Bolle & Friends, Roma, Giugno 2008

 

 

L’evento è così unico che abbiamo pensato che il nostro pensiero al Divino dovesse essere qualcosa di diverso dai classici fiori.
Anche in questa occasione il Fato ci dà una mano. Una decina di giorni prima riesco a scovare una stampa d’epoca di una acquaforte che riproduce l’interno del Colosseo: una vera chicca!
Una bollerina (Susy) suggerisce di accompagnarla con la frase “Ave Roberto, i bollerini bolognesi ti salutano”. L’idea piace e così si decide di scriverla addirittura sul passpartout che incornicia la stampa ed in latino. Problema: chi la scrive? Dopo numerose ricerche che non portano a nulla di fatto la sera di venerdì 13 faccio l’ultimo tentativo. Disperato, sì, perché partirò per Roma lunedì 16 all’alba. Busso quindi al monastero di clausura delle Adoratrici Perpetue del S.S. Sacramento (Sacramentine) della mia città. Spiego loro il mio “problema” e del nostro desiderio di regalare a Roberto qualcosa che testimoni la nostra presenza ad un evento così importante ed unico. I tempi sono molto stretti, meno di 48 ore. La Suora che esegue questi lavori tentenna. 
Per farle capire quanto teniamo alla nostra Etoile le racconto un po’ di Lui: del suo valore di Artista (le dico che ha ballato l’Ave Verum di fronte a Giovanni Paolo II) e dei suoi valori umani (è Ambasciatore Unicef, è stato in Sudan, e della richiesta di contributo – a favore Unicef – per avere la sua foto autografata).
Alla fine capitola e dopo aver chiesto alla Superiora di essere esonerata da alcuni momenti di vita comunitaria mi promette che mi farà avere il tutto per la sera di domenica 15: alla domenica sera la nostra stampa con la scritta in gotico moderno AVE ROBERTO BOLLERINI BOLOGNESI TE SALUTANT - Roma-Colosseo 16-6-2008 esce dalla clausura per essere donata a Roberto.
Nel consegnarmela la suora mi dice: “Per mezzo suo ho potuto conoscere questa persona. Da ciò che lei mi ha detto di lui ho capito che stiamo parlando di un grande professionista e di un uomo di grandi doti morali e umane. Non fategli mai mancare il vostro sostegno. Da parte mia le chiedo un grande favore. Quando gli parlerà dica – a questo grande Artista - che lo porterò sempre nella mia preghiera, ogni giorno, a cominciare da questa notte durante il mio turno di Adorazione. Mi raccomando: glielo dica”. Mi impegno a fare l’ambasciata e mi allontano con il “tesoro”.

Anche se non mi manca la buona volontà non mi sarà possibile riferire a voce quanto richiesto per i seguenti motivi.
1° Nonostante la disponibilità della nostra stella non si può certo chiedergli il tempo per una chiacchierata
2° Nonostante la mia disinvoltura, anch’io subisco “l’effetto Bolle”

Decido perciò di aggiungere al nostro biglietto di accompagnamento un secondo biglietto in cui riferisco l’ambasciata.

Lunedì, alle 16,30, mi presento al Colosseo all’ingresso artisti e chiedo di far avere al Sig, Bolle il nostro “in bocca al lupo”. Mi raccomando che gli venga portato subito in camerino. Un addetto alla sicurezza (tra il serio ed il faceto) mi dice “signora, non è che dentro ci sta una bomba, vero?” Ridendo lo tranquillizzo e me ne torno in albergo a prepararmi. Anche lassù hanno capito che oggi ci sarà un evento eccezionale e la giornata limpida e calda si sta trasformando in una serata tiepida, con una brezza leggera ed un cielo tersissimo.

Finalmente alle 20,30, (lo spettacolo inizierà alle 21) ci fanno entrare. Pochi passi e sono nell’anfiteatro persa ad ammirare – nel crepuscolo – uno spettacolo unico. Per raggiungere il mio posto da favola (15a fila centralissima, sul corridoio) devo girare a destra e lì mi blocco, impietrita. A tre metri da me, tre operatori tv ed un giornalista stanno intervistando Apollo (assistito dalla sua addetta stampa) il costume di scena che si intravede sotto pantaloni di una tuta e giubbino aperto. Cerco di scattare qualche foto ma l’emozione mi gioca il solito brutto scherzo e desisto. Ad un certo punto si toglie il giubbino; ogni tanto ci sono delle pause e durante una di queste distoglie lo sguardo dagli operatori e gira gli occhi ad osservare il pubblico che sta entrando. I nostri sguardi si incontrano, mi vede, mi sorride e mi saluta con un ciao della mano. Contraccambio il saluto pensando che se ancora non avesse letto il nostro biglietto ora sa per certo che anche questa sera i bollerini bolognesi sono presenti. L’intervista – la stessa che passerà il giorno successivo su tutti i TG – finisce. Mi passa velocemente davanti regalandomi un altro sorriso. Alcuni fotoreporter vorrebbero fermarlo per una foto: l’addetta stampa cerca – invano – di trascinarlo via perché in “ritardissimo”. Lui si arresta pochi secondi, giusto il tempo per qualche scatto poi si gira e si dirige velocemente al camerino con la tipica andatura dei ballerini. Anch’io mi incammino verso il mio posto sbirciando l’ubicazione dei camerini e prendo mentalmente nota del suo: mi servirà a fine serata.
Recupero finalmente il programma dello spettacolo e scorro velocemente i titoli dei brani ed i nomi dei friends. Il palco, essenziale con tre pannelli per parte a fare da quinte, sul fondo un parapetto in vetro e fori circolari ad intervalli regolari, è montato a circa un metro da terra con il risultato che – fatte salve le primissime file – gli spettatori che occupano dalla 4° fila in poi hanno una visibilità molto ridotta e, anche se a partire dalla 10° fila i posti sono rialzati di 30cm il risultato non cambia specialmente se hai – come è successo a me – davanti persone alte. Personalmente ritengo che questo sia stato un balzello da pagare: piccolo vista l’eccezionalità del luogo.
Lo sfondo di questo palco è una grandiosa vista del Flaiano che il tramonto del sole illumina di mille colori.

Ancora qualche minuto ed ecco che le note di Stravinskij annunciano e accompagnano l’entrata di APOLLO! Un Apollo che non riesce a contenere una intensa e vibrante commozione interiore: i suoi occhi sono rapiti, il suo incedere, ogni movimento del suo corpo che si staglia sullo sfondo dell’anfiteatro inondato da luce dorata trasmettono – come mai prima d’ora avevo visto – emozioni che non è possibile tradurre in parole. Il suo corpo sembra un involucro di prezioso cristallo che lascia filtrare all’esterno tutte le emozioni che nascono nel profondo del suo cuore e della sua anima. In una sola parola: DIVINO. La sua esecuzione è impeccabile. Questa sera anche gli Dei hanno abbandonato l’Olimpo per venire ad ammirare ed omaggiare il DIVINO APOLLO che in questo pezzo, eseguito in modo eccelso, ha avuto una bravissima Alicia Amatriain come partner.
Al termine, gli applausi che a causa dell’ambientazione l’orecchio non riesce a percepire intensi, perché si disperdono nel grande anfiteatro. L’unico punto dove si possono udire bene è dove mi trovo: il corridoio di platea tra due pareti di pietra da dove partono parecchi “bravo”, “bravi”.

ALLES WALZ cor. Renato Zanella - mus. J.Strauss jr.
Interpretato con precisione da una grande Dorothée Gilbert – anche lei subisce il fascino del Colosseo che viene di volta in volta illuminato con una alternanza di diversi colori. L’esecuzione piace al pubblico che dimostra il proprio apprezzamento con gli applausi.

TROIS GNOSIENS cor.Hans van Manen – mus. Erik Satie
Ben eseguito da Ul’jana Lopaktina e Ivan Kozlov: pdd che la coppia esegue mostrando grande affiatamento e complicità. Anche per loro applausi di un pubblico attento.

AREPO cor. Maurice Béjart - mus. Hugues Le Bars
Danzato con maestria da Alessio Carbone che - in un Colosseo illuminato da un sapiente gioco di luci – riesce a coinvolgere il pubblico che lo applaude calorosamente.

L’ARLESIENNE cor. Roland Petit – mus. Georges Bizet.
Questo pezzo che per la seconda volta vedo danzato con Sabrina Brazzo (la prima volta era stato l’esordio a Salerno) riesce a distruggermi ed a sfinirmi per l’emozione tanta è l’intensità interpretativa della coppia. Anche in questo brano entrambi avvertono la magia del luogo. Frédéri, è questa sera particolarmente ispirato. I suoi occhi brillano come tizzoni ardenti e forano l’oscurità come saette tanta è la passione che cova nel suo cuore per la mai dimenticata Arlésienne. Ci prova – una Vivette molto emozionata anch’essa - a fargliela scordare con un seducente ed al contempo pudico spogliarello e inducendolo a fare altrettanto. Si sforza Frédéri di accontentarla, ma le sue mani si muovono come fossero quelle di un automa, si imbrogliano mentre scioglie i lacci della camicia e - aiutato da Vivette - la sfila. I suoi occhi persi nel ricordo della donna che ha amato ed ama, ma che non può avere brillano della luce della follia e ci regala un assolo in cui amore e disperazione sono espressi con una violenza senza pari finché – raggiunto il culmine della pazzia – preferisce il suicidio ad una vita senza l’Arlésienne.
In questo assolo finale Roberto ha una tale potenza espressiva da suscitare in me – ed anche nel pubblico che assiste in religioso silenzio, emozioni violente, quelle che ti assalgono quando ti rendi conto che non potrai mai più riavere la persona che ami e mi ritrovo con il viso inondato di lacrime.
Questa esibizione strappa applausi molto lunghi ed intensi.

AROMA cor.David Karpetyan –mus. Antonio Vivaldi
Pezzo danzato da Arman Grigoryan e Vahe Martirosyan con bravura e belle acrobazie: un delicato aroma ti giunge con le loro evoluzioni mentre il Colosseo viene illuminato dal solito sapiente gioco di luci ed il pubblico esprime con molti applausi il suo gradimento.

DON CHISCIOTTE cor.Marius Petipa – mus. Ludwig Minkus
Bravo Alessio Carbone e bravissima Dorothée Gilbert in questo pdd e nelle rispettive variazioni. Questo pezzo - che spesso ritroviamo nei Bolle & Friends - è sempre molto gradito dal pubblico e questa sera, tra tutti i friends, i presenti mostrano di apprezzare particolarmente Alessio Carbone e glielo dimostrano applaudendolo a lungo.

PETITE MORT cor. Jiri Kylìan – mus. W.A.Mozart
Anche questo è un pezzo che amo in modo particolare: francamente, però, non c’è un solo pezzo – danzato da Roberto – che io non ami. Impossibile fare una graduatoria perché ciascuno è legato a diversi momenti della vita ed a differenti stati d’animo sia di chi lo danza che di lo guarda. Questo balletto, coreografato sulla struggente musica di Mozart, che descrive la pulsione amorosa è danzato da una bravissima Natasha Novotnà e da un eccelso Roberto Bolle che in questa magica serata danza (ancora una volta a piedi nudi ed io lo “adoro” quando balla scalzo!) come solo lui sa fare: la tecnica impeccabile, la plasticità del suo corpo e dei suoi movimenti esprimono di volta in volta una forte aggressività, una sublime spiritualità ed una sensualissima carnalità; il senso di ineluttabilità della morte. Tutte queste pulsioni fondendosi con la musica danno vita a momenti di intensa poesia e di grande lirismo.
L’esibizione finisce ed il pubblico ringrazia con applausi e grida di “bravo”.

LE SOUFFLE DE L’ESPRIT cor. Jiri Bubenicek - mus. Johan Pachelbel and Otto Bubenicek 
Interpreti Arman Grigoryan-Vahe Martirosyan-Jon Vallejo
In questa coreografia in cui è richiesta grande forza e fluidità gli interpreti si impongono per la ricerca di simbiosi che anima ciascuno di loro e vengono ricompensati dagli applausi del pubblico.

LA MORTE DEL CIGNO cor. Michel Fokine - mus. Camille Saint-Saens
Un brano – danzato come lei sa fare – da una brava e leggiadra Ul’jana Lopatkina che in questo passaggio del Lago dei Cigni affascina tutto il pubblico presente che le tributa meritati applausi.

IN THE MIDDLE SOMEWHAT ELEVATED cor. William Forsythe – mus. Thom Willems
In un rapporto paritetico con le partners, questa è l’ultima esibizione della serata di un grande ed immenso Divino che ci regala una sublime interpretazione affiancato da una bravissima Alicia Amatriain ed una altrettanto brava Sabrina Brazzo. Roberto si esprime con grande potenza fisica, movimenti eleganti e fluidi. E’ talento puro in movimento.

La serata è finita, il pubblico applaude a lungo e calorosamente, i ballerini ringraziano più volte.
Gli occhi di Roberto, che brillano come due enormi fari, sono una finestra aperta su tutto ciò che si agita dentro di lui e che tenta di tracimare come un’onda anomala. Luccicano - quegli splendidi occhi - di emozione, gioia, soddisfazione per aver coronato un sogno inseguito da tempo. Dopo aver ringraziato con i suoi Friends il pubblico che lo applaude, con un elegante ed atletico balzo scende dal palco, si avvicina per salutare e scambiare abbracci con Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi e le rispettive consorti e si avvia poi – velocemente – in camerino.

Il pubblico si alza e comincia ad uscire. La mia fortuna è di aver visto, prima dell’inizio, l’ubicazione del camerino del Divino e mi ci avvio velocemente, dopo aver cercato di cancellare dal mio viso i segni della grande commozione.
L’accesso è sorvegliato da due guardie della sicurezza e mi accingo all’attesa, defilata ma in posizione strategica, che non dia fastidio ma dalla quale lui sia obbligato a passare. Ad un certo punto la porta si apre, esce a torso nudo insieme e a numerose persone, contemporaneamente arriva la fiumana dei Vips che gli si avvicinano per complimentarsi e lui – disponibile - parla con tutti, accetta abbracci e complimenti ed io paziento, non ho fretta, tanto – prima o poi – arriverà anche il mio turno.
Intanto rifletto: mi rendo conto che parlando o scrivendo di lui uso sempre gli stessi termini ed aggettivi ma – caspita – ho un bel sfogliare il Devoto-Oli: la lingua italiana ha un numero limitatissimo di vocaboli adeguati da poter utilizzare ed io non so più dove attingere. Temo dovrò cominciare a cercare termini francesi, inglesi, spagnoli chiedendo aiuto a coloro che conoscono bene queste ed altre lingue.
Finalmente la porta si apre ed un Divino in pantaloni, camicia e giacca neri, visibilmente su di giri, esce e si ferma a salutare qualche persona. Io non voglio disturbarlo e aspetto paziente.
Ed ecco la sequenza del mio incontro.
Richiamo la sua attenzione toccandolo sul braccio. “Roberto, posso salutarti e complimentarmi con te? Sei stato eccezionale, ti ho visto molto commosso, in grande stato di grazia e particolarmente ispirato”. R.”E certo, in questo posto..”. “Sei riuscito a farmi piangere”, lui sorride, mi abbraccia, mi prende le mani e le bacia e le trattiene tra le sue. Proseguo “anche il tempo ha fatto la sua parte regalandoci una bella e tiepida serata; stamattina - partendo da una Milano fredda e piovosa ero preoccupata”. R.”hai visto?, è proprio una bella serata”. Continuo balbettando: “Sai vorrei dirti quanto sei stato “Grande”, “Stupendo”, non ti ho mai visto così “rapito”, non mi riesce di comunicarti tutte le emozioni che hai suscitato questa sera, non so come esprimertelo, non trovo le parole, proprio non riesco” e mi si spezza pure la voce. Mi zittisco perché non voglio scoppiare ancora in lacrime.
R: “Oh, ci riesci benissimo; si vede, sai….” E continua ad abbracciarmi ed a baciarmi le mani.
Non bastavano le emozioni dello spettacolo, ci mancava pure questa scena finale!
Siamo entrambi molto emozionati e commossi: io per la serata e l’incontro con lui e lui per la serata eccezionale che ha vissuto ed è “gasatissimo”. Poi soggiungo “Sai mi dispiace moltissimo essere qui da sola questa sera, avrei tanto voluto ci fossere anche gli altri Bollerini con me, a condividere questa gioia”. R: “Certo, è molto più bello potere condividere con gli Amici!”. “Scusa, Roberto, ti lascio a continuare la tua serata, grazie ancora, ci rivediamo tra dieci giorni a Parigi”,
Un ultimo abbraccio ed un bacio e si allontana…..

Non riesco nemmeno a pensare ed andare all’uscita artisti per un’ultima foto da mettere sul nostro sito: saprò poi che non si è saputo da quale porta si sia eclissato. Mi dispiace per tutti coloro che lo attendevano: io la mia “dose di gioia” l’ho avuta.
Mi incammino verso l’albergo: l’indomani mi aspetta una levataccia. Ma non cammino, volo. Sono anch’io nell’Olimpo con gli Dei in profonda e totale ammirazione del DIO APOLLO.

Giovanna

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