmi e prendere i baci di auguri di Buon Natale. Roberto si avvia, mentre saluta la Zakharova noi ci dirigiamo verso la fermata del tram da dove lo vediamo chiamare un taxi e sparire. Il giorno dopo i colleghi sprizzano entusiasmo e mostrano orgogliosi agli altri le loro locandine con dedica e autografo di Roberto. Sono contagiati al punto che si ingegnano a studiare il cartellone scaligero per decidere la prossima recita di Roberto a cui assistere.

Susy

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