Manon, Parigi, Maggio 2015

 

 

6 Maggio

Partita da Bologna con sempre vivo il ricordo della recita di Manon con Roberto Bolle e Darcey Bussell a Torino nel 2005: bisognerebbe non farsi preconcetti ma ci sono serate che rimangono scolpite nella memoria.
I bollerini sono seduti nella fila dietro alla rappresentanza del fan club giapponese e insieme siamo euforici per la fortuna di essere presenti.
Applausi da subito per la variazione di apertura, il magnifico legato con cui Roberto incatena i passi dell'adagio e il controllo dei relevé e delle linee sono indescrivibili. Il successivo passo a due racconta a gran voce la capacità di trovarsi in sintonia con la partner. Il pubblico comincia a scaldarsi e dopo il passo a due della camera si scatena l'entusiasmo. Des Grieux lascia Manon e comincio ad attendere la reazione di Aurélie Dupont all'arrivo del fratello. Ecco la prima sorpresa. La sua Manon non sceglie tra amore e ricchezza. Semplicemente é convinta di poter avere entrambi. Nessun rimpianto per quel che si lascia alle spalle e nessuna smania per la prospettiva di ricchezza che le si apre davanti.
Il secondo atto sviluppa questa linea interpretativa, con una Manon altera per bellezza e gioielli come una star da colossal hollywoodiano al punto da richiamare alla mente Liz Taylor in Cleopatra. Intorno a lei i belli e dannati del suo ambiente e un solo cavaliere fuori posto, contrapponendo l'amoralitá di tutta questa gioventù bruciata alla purezza di Des Grieux fino a quando anche lui cede e accetta di barare al gioco. Da lí continua la sua caduta verso il baratro, prima col duello, il ferimento di Monsieur GM e la fuga e poi con l'uccisione del carceriere, la nuova fuga e la morte di Manon. Inutili tutti i suoi tentativi di proteggerla e salvarla, la sua disperazione via via piú profonda davanti alla resa di lei. La realtà li condanna senza appello. Esausti e commossi si inchinano al pubblico delirante che scatta in piedi e li applaude per 10 minuti. Roberto si sposta a lato per lasciare la scena alla sua partner, la applaude sorridente mentre lei non trattiene le lacrime davanti ad una dimostrazione d'affetto così. A memoria non si ricorda un tale tripudio.

All'uscita degli artisti ritroviamo Roberto estremamente felice per l'esito dello spettacolo e dopo aver sottolineato le particolarità che hanno caratterizzato la prima recita, gli diamo appuntamento per la seconda.

In albergo é impossibile prendere sonno e la stessa sensazione è confermata dalla nostra stella, con cui continuiamo a lungo a interagire attraverso i social network.

8 Maggio

Ottimi posti in platea e in Balcon per il gruppo dei bollerini e dei gemellati giapponesi che si sono aggiunti ai presenti alla prima recita. Ormai sono preparata eppure mi sorprende notare la padronanza tecnica e psicologica di Roberto, perfettamente a suo agio sul palcoscenico parigino eppure così isolato rispetto al mondo corrotto che lo circonda e lo annienta. Nel primo atto mi colpisce come Manon possa sedere davanti a Monsieur GM senza alcun turbamento sullo stesso letto in cui fino a un attimo prima gioiva d'amore per Des Grieux. Roberto è pieno di slanci e per tutti scelgo a dimostrazione la posa in quarta relevé con le braccia alzate, segno di estasi amorosa all'inizio e di asservimento disperato dal secondo atto in poi. E tra tutti i passaggi memorabili, dalla variazione dell'incontro nel primo atto a quella di supplica nel secondo, mi trovo ad assaporare con sommo gusto quella sulla banchina di New Orleans.
Il secondo spettacolo si rivela ancor più convincente in scena e il pubblico in sala é ancora una volta calorosissimo anche se la standing ovation parte più tardi rispetto alla prima.

Susy

Inspiegabile l'emozione di arrivare a Parigi per assistere all’Histoire de Manon con Roberto Bolle e Aurélie Dupont all’Opéra Garnier come l'ansia di non arrivare in tempo perché il volo atterra a Orly alle 18, con un ritardo di un'ora, quando lo spettacolo inizia alle 19.30 della stessa giornata; l’adrenalina è tanta.
Arrivati al Teatro pochi minuti prima dell'inizio, eccoci in sala, ancora non mi rendo conto di essere all’interno dell’Opéra National de Paris… è la prima volta. La sala è molto bella e ricca, con poltroncine in velluto rosso e oro, i posti sono in seconda fila, da qui si possono vedere anche i musicisti nella buca dell'orchestra.
La prima scena è ricca in costumi di colori vivaci che ci rallegrano. Quando entra il nostro cavaliere Des Grieux il suo andamento è elegante, vestito con un costume bianco profilato con passamaneria dorata. Il suo incedere regale incanta lo sguardo, è estremamente raffinato mentre cammina e guarda il libro che tiene in mano, non curante delle svariate signorine che chiedono la sua attenzione. Penso che sia realmente così cavaliere, onesto e disposto a donare sé stesso senza preclusioni anche nella realtà ed è per questo che il personaggio che interpreta trovo gli si addica particolarmente.
Da questa compostezza Des Grieux passa ad un atteggiamento di attenzione ed interessamento nei confronti della protagonista interpretata molto bene da Aurélie Dupont. Questa giovane e bella donna di nome Manon Lescaut è un personaggio combattuto tra l’amore per il poeta Des Grieux e la sua brama di denaro e ricchezza. Il cavaliere inizia a corteggiarla passando attraverso svariati stati d'animo che ci comunica molto bene. Il passo a due del corteggiamento è ricco di movimenti molto ampi, inchini e aperture delle braccia. La mia attenzione è attirata a tal punto da loro, da farmi perdere il contatto con la realtà, mi sento magnetizzata... questa è la differenza, penso, tra "guardare" ed "essere rapiti" da qualcosa.
Il viso di Roberto irradia gioia, lo sguardo ed il sorriso rivolti verso l'alto ci dimostrano quanto sia grande il suo amore e come voglia gridarlo all'infinito. Aurélie è molto brava e comunicativa il loro passo a due è qualcosa di passionale ed emozionante. Trovo molto interessante questa coreografia.
Proseguendo nella storia le espressioni del viso di Roberto che recita e danza anche da fermo diventano via via più addolorate, difficile seguire tutta la scena si è portati a seguirne ogni suo movimento. La sua disperazione diventa angoscia anche per noi che lo guardiamo, tutti i movimenti, il portarsi le mani al volto e lo sguardo al cielo, questa volta come invocazione di aiuto, il cercare Manon correndo in scena, rendono tutto molto reale.

Il balletto finisce con la tragedia della malattia e della morte di Manon, questo momento è interpretato da Aurélie e Roberto in modo talmente doloroso da comunicare agli spettatori quanto di più tremendo l'animo umano possa sopportare: la perdita di una persona amata, il sentirsi impotenti di fronte alla morte ed alla sofferenza.
Il pubblico impazzisce alla fine ed applaude senza soluzione di continuità per svariati minuti i ballerini ed anche il Direttore d’orchestra Martin Yates.
Aurelie è visibilmente commossa, a fatica trattiene le lacrime, si abbraccia con Roberto in scena ed entrambi salutano a lungo il pubblico.
Ho apprezzato molto anche il suono ed il fraseggio di questa orchestra giovanile e particolarmente espressiva diretta con gesto di ottima qualità.
Esilarati ci rechiamo all’uscita artisti per salutare e complimentarci con loro.
Aurélie paziente fa autografi e si fa fotografare.
Roberto si ferma a chiacchierare con tutti come se nulla avesse fatto fino a quel momento, ma dopo ore di danza non dovrebbe essere stanco? 
Facciamo una foto col gruppo di bollerini e ancora sulle nuvole ci allontaniamo.

Maria Romana

12 Maggio

Sembra ieri quando nel 2008 - reduce da quella memorabile serata al Colosseo - arrivavo per la prima volta a Parigi ed entravo all'Opera Garnier. "Quelle grandeur!!!" Oscurata solo dalla danza di quell'Armand che aveva debuttato nel ruolo solo 14 mesi prima alla Scala di Milano. 
Sono passati quasi sette anni da quel 26.6, il ricordo ancora vivissimo..... 
Sono tornata per le 5 recite de L'Histoire de Manon: Roberto Bolle sarà il Des Grieux di Aurélie Dupont che darà l'addio alle scene il 18 maggio.
Dopo le due serate memorabili del 6 e dell'8 mi aspettavo di entrare in teatro meno tesa: così non è, non potrò condividere in diretta gli avvenimenti della serata con i Bollerini ed i gemellati giapponesi che sono tornati alle loro case. 
L'adagio del 1° atto del giovane studente Des Grieux, preda del colpo di fulmine per Manon, é un'appassionata dichiarazione di amore eterno: un compendio sublime di tecnica ed interpretazione. Il pubblico ne è conquistato.
Il primo pdd della camera da letto è un crescendo di infuocati slanci amorosi dei due giovani, un inno all'amore di coppia: stupenda l'intesa di Roberto ed Aurélie.
Nella prima parte del secondo atto l'attenzione è tutta per Manon che si esibisce da sola e con i quattro gentiluomini.
Ostenta la sua bellezza con alterigia e con dignità regale: sotto gli occhi di un possessivo Des Grieux roso di gelosia.
Arriva il momento del 2° pdd della camera da letto. Quello che vede esplodere la passione sfrenata, la richiesta a Manon di rinunciare al lusso in favore dell'amore per lo squattrinato giovane amante e la resistenza di lei che lo affronta quasi prendendosi gioco di lui: vorrebbe avere entrambe le cose. 
A volte però la vita ci pone in situazioni non volute. E' il caso di Manon che accusata di prostituzione é deportata nella colonia penale della Louisiana. Des Grieux, il cui amore non conosce limiti, segue il suo cuore e fa in modo di essere deportato con lei. 
Nella scena dello stupro da parte del carceriere la Manon di Aurélie è meravigliosa. Nonostante sia sfinita dalla malattia ed ormai prossima alla fine reagisce con forza e grande dignità alla prepotenza brutale del guardiano. L'arrivo di Des Grieux, che lo uccide, pone fine alla violenza. I due fuggono tra le mangrovie, qui finisce per Manon il sogno di una vita dorata ed è tra le braccia di colui che ha comunque sempre amato che si spegne la sua vita. 
E' un passaggio straziante: il corpo di Manon/Aurélie a terra senza vita; il muto grido di dolore, braccia tese e viso rivolto al cielo di DesGrieux/Roberto. Il pathos raggiunge vertici che l'animo umano fatica a sopportare. 
Attimi di silenzio assordante prima che il pubblico si riscuota in scroscianti lunghi minuti di applausi e l'ormai rituale standing ovation. Palese e contagiosa la commozione di Aurélie e Roberto.
Uscita artisti, poche le persone ad attenderli.
Esce Buillon seguito da Aurélie. Dopo una decina di minuti arriva anche Roberto che si sofferma a parlare con alcune delle persone che lo attendono. Mi ritrovo a fare da fotografa ad una ragazza italiana che da qualche tempo vive qui. E' estasiata ed incredula dalla gentilezza e disponibilità di Roberto. Mi incammino con lui; fatti pochi passi, raggiunto l'angolo della via, sentiamo chiamare a voce alta, più volte, il suo nome. Sono due giovani fan francesi che, trafelate lo hanno raggiunto. La più intraprendente gli si rivolge in italiano, cercando le parole. Roberto sorride e "Vous pouvez-le dire en francais". Lei parte a raffica con complimenti e quant'altro e quasi si inginocchia davanti a lui pregandolo e supplicandolo di tornare, loro lo aspettano. Promettilo! gli ripete due volte. Quando se ne vanno commento con Roberto che è la prima volta che mi capita di vedere qualcuno per nulla colpito dall' "effetto Bolle" a quei livelli.
Il suo saluto prima di lasciarci è "hai trovato il biglietto per il 18?". Naturalmente la mia risposta è negativa ma prometto che, se mai lo troverò, lui sarà il primo a saperlo!

14 Maggio

A meno di un miracolo - ed io ce la metterò tutta perchè questo accada - stasera sarà l'ultima sera all'Opera Garnier per questa meravigliosa Manon.
Dei quattro biglietti, che per più di un mese ho così faticosamente cercati e rincorsi ed infine trovati sul sito dell'Opera Garnier ed alla Biglietteria telefonica, quello di questa sera è in prima fila centrale! Se è vero che nulla succede per caso e tutto ha un suo perché, mi vien da pensare che il 18 vedrò la Manon di Aurélie e Roberto sì a Parigi ma.... al cinema. Per fortuna mi sono munita del biglietto per tempo perché quasi tutte le sale sono già sold out. 
Raggiungo il mio posto e vengo subito assorbita dall'atmosfera del balletto. 
Roberto è appena entrato in scena e da quel momento per me inizia il supplizio. 
Gli occhi si inumidiscono. Temo di sapere come andrà a finire così mi premunisco di un pacchetto di kleenex.
Quando Des Grieux inizia il suo adagio io inizio a singhiozzare silenziosamente, gli occhi fissi su di lui e sulla sua stupenda ed espressiva danza. Completamente immedesimata nella vicenda dei due innamorati non c'è uno stop alle mie lacrime. Con la coda dell'occhio vedo la signora accanto a me osservarmi preoccupata.
Uno dopo l'altro seguono il 1° pdd della camera da letto, la danza di Manon con i 4 gentiluomini. Non c'è sosta alle mie lacrime mentre osservo Roberto che durante l'esibizione di Aurélie si aggira, possessivo e furioso, folle d'amore, di rabbia e di gelosia. Ogni pezzo è un susseguirsi di dichiarazioni d'amore, di passione smodata, di danza ed interpretazione di una perfezione senza uguali. Gli applausi del pubblico sottolineano con calore tutti i passaggi. Non ci sono barriere alla mia commozione come non ci sono limiti alle emozioni che Aurélie e Roberto, con la loro prestazione, fanno arrivare fino ai presenti in sala. 
Questa interpretazione così intensa e vicina alla perfezione è il filo conduttore di tutta la serata. Si arriva così all'epilogo di questa vicenda drammatica con Manon che esala l'ultimo respiro tra le braccia di un disperato ed impotente Des Grieux.
La calorosa e lunga accoglienza del pubblico è documentata dal video dei saluti.
Lo stesso video documenta la grande commozione di Aurélie, in lacrime. Dietro a lei, un altrettanto commosso Roberto, smette un attimo di applaudirla per asciugare le lacrime che sono comparse anche nei suoi occhi. 
Lascio il teatro cercando di ricompormi prima di dirigermi verso la Galleria dell'Opera dove Roberto incontrerà i fan per autografare loro i suoi Dvd.

18 Maggio

"Le follie sono le sole cose che non si rimpiangono mai" (Oscar Wilde)

Doverosa premessa per il nostro diario on line.
Quando il 2 aprile si è avuta notizia ufficiale (da qualche tempo già se ne parlava sui forum francesi) della partecipazione di Roberto Bolle alle 5 recite di "Manon" a Parigi per "les adieux" di Aurélie Dupont il teatro dell'Opéra era già sold out da mesi. O meglio, biglietti se ne trovavano sì online, a prezzi più che raddoppiati. Decido quindi di non andare a Parigi e di vedere lo spettacolo in diretta al cinema.
Ma.... una bollerina, fiduciosa delle sue passate esperienze all'Opéra, riesce a convincermi ad acquistare volo e prenotare albergo. E' certa che un biglietto lo troveremo, a costo di metterci in coda alle 4 del mattino del giorno stesso. Una vera follia..... 
La ricerca dei biglietti delle quattro serate precedenti si concretizza - non senza fatica ed impegno - in tempi relativamente brevi e saremo in teatro, almeno per le prime due recite, in quattro. 
L'ansia permane per il 18: monitoraggio per i resi dei biglietti sul sito internet dell'Opéra più volte al giorno ed altrettante telefonate alla biglietteria telefonica: un lavoro a tempo pieno! Cosa non si fa per amore del nostro Roberto/Des Grieux!
Un paio di giorni dopo l'arrivo a Parigi, il giorno 7, acquisto un biglietto per il cinema più vicino a Palais Garnier: le precauzioni non sono mai troppe!! 

18.5 ore 8, cielo tersissimo di un azzurro intenso e temperatura 7°.
Dopo essere passata allo stage door a lasciare il nostro "in bocca al lupo" a Roberto mi presento all'ingresso della biglietteria. Davanti a me ci sono già 21 persone, ciascuna ha diritto a 2 biglietti a visibilità ridotta del costo di 10 euro. Sono la n. 22. I cancelli apriranno solo alle 10 e la biglietteria alle 11,30!
Il tempo passa in fretta chiacchierando con le altre persone in coda, venute da ogni parte della Francia, non solo, per vedere Roberto e Aurélie. Si parla del balletto, di lei e, naturalmente di lui. Della sua bravura, del suo carisma e.. della sua bellezza riassunti in poche parole: "Oh quant'è bello, quant'è bravo!" Alle 12,15 ho già in mano il mio biglietto, niente male anche se bisognerà allungare un po' il collo ma l'importante è esserci! L'atmosfera che si respira in teatro, che si respirerà questa sera in particolare non avrà uguali. 
Ma non sono ancora contenta! Troppo ingorda! 
E inizio un'altra fila, quella per avere un biglietto migliore: sono la seconda. C'è solo da sperare che ci siano dei resi. Qui non c'è limite al numero di biglietti acquistabili e per fortuna la ragazza davanti a me ne deve prendere solo 3. Questa biglietteria aprirà in base all'orario in cui il sistema caricherà i resi e, comunque, al massimo un'ora prima dell'inizio spettacolo (h. 19,30)
Per più di due ore restiamo solo in due poi la coda comincia ad allungarsi. Incontro, tra gli altri, un'italiana, vive all'estero, si trova qui di passaggio per lavoro e vuole rivedere Roberto che ha già visto in questi anni soprattutto a NY. 
Ci mettiamo a chiacchierare amabilmente, scambiando notizie ed informazioni molto interessanti... Le ore volano.... scambio di indirizzi con la promessa di restare in contatto e di una collaborazione che entrambe auspichiamo fruttuosissima.
Alle 17 mi raggiunge una bollerina ravennate e quando alle sei si apre la biglietteria entrambe riusciamo a scegliere due bellissimi posti nell'Orchestre! Dire che sono al settimo cielo è un puro eufemismo!
10 lunghe ore di coda, senza mangiare né bere. Sono certa che stasera Roberto ed Aurélie mi sazieranno abbondantemente con la loro danza, il loro amore, la loro passione, la bellezza delle loro anime e dei loro corpi, le emozioni dei loro cuori! 
Folle di gioia volo (si fa per dire) in albergo a prepararmi.

h 19,30 pronta per la grande serata: ma se sono così tesa io, come si sentiranno Des Grieux e Manon? Le note dell'orchestra mi catturano, mi trasportano fuori dal mio corpo, indietro nel tempo, all'epoca in cui si svolge la storia di Manon. Cosa mi sta succedendo? Trattengo il respiro mentre seguo l'assolo di Roberto e il pdd della camera da letto dopo l'amore, prepotentemente coinvolta da quanto avviene sul palcoscenico. Il passo a tre di Aurélie con Lescaut e Monsieur GM mi lascia un po' disgustata dall'atteggiamento di Manon - complice il fratello - inequivocabilmente teso a vendersi in cambio di una vita lussuosa ed agiata.
Regale ed altera Aurélie nella danza con i quattro gentiluomini. Afflitto, avvilito Roberto che si aggira incessantemente nella sala cercando di riprendersi la sua Manon.
Pur di riuscirci cerca freneticamente di vincere al gioco - barando - il denaro sufficiente per fuggire con lei. 
Mi ritrovo nuovamente nella camera da letto per un altro stupendo, appassionato pdd ricco di atteggiamenti contradditori. 
Negli intervalli scambio qualche parola con alcuni conoscenti, faccio da fotografa ad una amica che desidera una foto con Manuel Légris ma resto sempre.... immersa in un mondo parallelo.
Terzo atto. Si consuma inesorabilmente la tragedia di Manon e, conseguentemente, quella di Des Grieux che con un muto grido di dolore si arrende alla morte del suo unico grande amore. 
Ho visto Roberto danzare Des Grieux con innumerevoli partner: Ferri, Novikova, Zakharova, Kent, Yanowsky e Dupont. Tutte diverse le loro Manon ed è comprensibile. Ciò che più ogni volta mi stupisce di lui è la sua poliedricità. Ogni volta il suo Des Grieux mostra qualcosa di diverso: mille le sfaccettature del ruolo che interpreta. Anche stavolta non ci sono state eccezioni.

Cala il sipario ed il pubblico, che più volte ha applaudito a scena aperta durante la serata, esplode con ovazioni ed è da subito standing ovation che si prolunga per 25'. Quasi subito tutti i danzatori sul palcoscenico si ritirano ai lati lasciando Aurélie sola: su di lei scende una pioggia di stelle senza fine. Si avvicina poi a Roberto, lo prende per mano e lo trascina con sé al centro della scena: è il suo Grazie ad uno straordinario generosissimo partner, danzatore incomparabile che ha fortissimamente voluto accanto in queste cinque recite d'addio alla sua vita d'étoile.
Anche questa sera la loro commozione è molto forte e si riversa sul pubblico dell'Opéra.
Finisce così una serata memorabile che resterà per sempre nella storia della Danza mondiale.
Come sempre, al momento dei saluti, mi rammarico di non poter applaudire quanto vorrei. Ho un compito istituzionale da svolgere: è giusto che questi istanti siano documentati. A volte però non ce la faccio più e mi scappa qualche "bravò". E se poi la posizione non è ottimale perché gli spettatori davanti si agitano o la commozione supera il livello di guardia diventa estremamente difficile mantenere la mano ferma.

Giovanna

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