Giselle, Mosca, Novembre 2007

 

 

E’ scritto che sarò ad applaudire Albrecht che debutta con il Balletto del Bolshoj a Mosca il 23.11.2007.
Prenoto quindi albergo, volo e chiedo il visto d’ingresso. Decido di volare Alitalia: partenza il 22 alle ore 10,50, ritorno il 25 alle ore 17,35. E’ una tratta cui la nostra compagnia di bandiera è interessata e quindi non ci dovrebbero essere sorprese: grosso errore! Il 21 mattina vengo avvertita che - causa sciopero - il volo dell’indomani è annullato. Fortunatamente trovo posto sul successivo volo Aeroflot delle 12,05 con arrivo a Mosca alle 17,45: SAN ROBERTO !
Devo però essere in aeroporto a MI Malpensa con largo anticipo rispetto alle canoniche 2 ore per passare dalla biglietteria per l’emissione di un nuovo biglietto. Comincio a fare gli scongiuri e
ad incrociare le dita perché tutto fili liscio, senza intoppi. Normalmente parto da casa 3ore prima (1 per il viaggio e 2 per le formalità varie). Questa volta però, vista la giornata particolarmente caotica decido di anticipare e partire 4ore prima: non voglio sorprese!
Ma evidentemente quel che voglio io non conta nulla. Ho la strana sensazione che ci saranno ulteriori intoppi. E poiché il buon giorno si vede dal mattino apro gli occhi alle sei su una giornata grigia, umida, con pioggia intensa e penso che ci saranno rallentamenti ed il traffico sarà più intenso proprio a causa della pioggia. Contrariamente alle mie abitudini (io sono perennemente in ritardo…) alle 7,50 sono già in strada ad aspettare augurandomi che il taxi non sia in ritardo. Passa qualche minuto e squilla il cellulare: è il tassista che mi avverte che tarderà di 10’/15’ proprio per il traffico intenso: tipico di queste giornate. Cominciamo bene, me lo sentivo e mi agito........
Morale: partenza da Monza alle 8,15 per immetterci sulla MI-Laghi impieghiamo 40’ (di norma ne bastano 10’) poi superando tutti i limiti di velocità e sfidando gli autovelox arriviamo alla Malpensa alle 9,25: sospiro di sollievo………..
Ed ora a me la Biglietteria Alitalia. Dilemma dell’impiegata allo sportello: stampo un nuovo biglietto, non lo ristampo? Sì, no, sì, no: ma sì lo ristampo in modo da evitare problemi al check in.
Peccato che la fanciulla ristampi esattamente il biglietto del volo annullato!!!! Intanto sono arrivate le 10.
Al check in di Aeroflot ci accorgiamo dell’errore ma per fortuna ho incrociato un impiegato che utilizza il cervello e poiché era stata fatta una nuova prenotazione non si formalizza e supero anche questo inconveniente.
Finalmente imbarchiamo, ma non è finita: il volo parte con 90’ di ritardo.

Atterro a Mosca con il ritardo con cui sono partita, l’affollamento al controllo passaporti è enorme ed i controlli minuziosi richiedono parecchio tempo. Alle 20,30 ora locale arrivo finalmente in albergo. E’ dalle otto della mattina che sono in giro: esattamente 10ore! Cosa mi fai fare, Divino!

Venerdì 23
Alle 18 sono davanti al teatro (a lato del Bolshoj in ristrutturazione) dove avvengono le rappresentazioni.
E’ ancora presto sono solo le 18,10 ed in sala si entra solo alle 18,50 non mi resta quindi che aspettare. 
Finalmente ci fanno passare, mi siedo al mio posto: la distanza dal palco è al massimo di 10 metri; la sala è piccola, il palco anche, la poltrona n. 5 abbastanza verso il centro. Insomma un posto da favola: se allungo il braccio rischio di toccarlo.

* * * * * * *
I atto
Si abbassano le luci, si apre il sipario: ECCOLO, è così vicino che si vedono le cuciture del costume, le falangi delle dita dei piedi nelle scarpette, si possono contare una a una le ciglia ....... ogni commento è inadeguato.
Un Albrecht tanto innamorato da esserne ammutolito, il respiro affannato, che la segue, la rincorre,
la abbraccia, la bacia: le dimostra in mille modi tutto il suo infuocato amore.
E quando Giselle, fermandosi a contare i petali rimasti della margherita che stava sfogliando, si accorge che il risultato sarebbe stato “non m’ama” e la getta sconsolata, Albrecht la raccoglie e con un piccolo trucco le dimostra il risultato contrario.
Qui nella danza esplode tutta la loro gioia di vivere e di amarsi con un Albrecht tenero, appassionato, ansioso di dimostrarle il proprio amore.
L’arrivo di Hilarion, pure innamorato di Giselle ma da lei ignorato, scatena in Albrecht tutta la sua rabbia e la sua gelosia: se uno sguardo potesse uccidere quello che ho visto in quel momento negli occhi della nostra stella l’avrebbe ucciso.
La festosa e gioiosa danza che segue in quella festa per la vendemmia è la dimostrazione del loro intenso amore. Dallo sguardo, al sorriso, alla gestualità, alla postura, al respiro, tutto in lui parla di amore, tenerezza, passione profonda: io ho la bocca arida, non respiro più, temo di essere sull’orlo di una crisi cardiaca. Osservarlo danzare è una gioia non solo per gli occhi ma ancor di più lo è per l’anima e per il cuore: ti riconcilia con te stessa e con la vita.

Segue l’arrivo al villaggio della promessa sposa del conte Albrecht. Hilarion informa Giselle della vera identità di Loys e qui inizia la seconda parte del primo atto. Si susseguono scene di una tale intensità drammatica da lasciare sconvolti 
La scena della pazzia, interpretata magistralmente da una splendida Svetlana, colpisce tutto il teatro:
il silenzio urla tutta la drammaticità del momento; il pubblico è in stato di choc e con lui Albrecht che – lui pure pazzo dolore - fa di tutto per calmare la sua Giselle impazzita a causa del tradimento subito. Giselle muore e Albrecht distrutto si accascia su di lei.
Chiude il sipario e in sala il pubblico esplode in applausi.

II atto
In questa seconda parte il Divin Roberto ha superato se stesso in quanto a interpretazione e pathos;
la tecnica, si sa, non è mai in discussione-
Il sipario si apre sulla tomba di Giselle, in un bosco. Entra Hilarion, Myrtha la regina delle Villi lo condanna a morte. Le Villi (anime di fanciulle che avendo danzato troppo prima di sposarsi, sono state trasformate in spiriti notturni e obbligano tutti gli uomini che incontrano a danzare con loro fino a morirne) si materializzano e lo spingono ad una danza incessante finchè, sfinito muore

Giselle, che ha perdonato Albrecht e lo protegge con il proprio amore, lo sostiene e lo sprona a vincere la maledizione delle Villi danzando con lui. La danza si protrarrà per tutta la notte: più volte Albrecht crollerà sfinito, senza la forza per alzarsi: il petto ansante, lo sguardo vacuo, non ce la fa più. Solo l’amore di Giselle e per Giselle gli darà la forza – ogni volta - di rialzarsi e di riprendere a danzare.

E ogni volta che Albrecht crolla io crollo con lui, come lui sfinita dalle emozioni, fatico a respirare,i miei occhi si riempiono di lacrime tante e tali sono le emozioni che riesce a suscitare dentro di me. Anch’io sono arrivata al punto da non farcela più: temo veramente di scoppiare.

Sopraggiunge Albrecht con un fascio di rose bianche tra le braccia. Distrutto dal dolore e dal rimorso si inginocchia sulla tomba della sua Giselle diventata anch’essa una Villi e – con amore – deposita le rose una ad una.
Entra Giselle, per sparire subito: Albrecht si aggira disperato poi si accascia la testa tra le mani. Ed ecco Giselle riappare le braccia colme di gigli: danza attorno a lui fino a riscuoterlo dal suo torpore. Iniziano a danzare insieme: una danza carica di dolore e disperazione ma anche di grande tenerezza. Ormai spirito, Giselle appare e scompare lasciandolo frastornato, donandogli i gigli che ha fra le braccia. Intercede presso Myrtha affinchè lo risparmi dalla maledizione e si mette a danzare con lui. Sono momenti di una tenerezza e di una intensità struggente: ogni loro passo, ogni loro gesto trasuda amore; quell’amore che va oltre la morte; quell’amore che, se lo trovi, nessuno ti potrà più togliere. Ai pas de deux si alternano degli assolo tutti con lo scopo di arrivare all’alba e vincere la maledizione che vorrebbe vedere Albrecht morire.
Si arriva così al penultimo splendido assolo al termine del quale crolla ancora una volta a terra.
Ma la notte non è ancora finita e Albrecht non può permettersi di fermarsi: una volta di più Giselle accorre in suo aiuto e – danzando - lo spinge ad alzarsi ed a riprendere a danzare con lei.
Ed ecco l’ultimo assolo quello in cui Albrecht. si esibisce in spettacolari salti (i suoi piedi hanno toccato terra circa 40 volte ).
Durante questo passaggio il teatro esplode in grandi applausi a scena aperta, una vera e propria ovazione che dura per tutta la durata dell’assolo.
Rientra Giselle e riprendono insieme a danzare ma ormai sfinito crolla definitivamente a terra.
Ecco, però i rintocchi che annunciano l’alba: le Villi svaniscono, anche Giselle donando al suo Amato un ultimo fiore, se ne va. Albrecht tenta invano di trattenerla, non è possibile. Sul volto di Giselle il dolore è mitigato dalla consapevolezza di aver salvato la vita al suo Amore. Su quello di Albrecht che stringe disperatamente e appassionatamente quell’ultimo candido fiore, che gli ricorda l’Amore perduto, c’è un intenso, profondo dolore che l’accompagnerà per la vita.
L’incantesimo svanisce, Albrecht grazie a Giselle è salvo, si guarda attorno ma lei non c’è più e lui resta comunque solo con il suo dolore.
Il sipario si chiude ed il pubblico si scatena in un lungo applauso. Poi parte di esso si avvicina al proscenio e - in piedi - continua ad applaudire, ritmando, per 15 interminabili minuti chiamando al proscenio Giselle e Albrecht - che non si negano - numerosissime volte, almeno una decina. Intanto dalle gallerie - dove parte del pubblico è rimasto ad applaudire, giunge più volte un “Bravo Roberto” gridato con voce stentorea. Il nostro Albrecht è visibilmente soddisfatto e felice dell’accoglienza dei moscoviti, delle ovazioni tributategli e del successo conseguito. 

* * * * * * * * * 
Sono in camerino..... passano pochi minuti, Il Divin Roberto finisce di parlare, si volta – mi vede, mi viene incontro e mi abbraccia stretta “Ce l’hai fatta” mi dice. Faccio ricorso al mio ferreo autocontrollo per non lasciarmi andare e scoppiare in lacrime!
Mi fa entrare nel camerino, lo ringrazio per la serata, per quell’essere l’Uomo e l’Artista che è, mi complimento per la sua prestazione e gli chiedo “Roberto, ma chi vuoi conquistare, ancora”? Fa una risatina, la battuta - anche se fatta in modo leggero - , si vede che l’imbarazza un po’.
Questa sera, in quel camerino, la parola “grazie” è stata pronunciata almeno due dozzine di volte e per la maggior parte è stata pronunciata da lui: non è possibile fargli un elogio, un apprezzamento anche piccolissimo senza che lui la dica almeno un paio di volte: è veramente una gran bella Persona.
Con il sorriso sulle labbra e la gioia nel cuore esco dalla stanza e mi dirigo all’uscita, sono da poco passate le 22,30 e me ne torno in albergo: fa troppo freddo per passeggiare e per terra c’è pure ghiaccio.
In albergo, poco dopo le 23 guardo le foto che Roberto mi ha autografato: su una del Don Josè ha scritto “ A Giovanna grazie di tutto Roberto Bolle”. Lui…… a me?............
Il controllo che ero riuscita ad impormi si sgretola ed io mi ritrovo a singhiozzare come una bambina: è veramente una Persona incredibile! Con tre parole mi ha messo in crisi: per come la vedo io l’Artista e l’Uomo Roberto Bolle mi hanno dato e continuano a darmi molto più di quanto si possa immaginare e di quanto io possa restituire.
E’ stata una trasferta emotivamente pesante, temo impiegherò parecchio tempo per recuperare il mio equilibrio. 

Giò

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