Bolle & Solisti della Scala, Trieste, Aprile 2019
Lo spettacolo comincia con Canon. L’entrata di
Gioacchino Starace è salutata da un applauso fragoroso, invece Roberto
Bolle inizia a danzare senza reazioni del pubblico. Non riesco a
commuovermi come lo scorso marzo a Bologna ma devo dire che il trio
risulta più omogeneo rispetto al passato. L’infiorata a Genzano
nell'interpretazione di Vittoria Valerio e Claudio Coviello è forse il
brano meno applaudito anche se è danzato con fedeltà e perfezione. Questo
è il solo brano in cui la musica non è del periodo barocco e la
coreografia di un autore non vivente. Per il resto l’omogeneità è totale e
il tango si interseca perfettamente nelle composizioni vivaldiane. Di grande successo sia “Come un respiro” di
Bigonzetti su musica di Handel danzato da Agnese Di Clemente con
Gioacchino Starace sia “L’ultimo Casanova” di Schiavone su musica di
Vivaldi danzato da Virna Toppi con Nicola Del Freo. La prima parte si chiude sull’ipnotico Roberto
Bolle in Two di Maliphant. Finalmente inizia la seconda parte. Il fondale non
riproduce gli alberi di un bosco come nella prima mondiale a Davos ma le
sensazioni suggerite dalla coreografia sono ugualmente dettagliate.
Entrambi gli autori, Volpini e Liang, hanno disseminato qua e là
preziosismi che abbelliscono le variazioni, i passi a due e i quadri di
gruppo. Il primo passo a due di Roberto con Caterina Bianchi si chiude con
un lift leggermente diverso rispetto a Davos. E’ evidente come il tema
della primavera sia la sensualità, sottolineato da un brevissimo accenno
alla Sagra della primavera di Béjart. Si passa poi alla focosità dell’estate, con la
splendida variazione creata da Volpini per l’esibizione di Roberto a
Gallipoli nel 2001. In quell’occasione non era arrivato in tempo il
costume, invece per The Seasons vengono usati tessuti leggeri e
trasparenti che declinano tutte le tonalità della natura, dall’ocra al
rosso, dal verde all’azzurro. Altrettanto gradito mi è l’autunno, spumeggiante
come un baccanale di satiri e ninfe. Roberto è il fauno che in un angolo
li osserva intenti ai loro giochi. Con l’inverno l’atmosfera si fa
sognante, un brevissimo accenno rimanda al Kylian di Petite mort. Questa
volta il passo a due di Roberto è con Virna Toppi. Ritorna la primavera
nella composizione di Piazzolla e il cerchio si chiude sul ciclo eterno
delle stagioni. E’ chiaro che in questo progetto l’arte ha preso
ispirazione dalla natura e il pubblico è stato trasportato nella mitica
Arcadia. Susy
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