Lago dei cigni, Londra, Marzo 2009

 

 

27 marzo

Adoro Londra, i suoi teatri, la sua vivacità, l'emozione cresce, manca poco all'inizio dello spettacolo. Il teatro è bellissimo, l'atmosfera frizzante, sono fortunata, e tra poco vedrò danzare il Divino con la straordinaria Zenaida Yanowsky ed il ben noto ed apprezzato corpo di ballo. 
Dopo pochi minuti appare, sono pronta, eppure il cuore accelera i suoi battiti, mi unisco con gioia alla calorosa accoglienza del pubblico londinese. E' difficile staccare gli occhi da Roberto, è seduto sulla panchina, dovrei guardare chi danza, sono a Londra anche per loro, voglio essere obbiettiva, voglio capire il perchè, mi piacerebbe andare oltre. Sto aspettando Zenaida, l'adoro, è accolta giustamente con calore, li ho già visti ballare insieme, sono straordinari. 
Venerdì sera non si smentiscono, anzi, sono entrambi interpreti eccellenti, tra loro c'è grande intesa, pathos, sentimento, trasporto, serietà, che arriva al cuore del pubblico. Il Divino è generoso, preciso, attento, partecipe, e Zenaida da ciò trae beneficio, sembra quasi che tutto sia estremamente facile e non faticoso. Coppia da brivido con lacrima. 
Roberto.... è una conferma che cresce, regale, possente, intenso, magnifico..... sono cose che ho già detto più volte, ma come dicevo prima, vorrei capire..... 
Tantissimi sono gli applausi a scena aperta durante tutti i quattro atti del balletto, a sipario calato, con ancora il pubblico in delirio, leggo nei volti della meravigliosa coppia gioia, soddisfazione e gratitudine.

Non si fa, lo so, non dovrei dirlo, ma forse capisco sabato sera, quando rivedo Swan Lake, con il grandissimo Carlos Acosta, già visto danzare, e mi pongo delle domande. 
Ho una sola risposta, Roberto brilla di luce propria, e non cattura con la sua fisicità e bellezza, ma invade il palcoscenico con l'eleganza dell'anima.

Adriana

4 aprile

Arrivo a Londra la sera di venerdì 3 stanchissima e, dopo aver cenato con due “gemellate”, vado a dormire: l’indomani vorrei fare la turista e – non dimentichiamolo –ordinare l’”in bocca al lupo” floreale dei bollerini per il Divino Roberto Bolle.
Sabato, di buon’ora, mi presento allo stesso negozio dove avevo acquistato i fiori per il Gala del 15 novembre 2007 ed ho la sgradita sorpresa di trovarlo chiuso: è infatti aperto solo dal lunedì al venerdì. Pazienza: andrò dove avevo trovato quelli per Bayadère del 15 ottobre 2007.
Questa sera lo spettacolo inizia alle 19 quindi verso le 16 faccio il mio acquisto: calle, rose di un rosa pallido, rami di fiorellini a grappolo (di cui non conosco il nome) sempre rosa pallido. Il tutto completato da rami di eucalipto (ci sono affezionata…) il cui verde ben si addice al colore delicato dei fiori. Il risultato è una composizione elegante e raffinata. E adesso viene il bello: la sceneggiata alla portineria perché la consegna avvenga prima dello spettacolo. Nella mia memoria è ancora vivido quel che è successo la prima volta….
ma…….. basta credere nei miracoli: qualche volta avvengono! Mi presento,chiedo e… vengo accontentata.
Posso tornare in albergo a prepararmi per la serata.

Finalmente prendo posto in teatro. Le luci si abbassano ed il pubblico si appresta ad assistere in religioso silenzio alla magia che Roberto ci regalerà.
Il sipario si alza sui giardini del Palazzo dove è in corso una festa popolare per festeggiare il passaggio alla maggior età del Principe Sigfried. Preceduto dai suoi cadetti e dalle dame di corte arriva, nella sua divisa blu (che devo ammetter gli dona moltissimo) il festeggiato. Non appena la sua figura si intravede ai cancelli del palazzo il pubblico lo accoglie con un intenso applauso e Roberto ne è visibilmente felice. Ha un’espressione gioiosa ed il sorriso fa brillare i suoi occhi . Ho l’impressione che viva la festa come fossero i festeggiamenti del suo vero compleanno, caduto una decina di giorni prima. Con semplicità accetta gli omaggi floreali che gli vengono presentati e contraccambia donando nastri alle fanciulle e invitando al brindisi gli uomini. Inizia un pas de trois che lui segue con interesse e partecipazione scambiando di tanto in tanto commenti ed osservazioni con la dama che gli è seduta accanto. 
Sopraggiunge la madre che, conoscendo l’amore del figlio per la bella vita, libera e spensierata, gli ricorda che è ora di mettere la testa a partito e di prendere moglie. La sera seguente durante il ballo per i festeggiamenti ufficiali dovrà scegliere, tra sei candidate che gli verranno presentate allo scopo, la sua futura sposa.
La madre se ne va lasciando il nostro Principe ansioso e corrucciato. Ben presto però il Tutore ed i cadetti riescono riportare il sorriso sul volto di Sigfried che si rasserena ed interviene nelle danze che nel frattempo sono riprese. La vigoria della sua danza dà vita ad un inatteso fuoriprogramma: lo stivale sinistro gli scende a metà polpaccio, tuttavia non si ferma sin quando – approfittando di una breve sosta per l’entrata di una di una sorta di albero della cuccagna – si eclissa dietro le quinte per ricomparire dopo pochi attimi con le calzature perfettamente a posto e continuare a danzare sorridendo con le due bimbe che fino a poco prima avevano ballato col Tutore che ubriaco era poi caduto a terra.
Nel cielo serale passa uno stormo di cigni ed i cadetti invitano il Principe a terminare i festeggiamenti dando loro la caccia. Già dimentico o volendo dimenticare l’incontro con la genitrice Sigfried chiede alle guardie una balestra e li segue.
E’ sera. Giunti nei pressi di un lago i cadetti scorgono un barbagianni e mentre vanno alla ricerca di Sigfried questi arriva proprio mentre sopraggiunge uno stormo di candidi cigni guidati dalla loro regina Odette che sotto i suoi occhi si trasforma in una splendida fanciulla. Lo sguardo del Principe non riesce a staccarsi da lei mentre angosciata racconta di essere vittima – insieme alle sue compagne – di un incantesimo ad opera di uno spirito malefico che le condanna ad essere cigni. Solo durante la notte sulle rive di questo lago nato dalle lacrime della madre di Odette esse possono riprendere le sembianze umane. L’incantesimo potrà essere rotto solo se qualcuno che non ha mai amato prima giurerà di amare Odette per sempre.
Al comparire dello spirito malvagio (il barbagianni) Odette previene Sigfried chiedendogli di non ucciderlo perché con la sua morte l’incantesimo non potrà più essere rotto. Anche i cadetti vengono avvertiti e viene chiesto loro di non nuocere ai cigni. Acconsentono e si ritirano lasciando il principe solo con lei e le sue compagne.
Bella l’esibizione del corpo di ballo e dei quattro cigni che viene accolta dagli applausi degli spettatori.
Segue il pdd: è una coppia affiatata, che si muove in grande sintonia: la danza di Odette e Sigfried è l’espressione della loro intesa amorosa, di quell’amore che nutrono l’uno verso l’altra.
Quella di Odette esprime speranza per un futuro di felicità, libero dal destino a cui è stata condannata, grazie a questo amore. Bello il suo assolo, apprezzato dal pubblico in sala con sentiti applausi.
Quella di Sigfried, visibilmente e perdutamente innamorato, esprime l’impegno ad amarla per il resto dei suoi giorni, liberandola così dal maleficio. L’assolo di Roberto mi lascia senza fiato e non certo perché sono seduta in posizione favorevole. Gli spettatori sottolineano i passaggi più intensi con lunghi applausi. Osservo che anche il compassato pubblico londinese si esalta quando in scena sta danzando il DIVINO!
La notte trascorre velocemente. L’alba si avvicina. Sigfried cerca la sua amata che si cela tra le compagne: il suo atteggiamento ed il suo volto lasciano vedere la sua ansia e la sua disperazione: finalmente la trova e fa di tutto per trattenerla. Ma il tempo a loro disposizione scorre inesorabile, lei deve andare, presto tornerà ad essere cigno e Sigfried, impotente, la vede allontanarsi con le sue compagne…
Siamo nella sala del Palazzo dove si svolge il ballo in costume. I partecipanti hanno il viso celato da una maschera. Sono presenti la Madre, le sei candidate e Sigfried. La Madre avvicina un Sigfried reticente, che stringe ostinatamente i pugni, per nulla d’accordo con lei che lo invita apertamente e con decisione a ballare e scegliere tra le sei fanciulle. Il principe si rifiuta perché non ama nessuna di loro: la sua mente persa nel ricordo della amata Odette. Viene salvato da squilli di tromba che precedono l’arrivo di Von Rothbart con la figlia Odile che ha assunto le sembianze di Odette. Al suo apparire – all’oscuro dell’inganno – Sigfried si trasforma, riprende immediatamente vita: si illumina di gioia al pensiero di avere accanto il suo amore.
Iniziano i balli folkloristici.
Si inizia con la danza spagnola, seguita da una allegra danza napoletana; la terza è la czarda e si finisce con la mazurka. Per tutta la durata delle danze gli occhi di Sigfried non abbandonano nemmeno un istante Odile. Ha occhi solo per lei, nel suo sguardo si legge tutto l’amore che lo lega a colei che lui crede essere Odette. Finalmente le danze terminano ed ha inizio lo splendido pdd del terzo atto. E’ il primo balletto di Zenaida al rientro dalla maternità ed è un po’ più appesantita rispetto al suo standard abituale. Nonostante ciò i lifts di Roberto sono da manuale. Odile si dà e si nega in una schermaglia amorosa tesa a rendere Sigfried schiavo d’amore al punto da non rendersi conto del tranello che gli viene teso. Il suo assolo, eseguito con l’eleganza che gli è propria, grida al mondo intero la sua felicità ed il suo amore per Odette/Odile: non l’ha ancora terminato che il pubblico lo gratifica di un applauso prolungato e caloroso. E’ la volta dell’assolo di una splendida Odile che si guadagna - lei pure – un lungo applauso. La parte finale di questo passo a due mi lascia molto emozionata, ma non sono la sola: il pubblico regala a Roberto Bolle e Zenaida Yanowsky un sentito ed intensissimo applauso.
Invano Odette appare come una visione che cerca di mettere in guardia Sigfried che sta per essere ingannato: egli è prigioniero della subdola e maliarda Odile. La sceglie come sua sposa e davanti a tutti fa voto di matrimonio ed amore eterno.
Riappare la visione di Odette e Sigfried realizza di essere stato ingannato. Sgomento ritorna al lago.
Qui i cigni danzano l’attesa della loro regina. Lei arriva, la sua danza esprime tutta la prostrazione ed il dolore causati dal tradimento di Sigfried e a nulla valgono i tentativi delle sue compagne che cercano di rincuorarla.
E’rassegnata a morire. Sa che se vuole liberarsi dallo spirito malefico deve perire nelle acque del lago. Sigfried in preda alla disperazione la cerca tra lo stormo; trovatala, ottiene il suo perdono e in una danza struggente riaffermano il loro reciproco amore. Egli sa che se adempie la promessa di sposare Odile all’alba la sua amata Odette diventerà cigno per sempre. Decide quindi di perire con lei nelle acque del lago uniti per sempre nella morte.
E mentre sul lago passa un cocchio con i due innamorati teneramente abbracciati cala il sipario mentre il pubblico esplode negli applausi.

Si verifica ciò che è successo il 27.3: uno scroscio travolgente ed inarrestabile di applausi. Sul palco vengono consegnati fiori a più riprese, Roberto e Zenaida ringraziano ripetutamente il pubblico. Il nostro Divino, sorridente, lascia volgere lo sguardo per tutto il teatro: è contento e gioisce soddisfatto dell’accoglienza che Londra gli ha riservato.
Io ho solo un piccolo dubbio: ma non sarà per caso che – per magia – il teatro si è riempito di bollerini?
All’uscita artisti ci sono molti ammiratori, italiani e no, ad attenderlo. Arriva, ha le braccia cariche di fiori, i nostri sono seminascosti, si riescono ad intravedere solo i rami di eucalipto. Io la leggo così: l’omaggio floreale dei suoi Bollerini è rimasto dietro agli altri perché………. Il “Divino nel cuore” lo tiene vicino al suo cuore……..

Giovanna

La primavera londinese mi accoglie in tutto il suo splendore, con i suoi cieli di un terso azzurro, con il sole pallido che riesce comunque a scaldarti l’animo, con quella frenesia e voglia di vivere che fece dire a William Wordsworth, uno dei più grandi poeti del Romanticismo inglese, che “chi è stanco di Londra, è stanco della vita”. E’ incredibile quanto questa spettacolare “capitale del mondo” riesca ad offrire ogni possibilità di intrattenimento, con l’artisticità dei suoi monumenti, con il relax e il verde dei suoi parchi, e soprattutto con i suoi spettacoli, ricca come è di teatri.
Anche questa sera mi trovo in uno dei più prestigiosi teatri del mondo, al Covent Garden, dove il Royal Ballet metterà in scena “Il lago dei cigni” e dove, soprattutto, il divino Roberto Bolle rivestirà la parte dell’aitante principe Siegfried.
Alla sua prima performance, svoltasi a Mosca nel 1877, nessuno degli spettatori presenti avrebbe potuto prevedere con sicurezza che in futuro questo sarebbe diventato uno dei balletti più conosciuti e più popolari nel mondo. Esso infatti non era stato accolto bene e persino lo stesso Tchaikovsky non visse abbastanza a lungo per assistere al successo che la produzione raccolse, con le coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov, nella premiere di San Pietroburgo diciotto anni più tardi. La coinvolgente e trascinante produzione di Anthony Dowell, creata per il Royal Ballet nel 1987 e stasera proposta, ripristina alcune parti della coreografia del 1895, associandole alla sfavillante scenografia della Sonnabend, ispirate da Fabergé.
Primo dei balletti musicati dal maestro russo, il “Lago dei Cigni” fece raggiungere al balletto russo la maturità in un colpo solo. Molte mani ci lavorarono e le prime performances risultarono piene di difetti. Senza il tocco di un genio, l’opera sarebbe sicuramente caduta nell’oblio. Ma il tocco di Tchaikovsky ha fornito al balletto in questione il rango di classicità necessario: in effetti è proprio nell’aspetto musicale che il balletto riesce a darsi un tratto drammatico. La perdurante forza di “Swan Lake” deriva non tanto dalla trama, che si fa comunque apprezzare per il suo ammaliante intreccio, ma dagli elementi che Tchaikovsky sviluppò per trasformarlo in un dramma musicale in 4 atti. Egli basò il tutto su di un accurato schema di relazioni-chiave: la chiave centrale è quella dell’amore fra i due interpreti principali. Essa fornisce un senso di coerenza e sicurezza, minacciato però dalle forze del male, in coincidenza col distacco della musica da questa chiave principale. I divertissements, per contrasto, sono incardinati al di fuori dello schema centrale, così da farli apparire come parti non essenziali del dramma. Dieci anni dopo la prima performance di Mosca, al balletto cominciò a collaborare Marius Petipa, un coreografo pieno di talento ed esperienza, che ebbe la geniale idea di sviluppare un contenuto ancor più drammatico, conferendo alla musica un ruolo ancor più centrale. Tchaikovsky non riuscì a godere dei frutti derivanti dalla sua collaborazione con Petipa, in quanto morì nel 1893; ma l’allestimento del balletto nel 1895 a San Pietroburgo diede al maestro un successo postumo e fece del balletto stesso un capolavoro apprezzatissimo e una pietra miliare del balletto classico. Dopo la rivoluzione russa del 1917, i protagonisti del balletto dovettero essere assimilati al concetto di “eroi positivi”. Proprio per aderire a questa nuova filosofia, il finale del balletto venne più e più volte modificato, col proposito di fornire un lieto fine: la produzione di Dowell ripristina il finale tragico del balletto.
Allora eccomi qui, seduto in platea, per assistere allo spettacolo e per entusiasmarmi di fronte all’arte di Roberto. Il sipario si alza, l’emozione mi cattura, ci siamo…

Il movimento che introduce il balletto è una breve sintesi musicale ed emotiva del dramma, che rimpiazzala tradizionale ouverture. La melodia di apertura è il primo tema del cigno ed esso indica ed allude già al destino tragico che incombe sui due amanti, destino al quale essi non potranno sottrarsi. Si passa quindi subito al primo atto, dove troviamo il principe Siegfried a festeggiare con amici il proprio compleanno. Siegfried riceve fiori dai contadini e offre a sua volta nastri alle ragazze mentre brinda con gli uomini. Tre danzatori arrivano e si esibiscono in un pas de trois come intrattenimento per tutti. Giunge però la regina madre, che esorta il figlio a trovare una sposa tra le invitate al ballo della sera dopo. Alla sua uscita, le danze riprendono e la festa continua. All’imbrunire, il volo di uno stormo di cigni convince Siegfried e i suoi amici ad imbracciare le armi e ad uscire per un battuta di caccia. La presenza di Roberto in questo atto, pur non essendo centrale, non è comunque episodica: si riescono infatti ad apprezzare pienamente e profondamente sia la partecipazione gioiosa ed appassionata alla festa in suo onore sia l’ansia e il cruccio per le parole della madre. Ed in entrambi i casi la soluzione è gettarsi nel vortice irrefrenabile delle danze, cosa che al nostro eroe risulta estremamente facile, esprimendo con esse la sua voglia di vivere e la sua gioventù frenetica e spensierata.

Nel secondo atto, i compagni di Siegfried giungono nei pressi di un lago. Qui, uno spirito maligno appare sotto le sembianze di un barbagianni. Siegfried arriva proprio mentre uno stormo di cigni si avvicina alle rive del lago. I cacciatori prendono la mira ma, proprio in quel momento, i cigni si trasformano in fanciulle. La loro regina, Odette, narra al principe la loro triste storia: lei e le sue compagne sono bellissime fanciulle stregate dallo spirito maligno Von Rothbart (il barbagianni), le quali possono assumere forma umana solo durante la notte. L’incantesimo può essere rotto solo se un uomo, che non ha mai amato prima d’allora, giura amore eterno ad Odette. Gli amici di Siegfried si allontanano, lasciando solo il principe con Odette. Siegfried, incantato dalla bellezza della regina delle ragazze-cigno, la implora di prender parte al ballo della sera dopo, in cui egli dovrà scegliere una sposa. Ha inizio un divertissement, composto dalle danze delle fanciulle-cigno, e da un pas d’action, durante il quale Siegfried e Odette si giurano eterno amore. Uno Siegfried che ha dello strepitoso avvolge in un manto di estrema tenerezza il suo giuramento d’amore e fedeltà eterni. Ogni passo del pas d’action esprime i sentimenti dei due protagonisti: la tristezza prima e l’innamoramento poi di Odette, il dono da parte di Siegfried di tutto se stesso all’amata. Roberto esprime con mimica appropriatissima tutte le intense emozioni che stanno sconvolgendo la sua anima. Ma arriva l’alba, e le fanciulle vengono nuovamente trasformate in cigno e volano via. E il sipario si chiude su un fragoroso applauso del pubblico, segno distintivo dell’apprezzamento per tutti i protagonisti.

Il terzo atto si apre sul ballo in maschera all’interno del castello. La regina madre intima a Siegfried di ballare con le sei pretendenti e di sceglierne una come sposa, ma egli rifiuta di scegliere perché non ama nessuna di loro. In quel momento arriva Von Rothbart, lo spirito malvagio in forme umane, accompagnato dalla figlia Odile che ha magicamente assunto le sembianze di Odette. L’intento del mago è quello di far innamorare Siegfried di Odile, in modo da mantenere per sempre Odette in suo potere. La musica espone il tema del fato e il motivo della “fanciulla-cigno” suggerisce la somiglianza tra Odette e Odile, che il pubblico può comunque distinguere dal costume, che nel caso di Odile è nero. Siegfried cerca di avvicinare la falsa Odette, ma partono le danze nazionali cui tutta la corte partecipa. Alla fine delle 4 danze folcloristiche, Odile e Siegfried ballano un commovente pas de deux, al termine del quale Siegfried giura amore ad Odile, per poi lanciarsi in una variazione eseguita con la maestria eccezionale, propria di Roberto, e nella quale Roberto esprime serena felicità per il ritrovato amore; segue poi la variazione di Odile, accolta dal grande applauso del pubblico. I due poi ballano nuovamente insieme e, al termine di questo gioioso pas de deux, Siegfried comunica alla regina di voler sposare Odile e ufficializza la sua richiesta. Con il suo fascino, Odile è riuscita a sedurre il principe; Von Rothbart esultante si trasforma nuovamente in barbagianni e fugge dal castello, mentre a Siegfried appare la visione della sua Odette in lacrime. Si accorge così dell’inganno in cui è caduto e, disperato, abbandona il castello e corre al lago. Dalla gioia cristallina al dolore profondo il passo è breve e la ridda di emozioni che ciò comporta viene resa dal viso di Roberto in modo impareggiabile. Ma il bello deve ancora venire…

Inizia infatti l’atto finale. Vicino al lago, Odette, distrutta, racconta alle sue sventurate compagne il tradimento di Siegfried. Esse cercano di consolarla, ma ormai lei è rassegnata a morire tra le onde del lago, cosicché anche il malefico sortilegio potrà essere rotto. La disperata ricerca di Siegfried termina tra le braccia di Odette, che lo perdona, ed insieme riconfermano il loro amore reciproco, in un pas de deux che definire struggente è un puro eufemismo. Von Rothbart appare per esigere che la promessa di matrimonio venga mantenuta ma, piuttosto che permettere che la sua amata Odette diventi cigno per sempre, Siegfried decide di morire con lei, il che annullerà l’incantesimo e distruggerà Von Rothbart. I due amanti si gettano nel lago e sulla loro morte, e sul loro amore infinito, si chiude il sipario, in uno scroscio incredibile e lungo di applausi.

L’apprezzamento del pubblico, estasiato per lo spettacolo offerto, è veramente percepibile e, d’altronde i due protagonisti lo meritano tutto. Roberto elargisce, soddisfatto, sorrisi a tutto il teatro. Perfettamente accoppiato ad una partner alta quasi quanto lui, esprime una danza elegante e garbata priva di difetti sia nella tecnica che nella mimica e gestualità espressiva. Il suo accompagnare Odette viene eseguito con una grazia naturale che scorre via con magica fluidità. I suoi momenti migliori sono stati quelli del pas de deux del terzo atto, quando è apparso deliziato dai giochetti e dalle sottigliezze amorose di Odile. Zenaida Yanowsky è stata una Odette intensamente drammatica, che ha espresso in ogni passo la sua brama di libertà. La sua straripante forza, legata ad una notevole costituzione fisica, la porta talora ad eccedere e a sviluppare un’azione piena di potenza, che non perde mai comunque la sua grazia. Lei e Roberto sono apparsi una coppia ben assortita e in magica sintonia.
Corro allo stage door per incontrare Roberto. C’è il mondo che lo aspetta. Forse tutto il mondo stasera sembra essere diventato “bollerino”. Non devo aspettare più di tanto perché il DIVINO arriva velocemente, carico di fiori. Si sottopone, con la consueta disponibilità, al rito degli autografi e delle foto, con e per i fans. Anch’io non mi sottraggo e mi faccio sotto, pieno di buoni propositi per complimentarmi con lui. Poi scatta l’effetto Bolle e le parole muoiono in gola, snocciolo due frasi con poco senso e poi chiedo l’autografo. Ma il sorriso che mi rivolge e le emozioni vissute in platea non moriranno mai: come sempre, Roberto riesce a colpire il cuore e lo spirito di chi lo vede danzare. Con l’autografo di Roberto in mano e il suo sorriso nel cuore, mi allontano dal teatro…fino a quando Roberto non mi chiamerà nuovamente all’appello.

Giuseppe

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