Giselle,
Napoli, Giugno 2010
9 giugno
Per i Bollerini ogni
spettacolo del Divino ha una lunga e meticolosa preparazione. Nel caso siano
programmati al Teatro di S. Carlo a Napoli il primo compito è stabilire una
data in cui occupare un intero palco per poter realizzare una delle
mega-sorprese che ci sono proprie. Tra le sei recite di Giselle di Mats Ek si è
deciso dunque che in quella del 9 giugno ci saremmo concentrati e suddivisi i 7
posti di un palco centrale di 2.o ordine. Nelle precedenti recite di aprile
avevamo potuto constatare il successo dello spettacolo e pregustavamo il piacere
dell'appropriazione che Roberto Bolle fa di ogni nuovo ruolo man mano che le
rappresentazioni si susseguono. Mentre fervevano i preparativi dell'addobbo per
il palco seguivamo con attenzione le notizie che arrivavano dai Bollerini
presenti agli spettacoli di NY.
Finalmente scocca il momento della partenza. Arrivo a Napoli per ultima ma con
me viaggia il risultato della nostra fervida immaginazione. Prendiamo posto e
l'entrata in scena di Roberto viene salutata da un lungo applauso. Mi colpisce
come il personaggio prende vita attraverso le diverse espressioni del viso,
mentre i movimenti hanno la consueta leggerezza e maestria tecnica. Questo
Albrecht prima è imperioso, poi perplesso e infine giocoso. Due mondi si
affrontano: i paesani, con i loro saltelli laterali e gli accoppiamenti
istintivi, e i nobili con port de bras aulici e movimenti ampi e formali.
Giselle soccombe e raggiunge in manicomio le altre donne mal amate. A visitarla
arriva prima Hilarion e poi Albrecht. Il loro pentimento ha una diversa potenza
ed è quest'ultimo a dare a Giselle l'occasione di generare un uomo nuovo a
partire dal vecchio, spogliato del passato e raggomitolato in posizione fetale
all'alba della nuova vita.
Al calar del sipario, mentre il teatro urla e applaude, srotoliamo il nostro
addobbo. Al termine delle meritate ovazioni gli spettatori lasciano lentamente
la platea volgendo lo sguardo verso il nostro palco: sembra proprio che anche
stavolta la nostra sia stata un'idea vincente.
All'uscita degli artisti c'è un pressante gruppetto di ammiratori in attesa del
Divino. Noi ci dividiamo i compiti: chi consegna l'addobbo e la busta con la
soluzione del quiz, chi il DVD, chi presenta la new-entry, chi scatta le foto,
chi concorda i prossimi appuntamenti. E' una conclusione festosa per un incontro
ravvicinato con il nostro mito: artista sommo e uomo generoso.
Susy
10 giugno
Lo spettacolo è stato la replica annunciata della stupenda prestazione di Roberto Bolle: il nostro Mito!
Seduta in prima fila che - come ho già avuto modo di costatare in aprile - penalizza la visuale dai piedi alle ginocchia, riesco a scorgere ad occhio nudo e con incredibile nitidezza il susseguirsi delle emozioni che passano sul volto di Roberto, sempre più calato nel suo ruolo. E' come essere su di un ring ad incassare senza sosta una fitta e nutrita scarica di pugni nello stomaco.
Avere la forza di arrivare a fine spettacolo è impresa improba e le conseguenze si faranno sentire a lungo!
Con Adriana lo incontriamo all'uscita dove nonostante l'immancabile assedio, che è peggiore del giorno precedente, possiamo - in santa pace - scambiare due parole e salutarlo con un abbraccio oltre i tornelli della guardiola grazie all'intercessione di chi ormai ci conosce e sa che i Bollerini hanno "il senso della misura e sanno comportarsi con discrezione".
Ancora una volta, però, non riesco a fare una foto a Roberto accanto alla sua Giselle.
Ma mi resta ancora una possibilità: domani.
11 giugno
E' giunto l'ultimo appuntamento, qui a Napoli, con Roberto Bolle per questa moderna Giselle.
I Bollerini sono tutti rientrati nelle loro case ed io mi ritrovo qui, da sola, ad assistere ancora una volta a questo spettacolo del Divino.
E ancora una volta vengo risucchiata nel vortice della danza di questo danzatore. Non un danzatore qualsiasi, no. E' IL DANZATORE! Colui che con la sua Arte riesce sempre ad emozionarci ed a farci vivere serate di sogno.
Per tutta la sera trattengo il respiro, persino nell'intervallo non mi allontano dal mio posto: sono inchiodata lì, preda di un sogno. Ma non sto sognando e gli applausi del pubblico al termine della rappresentazione mi riportano al presente.
In pochi attimi mi ritrovo ai piedi del palco ad applaudire un sorridente e radioso Albrecht che accanto alla sua partner si presenta più e più volte al proscenio per accomiatarsi dal pubblico di Napoli.
Mi avvio all'uscita artisti e sono certa che questa sera mi riuscirà il colpaccio di fare una foto dei due protagonisti. Ormai sono in tanti a sapere di questo desiderio.
In portineria vengo accolta da uno dei custodi che mi riceve con la galanteria tipica dei napoletani, strappandomi un sorriso.
Mi fa passare e poi a voce alta "Prego, dottoressa, si accomodi da questa parte così potrà attendere il Maestro seduta in tutta tranquillità" e mi fa entrare in un secondo atrio che dà sulle scale che portano ai camerini arredato con sedie in stile. Richiude poi la porta che separa dalla portineria vera e propria dicendo
"Così non verrà disturbata". E' incredibile!
Intanto dalla scala scendono incaricati della sicurezza, vigili del fuoco…. Tutti che salutano con deferenza e cortesia: sono allibita! Ad un certo punto la porta si apre ed entra Giselle/Alessandra che già avevo incontrato e salutato dopo le altre recite e che era a conoscenza del mio desiderio di una foto di lei e Roberto insieme.
Mi complimento con lei per la sua davvero splendida interpretazione e mentre aspettiamo Roberto chiacchieriamo un po': è una persona veramente deliziosa.
Ed ecco la voce divina. Roberto arriva sorridente, parlando con le persone che sono con lui. Sgrana gli occhi: so cosa pensa. Il 9 eravamo nell'atrio esterno, ieri in quello appena dopo quello della guardiola, oggi ancora più all'interno! Lo guardo e alzando le spalle annuncio che la prossima volta mi daranno il camerino accanto al suo e scoppiamo entrambi a ridere. Ho in mano un sacchetto con un piccolo cuoricino rosso, pochi cioccolatini e la foto del nostro logo (quello della sera precedente era finito nella buca dell'orchestra e non so se gli è poi stato consegnato): glielo porgo e lo prende ringraziando con un sorriso.
Ed arriva il momento della foto: sulla parete c'è una lampada che viene a trovarsi proprio dietro la testa di Roberto. Risultato: il Divino ha l'aureola! Ne scatto un paio e le sottopongo alla sua approvazione: una sola passa l'esame ed entrambi mi accordano l'autorizzazione a pubblicarla sul nostro sito.
Ancora un saluto a lui ed alle persone che sono con lui poi con Giselle usciamo abbandonando Roberto
tra le braccia delle persone che lo attendono fuori.
Giovanna
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