Manon, Milano, Novembre 2015

 

14 novembre

In sala si abbassano le luci, si apre il sipario e sul palco ci sono Pereira, Vaziev, i ballerini, gli attrezzisti e tutti coloro che lavorano per la buona riuscita dello spettacolo. Grazie al microfono Pereira dice che sono tutti vicini ai famigliari delle vittime di Parigi e che dedicheranno la serata a loro, perché anche un teatro é stato colpito, ci chiede quindi un minuto di silenzio. Penso che il teatro nel nostro mondo é imprescindibile, é il luogo dove tante cose sono nate, dove l'uomo riflette sul passato, sul presente e dove progetta il futuro, é il cuore vivo della cultura, la culla delle idee e penso che in questo momento non vorrei essere in nessun altro luogo, se non qui dove mi trovo. É esattamente qui che voglio essere. Stasera l'orchestra è particolarmente ispirata, la musica di Massenet é suonata divinamente, credo sia la migliore esecuzione che abbia sentito di un balletto e quando la musica é così intensa é un ulteriore incentivo ai protagonisti sul palco. Disincentiverei invece in ogni modo le foto durante lo spettacolo: i miei vicini in palco foto con il cellulare a tutto spiano e dalla platea nel corso della prima variazione di Des Grieux sono partiti almeno due flash. Si chiama totale assenza di rispetto, in entrambi i casi, figuriamoci poi il flash che distrae e disturba soprattutto in momenti che richiedono grandissima concentrazione.
Mi colpiscono sempre i colori di Manon del secondo atto, queste tonalità di rosso tendenti al mattone, non é il rosso vivo e passionale del Don Chisciotte, é il colore delle ragazze di Madame un colore che ha in sé quel qualcosa di cupo che sembra presagire un tragico finale e che mi fa pensare, forse perchè conosco il balletto, all'ultimo atto, quando ci sono le deportate. Mi sembra che rispetto alle prime Manon, la loro coreografia sia stata modificata, ammetto che io trovavo più efficace quella precedente. Sutera ha sempre una tecnica ben curata che gli permette la sicurezza delle evoluzioni di Lescault e Zeni sa essere un carceriere veramente crudele. Bene il corpo di ballo, forte di esperienza.

Roberto Bolle e Svetlana Zakharova sono stati indescrivibili, c'era fra loro una sintonia ed una intensitá palpabile. Lei si lancia con fiducia nelle prese e nei lift pensati da MacMillan, deve esserci un totale abbandono fra le braccia del partner per rendere Manon nel modo giusto e questo è possibile nel momento in cui si sente il partner presente. L'ho trovata anche più attenta a Manon, l'ultima volta che l'avevo vista, aveva molto della escort, senza quasi interesse per un uomo disposto a tutto per lei. Stavolta invece cambia sì espressione alla vista di vestiti e gioielli, ma la fa sembrare quasi una fobia che la prende suo malgrado, quasi fosse posseduta dal demone del lusso. Se proprio devo trovarle una pecca in una recita che mi è piaciuta tantissimo, è la troppa pulizia ed ordine di abiti nell'ultimo atto.
Roberto Bolle è un Des Grieux che timidamente entra in scena, nascosto dietro ad altri, poi, per caso vede Manon e da quel momento la accompagna fino alla morte. E' un susseguirsi di dettagli e cura di movimenti, supportato da un incessante lavoro di tecnica grazie al quale puo' con sicurezza liberare i sentimenti. E' interessante come il suo Des Grieux cambi e si modifichi nel tempo ed a seconda della Manon che lo accompagna. Le dichiara il suo amore con tenerezza, la coccola in camera da letto come un giovane innamorato, vorrebbe andarsene ma rimane a casa di Madame, guardando incredulo ed inorridito una donna che gli ha preferito i gioielli ma a cui si offre ancora una volta con amore quando ai suoi piedi la guarda dicendole solo con gli occhi che l'unica ricchezza che gli è possibile offrire è il proprio cuore. Ed un cuore straziato, che non dimenticherà, è l'unica cosa che gli rimane quando Manon esala l'ultimo respiro.

Il pubblico applaude a lungo i protagonisti, provati e distrutti dal dramma del balletto, come sospesi in un'altra dimensione i sorrisi arrivano sui loro volti solo dopo qualche uscita.

Tanta folla in attesa all'uscita artisti, dove i protagonisti si sono fermati a lungo firmando autografi e posando pazientemente per tutte le foto.
Sarà una recita che non scorderò tanto facilmente, fatico a trovare le parole che riescano a descrivere con precisione a chi non era presente quello che ho visto. E' stata davvero una serata speciale.

Sara

17 novembre

Sono passati 4 giorni dai tragici avvenimenti di Parigi e Roberto Bolle - dopo la prima di sabato 14 - ritorna sul palco del teatro milanese per danzare, con Svetlana Zakharova, L'Histoire de Manon. 
Dopo aver visto Roberto nei panni di Des Grieux innumerevoli volte ed aver consegnato a questo nostro diario impressioni e sensazioni vissute, é difficile trovare parole adeguate e che rendano giustizia al Des Grieux di questa sera. Mi limito a qualche veloce osservazione su Roberto, senza voler nulla togliere, naturalmente, agli altri artisti.

Nella variazione iniziale il giovane studente esprime con tutta la forza della sua giovinezza il suo amore per la bella Manon.
Nel primo passo a due della camera da letto esplode la gioia dei due amanti dopo la loro 1a notte d'amore.
Gioia che si trasforma in passione sfrenata, nel secondo passo a due ed una estenuante trattativa tra i due amanti. Des Grieux pretende che Manon scelga di stare con lui rinunciando al lusso ed ai gioielli e Manon che lo spinge al gioco e lo costringe a barare pur di ottenere quel denaro che possa dare a lei agi e lusso. 
Nel terzo atto la situazione precipita. Manon, distrutta dalla malattia viene deportata nella colonia penale di New Orleans. Des Grieux fa in modo di essere deportato con lei e dopo un ultimo, toccante passo a due si conclude la vita di Manon. 
Il sipario si chiude sul silenzioso urlo di dolore e disperazione di Des Grieux.

Non c'é molto da aggiungere se non che ogni volta che Roberto interpreta questo personaggio lo arricchisce di nuove ed intense sfumature. Sulla scena Roberto e Des Grieux sono la stessa persona: nelle vene di Roberto scorre il sangue di Des Grieux.
La serata si conclude con applausi lunghissimi, numerose chiamate alla ribalta, ovazioni e standing ovation.
Da parte mia posso solo aggiungere GRAZIE Roberto, ancora una volta hai donato tutto te stesso.

Giovanna

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