Bolle & Friends, Milano, Gennaio 2020
Diciamo che, per varie ragioni, non metto il
2019 sul podio dei migliori anni della mia vita... l’esercizio che sto
facendo è trovare le cose più belle per ricordarlo (dato che dimenticarlo
sarà impossibile). Una di questa sicuramente è stato un regalo speciale e
inaspettato: i biglietti per il primo spettacolo del 2020 di Roberto
Bolle. Apre la serata il Pas de deux dell’Atto I de L’Histoire de Manon ovvero l’ebbrezza dell’amore appena sbocciato tra Manon (Hee Seo) e Des Grieux (Roberto Bolle). Grazie alla loro sublime interpretazione e a quel bacio interminabile e appassionato, io sono già col cuore a mille. Questa straordinaria coppia ritorna in scena nella seconda parte del galà, proponendo il tragico epilogo dell’Histoire de Manon, cioè il Pas des Deux del III atto. “Una scelta coraggiosa” ho pensato tra me e me, visto che (così come praticamente chiunque) avevo ancora negli occhi uno dei momenti più belli di Danza con Me: la performance in questo stesso Pas de Deux in coppia con Svetlana Zakharova. Chi se la sarebbe sentita di osare tanto? Risposta: una incredibile Hee Seo, che insieme a Roberto ha dato una interpretazione che definire struggente è riduttivo. Altrettanto stellare la partnership di
Roberto con Melissa Hamilton: “Borderlands” e “Caravaggio” i due pezzi in
cui si esibiscono insieme: sintonia perfetta sia a livello fisico e
tecnico, così come di “animo artistico” di fronte alla quale non si può
che esultare ed applaudire (anche a scena aperta, soprattutto al momento
del bacio “acrobatico” in Caravaggio, per il quale giuro gratitudine
eterna al coreografo Mauro Bigonzetti). Ma questo galà ha un titolo dal quale non si
può e non si deve prescindere: ROBERTO BOLLE and Friends e allora... ecco
che posso finalmente concentrarmi su Two e Waves, brani finali
rispettivamente della prima e della seconda parte. Due Assoli-Assoluti:
per creatività, modernità, ma anche per talento e bellezza di Roberto. Su
Wikipedia di Russel Maliphant, coreografo di Two, si dice che: “Egli
privilegia in particolare il lavoro sui contatti e l'equilibrio dei pesi
tra ballerini e dà un posto importante al ruolo della luce nella
percezione del movimento da parte dello spettatore”. Ed è esattamente
questo quello che vedo: Roberto Bolle (che per me già emana luce di suo) e
la luce, studiata attentamente da uno dei più celebri light designers del
mondo della danza (ah, davvero si pensa ancora che sia fatta “solo” di
ballerini???). Quando mi sentirò a corto di energia penserò a come mi sono
sentita al termine di questo pezzo. Emozione dopo emozione, si arriva al finalone
(rima pessima... sorry). Daniela
Roberto ci ha regalato uno spettacolo da brividi e lacrime: friends strepitosi, un continuo di applausi a scena aperta, lui celestiale. Ogni millimetro del suo corpo emanava energia e incantava. Ancora una volta ho pensato: non è umano ma un essere disceso dall'Olimpo... Gabriella |