Orpheus, Baden Baden, Ottobre 2011

 

 

14 ottobre

Susy: "Oggi è il giorno fatidico, così atteso da renderci agitati per l'adrenalina. Anche Roberto su Twitter ha scritto parole insolitamente drammatiche per lui, a dimostrazione di quanto sia importante questa tappa nel suo percorso artistico:
"chissà venerdì Orpheus cosa sarà... se sarà meraviglioso non so. Di certo non sarà 'come sempre'. Questo balletto è legato a grandi gioie e a indicibili dolori."
Scopriamo gli scorci più pittoreschi di Baden Baden e ci procuriamo le rose da lanciare in palcoscenico a fine spettacolo."

Giuseppe: "Vengo nominato ufficialmente lanciatore di fiori, vista la grande distanza che separa la prima fila, dove siamo seduti, dal palcoscenico. Abbiamo paura che il nostro omaggio floreale non arrivi a lui. So che in quel lancio metterò tutta la nostra stima per lui."

Susy: "Il Festspielhaus è il più grande teatro di Germania e il secondo d'Europa. Sono le 20 in punto quando Neumeier entra in sala salutato da un lungo, caloroso applauso. Si siede e subito si alza il sipario.
La poesia del gesto. Solo così mi sembra che si possa sintetizzare lo stile coreografico di Neumeier. Risuonano le prime note di "Apollo" e già si possono notare i piccoli richiami alla coreografia di Balanchine, come il muto grido, là di Apollo in fasce, qui di Orfeo.
Orfeo è un ragazzino che fatica a comprendere l'investitura paterna. Per i primi quindici minuti si ha sotto gli occhi un quadro familiare, scene da un interno che però ha la solennità dell'Olimpo. Orfeo infine accetta il suo destino e si ritrova sulla terra.
Il nucleo del primo atto si gioca sulla dicotomia tra le due lunghe variazioni di Orfeo. La prima è ambientata a teatro, davanti ad un pubblico accorso numeroso per applaudire l'artista di successo. Sullo sfondo del sipario di velluto rosso Orfeo alza le braccia e risuonano le note di Stravinsky che in Balanchine accompagnano la seconda variazione di Apollo: un'altra citazione. In questo momento la difficoltà tecnica dei passi è il linguaggio di un artista che si esibisce per avere l'ammirazione degli spettatori. Tra di loro appare Euridice che, finiti gli applausi, si unisce ad Orfeo. Il passo a due inizia con entrambi sdraiati, poi lei alza le ginocchia e rotola tra le braccia di lui, Orfeo la solleva e infine lei con la punta delle dita percorre il profilo di lui. Quando si chinano insieme sul violino hanno la tenerezza di due genitori davanti alla culla del proprio figlio. Ma Euridice muore. La pulsione a seguirla agli inferi è accompagnata dalle stesse note che in "Apollo" di Balanchine indicano l'ascesa al Parnaso. Curioso che, come già avvenne per la partitura di "Sylvia" di Delibes, Neumeier colga atmosfere struggenti e malinconiche dove in origine c'era la gloria e la felicità.
Orfeo, muto e solo, non ha altra compagnia che qualche prostituta. Sconvolto, spettinato, danza la seconda variazione, sulla Passacaglia di Biber: una pioggia di virtuosismi che rivelano il suo mondo interiore e che segnano il suo passaggio alla maturità. Ora l'artista non suscita più solamente ammirazione ma soprattutto emozione. Anche gli alberi muovono in armonia i loro rami. Il sipario cala e finalmente il pubblico applaude convinto.
Nel secondo atto, alla presenza di Ermes, Orfeo ed Euridice danzano gli stessi passi e port de bras, ma separati da una barriera traslucida, davanti e dietro alla quale le ombre dei morti hanno movimenti orizzontali a significare la bidimensionalità. Risuonano le note della sonata di Biber per un'altra intensa variazione di Orfeo. Perchè lui possa riuscire nell'impresa di ricondurre con sè Euridice non deve guardarla ed Ermes gli fa indossare un paio di occhiali da sole. Nel passo a due finale si ripercorrono gli stessi passaggi: lui la solleva, lei gli disegna il profilo con la punta delle dita. Infine Orfeo toglie gli occhiali scuri per vederla: entrambi a terra, lei rotola verso di lui per l'ultima definitiva volta.
Il cerchio si chiude, Orfeo è tornato tra i vivi, ma la sua arte tace e il pubblico lo abbandona. Un'unica spettatrice accenna un applauso che ha il sapore amaro del ricordo dei tempi andati. Orfeo scende dal podio, le acque del fiume escono dal loro alveo e lo accolgono, quasi a rappresentare un battesimo che cancelli la colpa di aver perduto per sempre l'amata."

Giuseppe: "Soppesiamo ogni passo, ogni espressione sul viso del nostro, lo spettacolo ci rapisce e si arriva all'epilogo."

Susy: "Il sipario cala ed esplode la festa del pubblico che acclama prima la coppia dei protagonisti Roberto Bolle ed Hélène Bouchet, poi tutta la compagnia di Amburgo. Roberto si dirige verso le quinte e fa uscire Neumeier: si abbracciano e sorridono. A tutti i danzatori viene consegnata una rosa e a Neumeier un grosso bouquet variopinto. Non ci facciamo cogliere impreparati e lanciamo i nostri bouquet, che Roberto raccoglie con evidente piacere."

Giuseppe: "Più e più volte il Re della Danza viene chiamato al proscenio e i nostri fiori arrivano ai suoi piedi. Ha un sorriso celestiale, gli si legge la felicità sul volto: è palesemente soddisfatto e noi con lui."

Susy: "Le chiamate durano 13 minuti. All'uscita degli artisti sfilano tra gli applausi tutti gli interpreti principali, che poi si dirigono al rinfresco. Roberto arriva per ultimo ed è molto felice. Ci abbraccia a lungo come se volesse assaporare ogni momento di una serata indimenticabile, vissuta con sentimenti intensissimi oltre che con profonda fatica: in quale altro balletto il protagonista danza in continuazione?"

Giuseppe: "Deflagra l'effetto Bolle. Il suo sorriso e la sua cordialità sono disarmanti, noi siamo tutti eccitati e le parole stentano ad uscire. Alla fine escono i complimenti, i sorrisi, le strette di mano, gli autografi, le foto. Ci sentiamo dei privilegiati per aver potuto assistere ad uno spettacolo del genere. Salutiamo Roberto e, dopo una cena in compagnia, rientriamo tutti in hotel. Siamo spossati ma rimangono le forze per esprimere ancora una volta il nostro grazie a chi ha il potere di donarci simili emozioni. Domani si ricomincia: Roberto ci aspetta per il secondo spettacolo. E NOI ci saremo, ancora più numerosi."

15 ottobre

Sara: "Sono le 5.55 e sono in coma, ho dormito piuttosto male, il viaggio, l'Orfeo i km da macinare, il dispiacere per chi non sarà con noi stasera.... ho duemila pensieri........ le notizie ricevute dagli amici bollerini  che erano in teatro ieri però mi caricano: scrivono che è stata una serata straordinaria......
Ore 7.15 sistemiamo i viveri in macchina e partiamo, la cuoca ha preparato muffin, crescenta e sgonfiotto, c'è da banchettare e da mangiare per almeno una settimana. É prestissimo quindi in un battibaleno raggiungiamo la frontiera svizzera, non ci fermano perché per essere più veloce ho acquistato il contrassegno per l'autostrada all'Aci, anche se mi è costato un paio di euro in più. La Svizzera è davvero piacevole da attraversare ha un paesaggio meraviglioso che non affatica l'autista, un po' pesanti sono invece i limiti di velocità imposti :(, a volte mi sembra di andare a rilento come le mandrie di mucche che scorgo al pascolo attorno a noi. Blocco al Gottardo in entrata e blocco più avanti, ma siamo partite con largo anticipo, in men che non si dica siamo a Basilea. Ci fermiamo un secondo per sgranchirci le gambe e rispondo agli amici bollerini che si stanno godendo Baden Baden. Al nostro arrivo in Germania, Lia mi fa notare che non essendo tedesca avrei dovuto fermarmi a fare dogana sull'altro lato.... fa niente ormai sono passata...... dopo circa un'altra ora di viaggio, iniziamo a scorgere il cartello Baden Baden, la meta si avvicina e non sono neanche le due e mezza. Mancano venti km, quando l'autostrada si blocca, in un'ora percorriamo sì e no 3 km, l'aria inizia a farsi pesante e le chiacchiere che avevano reso agile e veloce il nostro viaggio si smorzano fino a spegnersi del tutto: nell'aria si concretizza quel che pensiamo ma che nessuna ha il coraggio di esprimere ad alta voce..... il timore di non arrivare. Tutto sommato sono ancora abbastanza tranquilla..... ci sono dei lavori in corso e ci fanno uscire dall'autostrada siamo a 23 minuti da Baden, ma scompaiono i cartelli: Baden Baden non c'è, Karlsruhe è scomparso, ad un certo punto vengo presa dal panico, non so che direzione prendere ed ho solo una gran voglia di mettermi a piangere: dopo tutto questo trambusto, dopo aver lasciato i genitori a casa a darci delle matte per questo viaggio spericolato non possiamo non arrivare in tempo!!!! Lia ad una rotonda scende al volo e blocca la macchina dietro, non parlano né inglese né francese, neanche lei capisce come, ma intuisce che alla rotonda successiva bisogna andare a destra e dovrebbero riapparire i cartelli. Magia magia, è proprio così, ma non si avanza di un cm, i minuti trascorrono il navigatore continua a segnare 19 minuti da Baden Baden, non si avanza, inizio a perdere le speranze, informo gli amici bollerini sugli sviluppi e loro sono nell'angoscia insieme a noi. Inizio a pensare di chiamare l'albergo perché ci attenda per il check in, altrimenti dobbiamo anche dormire sotto il ponte. Inizio a pensare che non arriveremo mai in tempo, lo spettacolo è alle 19, lo sconforto mi chiude completamente lo stomaco, ho addirittura la nausea."

Giuseppe: "La notte non è riuscita a stemperare tutto il turbinio di emozioni che Roberto ha creato in ognuno di noi. Viviamo la giornata nell'attesa della replica: il pensiero corre sempre al palcoscenico, a quel Dio che balla per noi."

Susy: "La scorta di fiori è causa di qualche batticuore non previsto, nonostante ci fossimo mossi con largo anticipo."

Sara: "Finalmente alle 17.20 la situazione si sblocca e ci muoviamo. Arriviamo in albergo appena in tempo per il check in, ci cambiamo e trafelate arriviamo in teatro. Dobbiamo ancora ritirare i biglietti, ma ormai il peggio è passato. Alla nostra entrata in teatro ci accoglie il poster dell'Orfeo. Iniziano a ronzarmi le orecchie, mi sento come se fossi in nave, ora che siamo giunte e destinazione l'adrenalina scende, sono così in coma che non riesco neanche a salutare a dovere gli amici bollerini. Ho bisogno di sedermi di respirare e di riprendermi per apprezzare pienamente lo spettacolo."

Susy: "In teatro noi bollerini siamo più numerosi rispetto a ieri e dunque più sparsi nelle prime file della platea."

Giuseppe: "Ma eccoli! I Bollerini da Bologna sono finalmente arrivati. Stiamo bene insieme perché c'è un collante favoloso a legarci. E inizia la replica."

Sara: "Un applauso scrosciante accoglie l'entrata del coreografo, una cosa che mi è piaciuta davvero molto. Lo spettacolo inizia. Per me è stata la ciliegina sulla torta: dopo aver seguito i balletti interpretati da Roberto, la sua evoluzione come danzatore, dal classico al moderno fino a Neumeier e Cranko, dove la drammaturgia ha un aspetto così rilevante, mi mancava un balletto creato apposta per lui. Il Divino ne sentiva la necessità come interprete ed io come spettatore. Neumeier scandaglia e mette a nudo il suo animo, esplora gli elementi più nascosti e li rivela, plasma Roberto e gli permette di esprimersi attraverso la tecnica, la costante e continua presenza in scena e nell'alternanza di momenti fra una danza fluida e continua e una danza quasi spezzata e ripiegata su se stessa. L'Orfeo di Neumeier per Roberto è Roberto nel suo modo di sorridere e sorprendersi, nel suo essere pensieroso, una ricerca delicata, ma allo stesso tempo impegnativa della danza e dell'espressione."

Susy: "Come sempre i balletti di Neumeier richiedono diverse visioni per cogliere al meglio i tanti dettagli e i tanti simboli della sua narrazione. Il ruolo è così aderente alle caratteristiche di Roberto che non è possibile immaginarlo danzato da altri. Orfeo evolve da giovane ribelle in giubbotto di jeans a carismatico divo in giacca con le code, da profondamente innamorato a folle disperato. Sul suo volto si alternano gioia e pianto, nei suoi movimenti il volo leggero e la percussione rabbiosa del pavimento.
La sintonia con i danzatori dell'Hamburg Ballet è fantastica, eccezionale il sincronismo con l'Apollo di Edvin Revazov, intrigante il dialogo con l'Ermes di Kiran West, commovente l'affiatamento con l'evanescente Euridice di Hélène Bouchet."

Giuseppe: "Indago molto più a fondo il balletto, scruto molto di più la faccia e le espressioni di Roberto, cerco di scoprire le coreografie di Neumeier pur non essendo un esperto. E noto cose nuove, elementi nuovi, che Roberto rende nel miglior modo possibile: mi scopro, stupito di me stesso, mentre cerco di interpretare i pensieri di Neumeier e ciò che Roberto fa per render questi pensieri visibili. Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto, ma come spesso dico ai miei amici “quell'uomo sul palcoscenico ha su di me un potere enorme”. Roberto svela per me, per noi cose recondite: la sua arte rende visibili cose che i miseri occhi umani non riescono a notare. L'arte è scesa su di lui, nello stesso modo con cui Apollo e Calliope infondono l'arte in Orfeo. Perché Roberto è Orfeo: non può essere altrimenti. Solo lui poteva interpretare così magicamente un ruolo così difficile."

Sara: "Lo spettacolo finisce in una valanga di applausi; mi dispiace sia già finito, avrei voluto rivivere immediatamente la magia che riesce a creare il Coreografo grazie alle qualità del Danzatore."

Susy: "Anche stasera le chiamate durano 13 minuti. Noi invece raddoppiamo i lanci alternando bouquet di lunghe rose rosse a piccoli bouquet variopinti. Roberto afferra al volo uno dei bouquet di rose rosse."

Susy: "Poi si spegne l'ultimo applauso e mentre il teatro si svuota la nostra delegazione viene chiamata e condotta in palcoscenico. Tra sbarre ed elementi scenici ritroviamo Roberto circondato dai familiari. Ancora abbracci, foto, autografi con il consueto siparietto della scelta del pennarello più gradito per firmare. Il pensiero va ai bollerini assenti, trattenuti a casa per gravissimi impedimenti. Sicuramente non mancheranno alle prossime recite di Amburgo."

Sara: "Che serata indimenticabile, conclusa a cena con gli amici bollerini fra sorrisi e quattro chiacchiere. Domani torneremo tutti a casa e ci aspetta un lungo viaggio, ma sono certa non ci affaticherà perché Orfeo è qualcosa di irripetibile."

Giuseppe: "Per me c'è l'abbraccio finale e una calorosa stretta di mano all'uscita degli artisti. Poi tutti a cena assieme, a raccontarci le nostre emozioni indicibili e a condividere tutte le nostre sensazioni.
Ci portiamo dietro tutta la sofferta e profonda interpretazione dell'Orpheus. Rimane nei miei occhi il dolore per la morte di Euridice, dolore partecipato con gestualità espressiva davvero sublime, che trasmette veramente tutta la disperazione per la perdita dell'amata. E che dire della sofferenza nel realizzare che nemmeno la musica, rappresentata dall'onnipresente violino, riesce a mitigare la tragedia interiore di Orfeo? Ma di fronte alla disperazione, sta tutto il sorriso, sta tutta la soddisfazione di Roberto, così palese nell'essere riuscito ad ammaliare tutti noi e ad aver vinto la sua sfida. Mai dimenticherò il gesto della presa al volo dei fiori da me lanciati, e la sua stretta di mano, così carica di significati, all'uscita degli artisti. Rinrazio Roberto per tutto ciò che mi ha regalato: ha tutta la mia stima e il mio affetto. Lui meritava la nostra presenza per questa sfida lunga due anni e noi BOLLERINI c'eravamo per dire grazie ad un vincitore, quale lui è. Alla prossima."

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