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Anche se il balletto è intitolato
a Manon (giovane innocente e manipolata o amorale?), dal punto di vista
coreografico il ruolo preponderante è quello del protagonista maschile.
Roberto lo descrive così: "Potrebbe essere un perdente, visto il destino che gli tocca, ma in realtà è un vincente: segue l’amore e fa ciò che il cuore gli detta. La sua passione va oltre ogni limite. Una sfida importante, per interpretazione e tecnica." Analisi drammaturgica della coreografia (in
inglese): L'interpretazione di Roberto e delle sue partner commentata dai Bollerini: Nel primo atto Manon-Marta gioca. Gioca con Des Grieux, con i regali che le fa Monsieur G, con Monsieur G stesso. Nel secondo si trasforma in un’ipnotica sinuosa vipera, lasciando intuire che il suo veleno letale porterà alla tragedia. Le braccia diventano spire che attirano gli uomini come prede. Solo per un attimo sul finire dell’atto riaffiora brevemente il tema del gioco ma è uno sprazzo fugace. La tragedia incombe. La marionetta che viene ghermita dalle braccia del carceriere si spezza definitivamente davanti agli occhi sgomenti di Des
Grieux.
Manon-Bussell ti cattura piano piano, ti seduce con dolcezza e tu spettatore sei suo: la schiaffeggeresti alla festa e correresti a soccorrerla in palude e quell’ultimo atto? La vedi che piano piano la vita se ne va ad ogni passo……….
Che ballerina fantastica, è Manon persino quando si gira di schiena e rimane così, mentre scherza con Monsieur … è un attimo che li ti sbagli e diventi bisbetica e non Manon.
Des Grieux-Roberto è un crescendo continuo, sempre più innamorato di Manon e sempre più inevitabilmente legato al triste destino della storia. L'assolo del primo atto intanto è di una dolcezza incredibile, mi commuove la bellezza di questo amore puro, candido. Poi nell'assolo del secondo atto, quando si dispera perchè Manon non vuole tornare con lui, trovo particolarmente belli i movimenti delle braccia davvero carichi di disperazione. E del finale dico che le ultime note in cui lei è morta e lui la solleva strisciando, trovo quel suo insinuarsi disperatamente sotto la schiena di lei con quegli occhi lucidi qualcosa di meraviglioso...
Manon-Bussell non cresce durante il balletto, perché non c’è n’è mai bisogno…non c’è nemmeno un secondo in cui non sia perfettamente lei…nell’iniziale smorfioso compiacimento nell’accorgersi di piacere agli uomini, nell’abbandono all’amore di Des Grieux, nell’attrazione per il lusso, nel suo cedersi agli uomini che possono acquistarne la bellezza, nel suo corrompere l’anima dell’amato per riaverla, nella lotta interiore in cui si strugge tra l’abbandonare le ricchezze che tanto ama e seguire l’amore che tanto la appassiona, nel tragico abbandono finale, nel dolore di andarsene, di non essere più tra le braccia di Roberto…no scusate intendevo dire Des Grieux… ma chi è in fondo: è l’uno o è l’altro?! Dove finisce Roberto e dove comincia Des Grieux? Dove comincia e dove finisce la complicità tra Manon e Des Grieux e quella tra Darcey e Roberto non so spiegarlo, perché non si percepisce soluzione di continuità. Il loro primo pas de deux è qualcosa di indescrivibile. Due corpi, una musica e una passione.
La chiave di lettura che Bussell dà del personaggio di Manon è la consapevolezza della bellezza. L’uso elegante ed armonico delle braccia e delle mani sembra domandare: “Quanto sono bella? E quanto più bella sarei se fossi coperta di gioielli?” L'interpretazione di Roberto commentata dalla stampa anglofona: «Darkly devastating, caught up in his obsession with Manon, he treats MacMillan's steps with the eagerness of a man hungry for physical release as for emotional fulfilment. He makes brave, bold arcs of movement, hangs securely on to an arabesque and sinks deep into a luscious fifth position as if savouring the interplay of muscle and academic manner. It is a visually beautiful reading, and his ardours - from ecstasy to anger - seem unforced and utterly
believable.» (Clement Crisp per il Financial Times) |
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