Onegin, Milano, Settembre
2017
23 settembre
Attratta da una “calamita”
E’ questo il mio stato d’animo di sabato sera alla
Scala di Milano.
Assisto, dopo parecchi mesi di astinenza, ad un balletto di Roberto Bolle che
interpreta Onegin. Il
cuore già in tumulto sul treno che mi porta in quel Teatro magico.
Bollerini tutti schierati e pronti. Siamo numerosi,
riempiamo due pachi con la solita voglia di vedere, di ammirare, di sognare.
Roberto, al solito,
non ci delude, riesce in tutto questo e forse anche di più.
Scenografie, musiche e costumi mi donano una
piacevole sensazione. Attendo con trepidazione l’ingresso del
protagonista; poi eccolo in tutto il suo splendore e la Calamita inizia la
sua attrazione. Il
costume di scena nero, il portamento fiero e regale ed ecco che io vedo
solo più lui, mi dimentico di tutto il resto che è sul palco.
Quella scia di energia, quel nero che lo rende
ancora più visibile in mezzo alle scene, mi cattura.
Ero curiosa di vedere l’interpretazione del
primo atto in cui Onegin, un uomo tormentato dalla noia, pronto a
rifiutare l’amore di Tat’jana, porta l’interprete ad assumere un
atteggiamento diverso dalla dolcezza che contraddistingue Roberto.
Fantastico anche in questo ruolo. E poi superlativo nel terzo atto, in cui
dramma e passione sono da lui espressi senza eguali.
La fine dello
spettacolo arriva sempre troppo presto, starei ore ed ore a vedere ancora
e ancora. Al momento dei saluti finali, come per magia, dai nostri
palchi si sente un fruscio... cosa succede? Compare lo striscione dei
Bollerini per “il nostro Onegin”. Un cuore in trepidazione lo ha proposto
e le stesse mani sapienti lo hanno realizzato.
Ma non è ancora tutto
finito penso. Corro all’uscita artisti dove c’è la solita calca che lo
attende. Davanti a me un gruppo di giovani ragazzi passano il tempo ad
elogiare e commentare le prodezze del nostro Eroe. Ma non mi stupisco,
quando si è lì, in attesa di Roberto, si sentono sempre e solo
apprezzamenti e toni alti di eccitazione, di gradimento. Roberto esce,
disponibile come sempre, per autografi, per foto, mai una parola scortese,
mai un no. Lui ha sempre e solo sorrisi e ringraziamenti per tutti.
Resto lì, imbambolata, lo guardo passare, il cuore accelera i battiti e
sento ancora quella attrazione che mi ha calamitato per tutta la sera.
Roberto alla fine si allontana a passo svelto, con il suo incedere
elegante e leggiadro e io penso: ciao Roberto ci vediamo più tardi….
nei miei sogni.
Gabriella
26 settembre
Quando Roberto ha baciato
la rosa prima di porgerla a Marianela ho avuto un tuffo al cuore. Un gesto
semplice ma molto elegante.
In effetti il senso potrebbe essere: io mi sono
rifatta una vita con un uomo che mi rende felice. Tu hai devastato la mia
giovinezza e, lo ammetto, rivederti mi fa ancora un certo effetto. Ma ora ti
ripresenti qui, 10 anni dopo, chiedendomi di lasciare tutto e tutti e
perdonarti... e lo fai porgendomi una lettera, così come feci io con te... mi
spiace, Onegin, mi sa di presa in giro. Ho una mia dignità e da tempo non
permetto più a nessuno di calpestarla, nemmeno a te. Sparisci.
In effetti un Onegin così farebbe rivoltare il sangue
a chiunque. E poi è così
attuale: uomo figo, tormentato (non si sa bene da cosa), annoiato da tutto, che
non ha nessuna voglia di impegnarsi in una storia con quella che considera una
stupida ragazzina... però si prende gioco di lei... perché in fondo è carina.
Quanti ce ne sono??????
Se i protagonisti avessero avuto w/app lui sarebbe uno di quelli che toglie le
spunte per non fare vedere se ha letto o no i messaggi!
Daniela
28 settembre
Stasera mi sono presa lo sfizio - durante il ballo
di Marianela con Zeni - di seguire Roberto con il binocolo secondo per
secondo. Non so come non mi sia scoppiato il cuore. In quei minuti con il
suo corpo e sul suo viso è passata tutta la sua vita: dal primo incontro
con Tatiana fino a quando si è reso conto dell'errore commesso. Insomma si
potrebbero scrivere pagine e pagine solo su questo passaggio per
testimoniare la grandezza del nostro Onegin!
Giovanna
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