Dama delle camelie, Parigi, Marzo 2007

 

 

26 Giugno

Come testimoniare il nostro orgoglio al pensiero di Roberto che interpreta Armand sulla scena del Palais Garnier con la compagnia dell’Opéra di Parigi? Ci affanniamo a cercare un fiorista che possa comporre un bouquet tricolore e sono accaldata per aver percorso oltre due chilometri sotto il sole quando finalmente approdo all’ingresso degli artisti con il nostro omaggio. L’addetta è però inflessibile: mi fa lasciare i fiori su un ripiano e lì Roberto li troverà solo a fine spettacolo.

Nell’atrio incontro amici e amiche, rappresentiamo l’amore per la danza in tre diversi paesi: l’Italia, la Francia e il Giappone. Alcuni hanno già visto le recite precedenti con altri cast e sottolineano come la partner di Roberto, l’étoile Agnès Letestu, sia sembrata poco innamorata dell’altro suo Armand, l’étoile Hervé Moreau, come se la tristezza per la sua sorte le impedisse di vivere la passione e la felicità. Queste opinioni e la consapevolezza che per la prima volta dopo le minute Ferri e Lacarra a Roberto toccherà affrontare una coreografia impervia con una partner molto alta, mi spingono a concentrarmi ancora di più nel seguire lo spettacolo per coglierne tutte le sfumature, sia tecniche sia emotive. Il posto avuto dalla sorte mi aiuta: sono in prima fila centrale e subito dietro di me ci sono in fila tutti gli altri amici, tanto da sentirci catapultati in scena in mezzo ai ballerini. Al centro della prima fila del Balcon invece è presente un altro bolognese: Stefano Accorsi, seduto tra Laetitia Casta e l’étoile Liane Daydé.
Roberto entra in scena e sembra un tornado, gli occhi gli brillano, la sua passione è palpabile e tutti i danzatori in scena vengono contagiati dalla sua carica. Il primo passo a due finisce con tanti applausi che testimoniano come l’intesa tra i due protagonisti sia emozionante e come Roberto abbia inciso sull’interpretazione della sua partner. Nel foyer infatti una ex ballerina mi dice: “Letestu séduite, de la belle danse. Ses arabesques, sa maturité…“
A fine intervallo mi siedo rinfrancata da questi elogi su Roberto e mi preparo al crescendo del secondo atto, con il passo a due bianco e il finale della lettera. Già il passo a due fa esplodere il teatro e anche il direttore d’orchestra si ferma per applaudire. Quando poi Roberto legge la lettera e la rabbia lo travolge, l’emozione raggiunge il culmine, gli applausi a scena aperta e i bravo sommergono la musica e io mi ritrovo a piangere.
Sarà così sino alla fine, con il sipario che si alza per 5 minuti. Chi aveva già visto Roberto lo scorso anno sottolinea come sia stato bravissimo e sia ancora migliorato. Poi ci ritroviamo all’uscita degli artisti e Roberto, carico di fiori, si ferma prima a parlare con Accorsi e poi con noi bollerini. 
Intanto sono usciti i danzatori francesi e alcuni si fermano a parlare con i familiari di Roberto. Emmanuel Thibault commenta che raramente si assiste a serate così speciali e uniche.
Anche il sabato è un trionfo, gli applausi finali si prolungano per 9 minuti. Roberto si trattiene con noi per una foto di gruppo e poi se ne va in taxi salutandoci con la mano.

Susy

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