Bolle & Friends,
Milano, Giugno 2022
18 giugno
La prima ha sempre un sapore speciale.
L’emozione è palpabile, la puoi sentire vibrare
nell’aria, respirare sul palcoscenico.
Certo, il cast è sempre d’eccezione, ma in ogni
caso gli artisti aspettano trepidanti la risposta di noi pubblico.
E noi eravamo estasiati,
entusiasti emozionati quanto i ballerini e le ballerine.
Lo spettacolo si è aperto direttamente con la
magia di “Tre Preludi”. Danzano Roberto Bolle e Melissa Hamilton. Sono
perfetti, come sempre, armoniosi come fiori, sono due farfalle divise ed
unite allo stesso tempo dalla sbarra, fedele compagna, punto fermo nella
vita dei danzatori e delle danzatrici, dal quale ogni giorno partono e al
quale approdano nel loro viaggio nelle emozioni. È un incanto guardarli,
trasmettono la gioia di poter ballare ancora insieme.
Roberto balla cinque
pezzi, uno più bello dell’altro.
Personalmente ho amato molto “In Your Black
Eyes” su musica di Ezio Bosso. Ha toccato corde profonde del mio sentire,
mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi, il dolore, la passione per la
vita, la gioia, le domande senza risposta, tutto è arrivato dritto e senza
indugio dentro di me.
Il pezzo finale su e con la batteria “Duel” è
stato un’iniezione di energia allo stato puro! Fantastico vedere Roberto
duellare e flirtare con il ritmo delle percussioni, quanto l’ho amato!
Tutti i pezzi in realtà sono molto belli,
tanto che mi viene la tentazione di tornare e ritornare ancora per
rivederli. Al
termine dello spettacolo, aspettiamo trepidanti l’uscita di Roberto e dei
suoi Friends, per la consueta raccolta di firme sul programma.
Amo vedere la reazione
dei ballerini e ballerine, che si stupiscono sempre un po’ della nostra
presenza, del fatto che li aspettiamo per condividere con loro la nostra
gioia. Io quando
posso aspetto fuori proprio perché, al di là del gioco felice di raccolta
delle firme, sento il desiderio di ringraziarli per le emozioni e la
bellezza che mi hanno trasmesso, perché torno bambina, mi si asciuga la
gola, e non riesco a dire un bel niente. Mi sento un po’ idiota, ma poi,
davvero, ammetto, mi piace molto; questa capacità di emozionarmi voglio
tenermela stretta stretta a me.
Quindi grazie, ancora una volta, per la gioia, i
sogni, la leggerezza. E le firme!
Paola
20 giugno
In un torrido lunedì sera milanese, scelgo di
tornare a teatro per assistere allo show #3 dell’edizione 2022 di Roberto Bolle
and Friends - lo spettacolo di danza ideato dalla nostra “etoile dei due mondi”
che, anno dopo anno, porta in Italia una selezione di eccellenti danzatori che
si alternano sul palco o danzano con lui.
L’obiettivo è ambizioso e - ormai - molto chiaro:
rendere la danza più fruibile dal grande pubblico, anche quello meno “appassionato” ed esperto, dando un assaggio di vari
generi: classico di repertorio, neoclassico, contemporaneo, senza tralasciare
qualche sperimentazione “pop”.
E mai come in questa edizione personalmente ho
percepito la coerenza e la determinazione con le quali Roberto Bolle ed il suo
staff lavorano affinché la bellezza di questa arte possa arrivare a tutti ed
ottenga l’attenzione ed il rispetto meritati; un impegno serio di cui Roberto
recentemente si sta facendo carico anche in sedi istituzionali.
La scaletta dei vari pezzi è
per me un viaggio di emozioni e suggestioni che mi lascia senza fiato.
Tre Preludi, è puro splendore:
Roberto e Meilissa Hamilton danzano la coreografia di Ben Stevenson, O.B.E.
sulle note di Rachmaninov eseguite dal vivo dal pianista Marco Samuel.
Roberto posta spesso splendide foto sui social e a me
piace fare gli screenshot e tracciare delle linee rosse per evidenziarne il
livello di perfezione geometrica ed armonia. In questo pezzo, Roberto e Melissa
mi hanno regalato migliaia di linee, archi e figure geometriche, nitide e
meravigliose, quasi come se sapessero di questo mio giochino. Un po’ come quando
una canzone ti tocca così tanto che pensi sia stata scritta per te: sai che non
è vero e che ci sono migliaia di altre persone che provano la stessa cosa, ma tu
hai proprio la sensazione che parli di e con te.
Dopo una apertura così
sfolgorante, cosa proporre al pubblico se non un grande classico di repertorio?
Ecco quindi il Corsaro, musica di Drigo e coreografia di Petipa, interpretato da
due stelle internazionali dai nomi quasi impronunciabili: Anastasia Matvienko e
Bakhtiyar Adamzhan, perfetti in quello che è il primo dei 4 pezzi in scaletta,
scelti per rappresentare la danza classica più tradizionale.
Terzo balletto in scaletta:
“In Your Black Eyes” - coreografia di Patrick De Bana e musica di Ezio Bosso. In
scena Roberto Bolle in un assolo che ai miei occhi e al mio cuore risulta essere
un misto di magia, emozione, bellezza e struggimento. Un pezzo che valorizza
moltissimo il lavoro di ricerca che Roberto da anni sta facendo su se stesso e
sul suo modo di danzare. Uno come lui che per età, risultati e altissimi livelli
raggiunti, potrebbe “accontentarsi” e stare “nel suo” e invece eccolo lì a
sperimentare una espressività diversa, più intima e introspettiva. Impossibile,
davvero, trattenere le lacrime di commozione.
Siamo al 4o pezzo e dopo aver
visto un assolo di Roberto Bolle così speciale, arriva puntualissimo un classico
dei classici: “Il lago dei cigni” - quasi a ricordarci che quel Roberto che ci
ha appena fatto commuovere proviene da qui, ma è andato avanti perché nella
danza come nella vita, indietro non si torna: bisogna sempre guardare oltre.
L’interpretazione è affidata a Fumi Kaneko e Vadim Muntagirov che brillano per
accuratezza e non potrebbe che essere così: i classici sono difficili da portare
in scena proprio perché rappresentano la storia della danza, della cultura e
dell’arte in generale. Non si può che amarli ogni volta.
“O” è titolo del quinto pezzo
in scaletta ed è anche l’espressione della mia faccia per tutto il tempo
dell’esibizione di questi due fenomenali danzatori contemporanei: Casia
Vengoechea e Toon Lobach. Un passo a due di danza volutamente in contrasto con il
precedente e non posso fare a meno di pensare che sia semplicemente geniale
rappresentarli uno dopo l’altro.
La parola che riesco ad associare a questo pezzo è
fluidità e non aggiungo altro per non togliere il gusto della scoperta a chi mi
sta leggendo e non lo ha ancora visto.
Il viaggio nelle emozioni
continua ed ora tornano in scena Roberto e Melissa, una coppia che sembra nata
per danzare insieme.
L’Altro Casanova - musica di Vivaldi e coreografia di Gianluca Schiavoni - è una
ulteriore declinazione di un passo a due ancora diversa dalle due precedenti.
Qui vediamo plasticità e forza, intensità e passione in un gioco delle parti che
porta i danzatori a mangiarsi con gli occhi e non solo. In alcuni passaggi il
brusio del pubblico testimonia il livello di connessione con ciò che sta andando
in scena.
La serata prosegue senza interruzioni e a questo
punto, per tornare al classico, ma mantenere quel pizzico di “pepe” che ormai
abbiamo assimilato arriva il Don Chisciotte, che per me è uno dei balletti del
cuore. Mi piace la musica di Minkus e la coreografia di Petipa mi fa tornare
alla mente ore e ore di studio (con scarsi risultati, ma vabbé…io mi diverto
così!). Misa Kuranaga e Bakhtiyar Adamzhan non deludono le aspettative del
pubblico che ormai è pronto agli applausi a scena aperta.
SENTieri - no, non è un errore
di battitura. Il titolo è scritto così: metà maiuscolo e metà minuscolo. La
coreografia è di Philippe Kratz, lo stesso di “O”, e siccome mi ha incuriosito,
ho cercato e trovato sul web una sua spiegazione di questo pezzo creato nel
2014: “Quando mi tornano alla mente momenti della mia infanzia li rivivo
intensamente, sento di nuovo la mia risata, il salato delle lacrime sulle
labbra… A volte però non è la memoria ad accendere in me quelle sensazioni, al contrario, sono
le emozioni del momento che riportano in vita lontani ricordi ed è bello sentire
che mai dimenticherò i passi e le tappe che mi hanno fatto crescere”. Non le
dimentica di certo Roberto, che si aggiunge a Casia Vengoechea e Toon Lobach
dando vita ad un pezzo a tre eccezionale. Le note di Chopin eseguite dal vivo da
Marco Samuel e il suo pianoforte non fanno altro che completare ed impreziosire
l’ennesima perla della serata.
La serata sta volgendo al termine e torna in scena
Anastasia Matvienko, stella ucraina che ha lasciato il Marijnski Theatre per via
della guerra. Può sembrare un dettaglio, ma non lo è per una danzatrice che
interpreta La morte del cigno, brano del repertorio classico tra i più noti al
mondo e danzato dalle più famose ballerine: nel 1907, in occasione di un gala
dell’Opera Imperiale Mariinsky venne creato su misura per Anna Pavlova, da poco
ballerina del teatro Mariinsky, dal suo amico e coreografo Fokine, il quale
qualche anno dopo parlando de “La morte del cigno”
chiarì anche, quale secondo lui fosse il vero scopo
della danza: “creare il simbolo della lotta eterna in questa vita e in tutto ciò
che è mortale”. Più che commentare la performance, mi sento invece in dovere di
prendermi un momento di riflessione su tutto quello che sta accadendo.
Quasi a scuotermi da queste
riflessioni ecco che arriva Duel, il pezzo di chiusura, che spetta ovviamente a
Roberto - Deus ex machina di questo incredibile show. Si tratta di un pezzo
eseguito su musica composta ed eseguita dal vivo da Giuseppe Cacciola, che è… il
batterista della filarmonica della Scala. Sì, batteria dal vivo e Roberto che
danza vorticosamente su coreografia di colui che riesce a tirare sempre fuori
l’anima più “pop” di Roberto: Massimiliano Volpini, che per me - permettetemi il
gioco di parole - è un gran “Volpone”. Roberto sembra estenuato da questo duello
(e magari lo è per davvero!) ma la batteria è funzionale per il gran finale.
Roberto torna in scena con tutti i Friends ed il Teatro degli Arcimboldi esplode
in un fragoroso lunghissimo applauso scandito ed esaltato proprio dal groove
della batteria.
Uno spettacolo che merita il successo che sta
riscuotendo con 8 serate consecutive al Teatro degli Arcimboldi per poi
proseguire a Roma, Firenze, Verona, Genova ed infine Taormina. Dopo di
che, a settembre, Roberto torna a Milano per OnDance - accendiamo la
danza… ma chi mai vorrebbe spegnerla questa arte meravigliosa?
Daniela
23 giugno
E’ il 47.o Roberto Bolle and Friends che vedo e
come ogni volta il programma si rivela sorprendente: si inizia con un brano
visto a Bologna 15 anni fa e si chiude con una nuova creazione.
Tre preludi con Melissa Hamilton è una grande gioia,
la coreografia si appoggia sapientemente alla musica eseguita dal pianista in
scena e i corpi dei due danzatori disegnano forme perfette. I celebri passi a
due lasciati ai virtuosismi dei più giovani raccolgono applausi prolungati.
Anche Muntagirov sembra galvanizzato.
La creazione di De Bana già ammirata a Bologna si
conferma un indiscutibile successo, con il pubblico trascinato dalla palpabile
profondità dell’interpretazione. Le frasi musicali si fanno incalzanti e anche i
passi, dapprima trattenuti, diventano via via più disperati. Gli applausi
scrosciano e sembrano non voler finire.
L’altro Casanova sempre con Melissa Hamilton è
stratosferico e mi viene spontaneo pensare che piaccia a tutti: ormai ci sono
brani il cui successo si può dare per scontato. Non altrettanto scontata è la
reazione alla coreografia di Philippe Kratz che Roberto danza con Casia
Vengoechea e Toon Lobach: per me è questa la grande sorpresa del programma. Già
adoro che il pianoforte sia in scena, poi il romanticismo di Chopin immerge in
un’atmosfera altamente emotiva. Mi sono ritrovata nelle sensazioni di Canon, non
perché sono tre i danzatori che interagiscono fra loro ma perché percepisco lo
stesso spirito di legame relazionale nel ricordo. Questa aggiunta al repertorio
di Roberto si rivela l’ennesima scelta azzeccata, che raccoglie consenso
unanime. Duel mi ha
fatto subito pensare ad un videogame, come se Roberto fosse l’eroe di Prince of
Persia: a ogni livello il protagonista deve correre veloce, saltare in alto ed
evitare di venire trafitto. La batteria, più che accompagnare i passi, fa
sentire l’adrenalina del giocatore. Capisco la scelta di non chiudere il gala
con “In your black Eyes” come a Bologna, in fondo alla meditazione deve seguire
la gioia. La felicità di Roberto Bolle è condivisa dai Friends e dal pubblico
che non accenna a lasciare la sala e chiama ripetutamente al proscenio tutti gli
artisti.
Susy
È passato un tempo che mi pare infinito dall'ultima
volta che ho fatto il viaggio in compagnia di Susy, è stato quindi davvero
un piacere andare a Milano insieme a lei, pregustiamo l'attesa dello
spettacolo entrando molto presto a teatro e facendo quattro chiacchiere su
tutti gli arretrati che abbiamo messo insieme in questo lungo periodo
senza esserci viste. La serata apre con i Tre preludi, non posso che
ammirare l'armonia e le proporzioni di Roberto e Melissa, sono talmente
belli e complementari che potrei stare a guardarli per ore anche immobili
sulla scena per bearmi di tanta perfezione e bellezza, mentre li guardo
non posso che domandarmi se un pò di bellezza in più, sparsa qui e là e
per bellezza non intendo necessariamente una certa fisicità, ma qualunque
cosa possa regalare pace ed armonia, non farebbe bene a tutti, rendendo il
mondo un posto migliore in cui poter vivere. Ho già visto In your
black eyes ma lo vedrei all'infinito, ha qualcosa di speciale ed
intrigante. Averlo già visto pensavo mi tenesse al riparo dall'ondata di
travolgenti emozioni che tanto mi aveva presa e commossa in precedenza,
invece, niente da fare, si insinua con gentilezza e garbo fra i pensieri,
complice anche un costume all'apparenza molto semplice ed essenziale, ti
prende e ti travolge con nuove sfumature e nuove riflessioni, nuove
associazioni che si creano nella mente; è quello che succede quando si
trova il perfetto connubio fra coreografo ed interprete. Lo trovo un
cammeo prezioso nella musica, nei movimenti, nella scelta del cambiamento
della dinamica, per me è da vedere e rivedere e chissà che in futuro io
non riesca a gestire meglio tutte le diverse emozioni che mi fa provare.
Roberto Bolle ti sfido: vediamo se la prossima volta la vinco io e non mi
commuovo. Al momento la bilancia depone tutta a tuo favore visto che mi
batti 4 a 0. L'altro Casanova lo trovo davvero splendido, rimango
ammaliata anche per questa coreografia dai due sublimi interpreti, avrei
di tutto cuore una richiesta di bis da esternare per vederli sul palco
un'altra volta, mi rendono ben disposta ed in pace nei confronti di tutti.
Poi c'è Kratz, che a me solletica ed incuriosisce, Roberto stavolta fa
parte di un trio che pennella l'aria di forme e disegni, si unisce, si
lascia, ha momenti diversi di singolo, si ritrova, si interseca, il gioco
che ne esce mi piace da morire, non posso che pensare che sembra che
questi tre danzatori lavorino insieme da sempre. Conclude la serata,
prima dei ringraziamenti finali, Duel, un assolo creato per Roberto su
batteria, semplicemente infaticabile dopo i quattro pezzi che lo hanno
preceduto e le percussioni richiedono, a mio modo di vedere questo brano,
grande forza e decisione. Che dire? Nonostante ormai sia diverso tempo che
vado a vederlo, Roberto Bolle non smette mai di sorprendermi e stupirmi,
non solo riesce sempre a creare una serata interessante con una proposta
di brani diversificata e con ospiti di eccezione, ma nella proposta di
coreografie anche per se stesso, si vede il piacere di provare diversi
stili e dinamiche di movimento, in tutti questi pezzi così diversi lo
guardavo e pensavo che è proprio un Ulisse della danza, che lo muove la
curiosità ed il piacere della scoperta, e ne restituisce a noi spettatori
un grande spettacolo. Grazie a lui ed a tutti i suoi collaboratori per la
magnifica serata, resa ancora più speciale da tanti brani suonati dal vivo
con maestria e passione, perché la musica dal vivo, quando ben suonata
come stasera, arricchisce come un gioiello prezioso una serata che è già
per le sue caratteristiche di brani ed interpreti di grande pregio.
Sara
24 giugno
Ogni spettacolo di Roberto non è una sorpresa, è
una certezza. Certezza che sarà sempre un'emozione, che sarà perfetto,
impeccabile. La serata di venerdì non ha tradito le aspettative. Molto
azzeccata anche la scelta dei "Friends", alcuni erano di vecchia data,
praticamente una presenza immancabile ad ogni Roberto Bolle and Friends,
come Melissa Hamilton, e altri che non conoscevo, e che si sono rivelati
una sorpresa. La serata ci ha regalato un paio d'ore intense, senza
interruzioni. E' iniziata con un pezzo di musica classica: Tre Preludi.
Tre brani suonati al pianoforte dal pianista Marco Samuel, sul palco
insieme a Roberto e Melissa. Una coreografia elegante e aggraziata,
iniziata prima con un pezzo alla sbarra, poi proseguita a corpo libero.
Roberto e Melissa ballano insieme da anni, io li vedo sempre molto
affiatati, è una collaborazione ormai consolidata e li trovo splendidi
insieme. Si prosegue con Il Corsaro, un altro pezzo classico che ho già
visto in varie occasioni. Stavolta è ballato da Anastasia Matvienko e
Bakhtiyar Adamzhan, un ballerino kazako che viene dal teatro di Astana. Lo
avevo scoperto l'anno scorso all'Arena di Verona, e si è riconfermato
fantastico. Ha un'elevazione pazzesca, fa dei salti sul palco che mi
lasciano a bocca aperta. Bakhtiyar ballerà in seguito anche uno
splendido Don Chisciotte insieme a Misa Kuranaga.
Dopo di lui torna
in scena Roberto, con quello che secondo me è uno dei brani più belli
degli ultimi tempi: In your black eyes, sulla musica di Ezio Bosso. E' un
pezzo che dura oltre 10 minuti, e che ti incanta per tutto il tempo.
Roberto è solo sul palco, vestito di nero, con una camicia con le giuste
trasparenze, interpreta questa musica con pathos, alternando momenti più
leggeri, ad altri in cui la musica è incalzante e si percepisce la
sofferenza che questo brano vuole trasmettere. E' una coreografia molto
interpretativa.
Segue Il lago dei cigni, un classico
intramontabile. Lo interpretano Vadim Muntagirov, primo ballerino del
Royal Ballet di Londra, con Fumi Kaneko, sua collega. Di questo brano, già
visto varie volte, adoro sempre quella serie infinita di fuettes, che
credo poche ballerine riescano a fare. Vadim si conferma un ottimo
ballerino, e anche lui, in quanto a salti ed elevazione, è sbalorditivo.
La sorpresa della serata sono stati per me Toon Lobach e Casia
Vengoechea, due nomi mai sentiti prima di venerdì sera. Entrambi
giovanissimi, soprattutto Toon, che sembra proprio un ragazzino. Hanno
interpretato un brano di musica contemporanea ("O", questo è proprio il
titolo) di cui mi ha colpito soprattutto il movimento delle gambe e dei
piedi, che mi ricordava quello dei burattini, così snodati e ondeggianti.
La stessa coppia ballerà poco dopo, insieme a Roberto, un altro brano
contemporaneo: "SENTieri", una coreografia che ricordava quella
precedente, forse perchè l'ideatore è sempre Philippe Kratz. Qui i
corpi dei tre ballerini si intrecciano fra di loro, si sfiorano, si
amalgamano, si allontanano, una coreografia particolare, molto piacevole.
Roberto torna a ballare anche con Melissa Hamilton, in L’Altro
Casanova, una coreografia che più o meno tutti conosciamo, perché l’ha
interpretata anche l’anno scorso, il 2 giugno, davanti a Mattarella.
Allora era con Virna Toppi. E’ molto sensuale, armoniosa, delicata, sia
per la musica che per i movimenti, Melissa ha una flessuosità quasi unica,
un’apertura durante la spaccata che lascia a bocca aperta, così come la
scena del bacio, che ha suscitato un “Ohhh” di meraviglia da tutto il
pubblico.
La serata si conclude con 2 brani interpretati da
solisti, il primo è un classico: La morte del cigno, con Anastasia
Matvienko, una ballerina ucraina che fino a pochi mesi fa era prima
ballerina al teatro di San Pietroburgo, e che per ovvi motivi ha dovuto
lasciare il paese. Ho letto in un’intervista che Roberto la conosce da
anni e che l’ha voluta nel suo spettacolo proprio per darle la possibilità
di continuare a ballare sul palco. Il finale è stato tutto di Roberto,
con Duel, una coreografia moderna, sulle note di una musica forte e
ritmata, suonata direttamente dal batterista presente sul palco. Roberto a
petto nudo, con un paio di pantaloni bianchi, le luci che lo illuminano a
dovere… diciamo che questa combinazione di fattori metteva ben in evidenza
la sua fisicità, che, insieme alle movenze, è sempre un piacere guardare!
Dopo i saluti finali, tutti i ballerini, Roberto
compreso, sono stati, come sempre, gentili e disponibili a concedere al
pubblico foto e autografi, come splendida conclusione di una serata già
ricca di emozioni.
Lisa
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