Trittico, Napoli, Maggio 2004

 

 

1 maggio

Eccoci in treno, diretti a Napoli. Siamo i primi 4 a partire, gli altri bollerini ci raggiungeranno parte in serata e parte la mattina dopo. Per me è il primo spettacolo al Teatro di San Carlo e sono impaziente.
Ci sistemiamo nei due alberghi in cui siamo alloggiati e proviamo a passare in biglietteria, che ovviamente troviamo chiusa essendo il 1.o maggio. Immaginiamo che per Roberto, in scena a Palermo fino alla sera prima, ci sia solo modo di arrivare a Napoli ma non di provare in palcoscenico con l'orchestra. E domani sarà impegnato nella matinée del trittico che ha debuttato 4 giorni fa con un diverso cast.
Ceniamo in una minuscola trattoria a gestione familiare. Al tavolo con noi bollerini anche 3 ex danzatori di 3 diverse nazionalità. Il cibo e la conversazione sono di altissimo livello. Non ascoltiamo solo ricordi delle loro prestigiose carriere ma anche riflessioni sulla carriera strepitosa che sta facendo con grande intelligenza il nostro beniamino. Basta osservare come nei primi 4 mesi dell'anno si sia esibito a Tokyo, per poi passare a Londra con il Royal Ballet, tornare alla Scala per danzare Manon sia con Ferri sia con Romagna, poi prendere parte al Festival Mariinsky a San Pietroburgo, tornare a Londra di nuovo con il Royal Ballet, debuttare in coppia con Svetlana Zakharova nella nuova produzione scaligera del Lago dei cigni, esibirsi a Palermo con Ferri, aggiungendo apparizioni al festival di Sanremo, alla Giornata Mondiale della gioventù, al gala Roberto Bolle & Friends a Bologna: unico, straordinario Divino!

2 maggio

Oggi è il giorno dello spettacolo. Passiamo dalla biglietteria per ritirare i nostri biglietti: occuperemo un intero palco centrale di 1.o ordine. Ma prima ci concediamo una mattina da turisti, con visita al Museo di Capodimonte.
All'ingresso in sala vengo colta da un senso di meraviglia per la grandiosità e la bellezza: e sì che ne ho visti di teatri! Il palco è enorme e siamo comodissimi. In platea riconosciamo Petra Conti con i genitori e l'attore Vincenzo Bocciarelli, mentre in un palco siedono i familiari di Roberto.

La Bayadère è il mio balletto preferito fra i classici del repertorio e il trittico si apre con "Il regno delle ombre" rimontato da Derek Deane. Sento la mancanza del primo incontro tra Solor e Nikiya, così pieno di slanci gioiosi e di caldi sguardi tra i due giovani innamorati. Qui c'è l'atmosfera astratta e ipnotica di un mondo irreale dove i sentimenti sono cristallizzati, un sogno senza tempo significativamente introdotto dalle 24 ombre. Quando lasciano il palcoscenico irrompe Roberto, accolto da un lungo applauso. Anzichè il costume azzurro previsto dalla produzione, indossa il consueto corpetto marrone usato in Scala. I suoi movimenti felini e allo stesso tempo regali divorano lo spazio fino ad arrestarsi ai piedi della visione dell'amata, un'altera Svetlana Zakharova. L'adagio è mozzafiato, con equilibri, estensioni e cambré di un'omogeneità indiscutibile. La coppia è veramente all'unisono e da subito viene premiata dal riconoscimento del pubblico. Molto buone anche le tre variazioni delle ombre. L'orchestra non sembra sostenere il Divino durante il manège della 1.a variazione, ma poi migliora. Ogni virtuosismo viene affrontato e superato senza affanni da entrambi i protagonisti e Roberto regala in chiusura della 2.a variazione il manège con la consueta serie di double assemblé en tournant eseguita come lui ci ha abituato ad ammirare.
Il successo è calorosissimo, i napoletani non lesinano le chiamate e la coppia principale (e principesca) sorride soddisfatta.

Nella 2.a parte il trittico propone una creazione intitolata "La solitudine del vento", piacevole ma non memorabile, per poi chiudersi con "L'Arlesienne" di Roland Petit in cui Giuseppe Picone fornisce un'ottima prova. Peccato che al momento degli applausi tutto venga rovinato ai miei occhi da una specie di sceneggiata poco apprezzabile e molto ridicola.

All'uscita degli artisti non volgiamo nemmeno uno sguardo, sicuri che Roberto abbia lasciato già da tempo il teatro. Ci dirigiamo verso la pizzeria in cui abbiamo deciso di cenare tutti insieme prima che un gruppetto di noi si diriga alla stazione per tornare a Bologna. All'incrocio vediamo con stupore il Divino svettare tra familiari suoi e di Petra Conti. Attendiamo che li congedi per avvicinarci e salutarlo. La nostra trasferta termina nel migliore dei modi.

Susy

HOME