Schiaccianoci, Napoli,
Gennaio 2008
Questo 2008 si preannuncia denso di impegni per il DIVINO e per me - che ho deciso di seguirlo nei suoi
spostamenti – ricco di viaggi.
Il primo appuntamento con Roberto è a NAPOLI al Teatro S.Carlo l’8 ed il 9 gennaio con
LO SCHIACCIANOCI
L’idea originaria è partire martedì 8 e rientrare venerdì 11. Così quando viene aggiunta la nuova data di
giovedì 10 medito di assistere anche a quella replica ma per motivi indipendenti dalla mia volontà sono
costretta ad anticipare il rientro e perciò cambio di programma: partenza il 7 e rientro il 10. Cambiamento
che si rivelerà geniale.
Lunedì 7 gennaio parto da casa alle 8 diretta all’aeroporto di Milano Linate dove prenderò il volo delle
10. La partenza avviene con l’immancabile ritardo che questa volta è di 45’. Al mio arrivo a Napoli trovo
una giornata grigia e piovigginosa ed il solito caotico traffico.
Mi incammino con l’idea di fare due passi verso piazza Plebiscito e intenzionata a passare alla
Biglietteria del S.Carlo a ritirare i biglietti per le due serate.
Ritiro i biglietti e vedo sul marciapiede antistante la portineria due soggetti con al collo macchine
fotografiche professionali: chiaramente due fotoreporter. Lestamente e con noncuranza mi avvicino, passano
cinque minuti e si avvicina un tizio con l’aria di essere uno dello staff che dice loro “fra pochi minuti
Roberto Bolle esce”. Ancora qualche minuto e “ECCOLO” in jeans e giubbetto di pelle marrone chiaro. Supera
la prima porta a vetro, si avvicina alla seconda, la apre ed io comincio a gesticolare con le braccia per
salutarlo: mi vede risponde al saluto avviandosi verso p.zza Plebiscito. Allora mi faccio coraggio , mi
avvicino, lo chiamo, si gira, si avvicina mi dice “ciao” con quel sorriso che gli inonda letteralmente gli
occhi prima di raggiungere le labbra - è palesemente sereno e rilassato, come a Mosca, mi bacia e mi
abbraccia. Ci salutiamo, poi si allontana con i fotografi che fanno scatti a raffica ed io faccio ritorno in
albergo. L’incontro imprevisto di oggi è uno splendido regalo intensamente desiderato per festeggiare l’
inizio di questo 2008.
Martedì 8 gennaio.
E’ una splendida giornata di sole: nonostante i grossi problemi attuali di Napoli tutto lascia presagire che il debutto del Divino in questo “Schiaccianoci” sarà degnamente festeggiato dai napoletani.
Ore 20,20 raggiungo il mio posto in platea (al S.Carlo è digradante) sono in 13° fila abbastanza centrale:
la visuale è ottima.
Ore 20,30 si alza il sipario ed inizia la magia….
La trama è nota: vigilia di Natale, festa in casa Stahlbaum con amici e figli. I ragazzi attendono i regali.
Drosselmeyer – amico di famiglia – arriva portando doni per i bambini e li intrattiene con giochi di
prestigio. A Clara, la sua prediletta, regala un pupazzo schiaccianoci che il fratello – dispettoso – rompe.
Drosselmeyer lo ricompone, la festa continua poi Clara – stanca – si addormenta e comincia a sognare.
La sala e l’albero di Natale assumono proporzioni gigantesche. Una frotta di topi cerca di impadronirsi
dello schiaccianoci e Clara accorre in suo aiuto scagliando contro i topi – per distrarli – le sue bambole
preferite. Lo schiaccianoci improvvisamente prende vita e al comando dei suoi soldati si unisce a lei nella
battaglia contro i topi e il loro capo, il re Topo. Una compagnia di ussari e una di marinai sono
sopraffatte, Lo schiaccianoci e il re Topo restano soli sul campo. Disperata Clara si lancia contro il re
Topo che - colpito – cade morto e, magia, improvvisamente ha luogo una trasformazione: sullo sfondo – una
figura avvolta in un mantello e con in capo una maschera. Drosselmeyer lo libera di entrambi e
Schiaccianoci si rivela essere un giovane e meraviglioso principe di bianco vestito. L’ incantevole Principe
– un sorridente e sereno Roberto si accosta a Clara mentre inizia l’incantata e struggente la danza dei
fiocchi di neve. Al termine di questo walzer il Principe fa salire Clara su di un bianca carrozza che li
trasporta in una grotta magica.
Termina qui questa prima parte, allegra e giocosa.
Marielouise Urciuoli: una splendida Clara,
Francesco Volpe: impeccabile Dosselmeyer
E via via dal re Topo con i suoi topi, al soldatino con i suoi soldati, Colombina, Arlecchino, ecc.
Il sipario si alza sul secondo atto.
Ci troviamo nella grotta incantata dove sono stati trasportati Clara con il Principe Schiaccianoci Egli si
affretta a rincuorare Clara spaventata dai pipistrelli: altro non sono che i suoi amici e parenti
trasfigurati così dal suo incubo.
Vengono presentati i protagonisti di questo secondo atto,sono le bambole preferite di Clara che hanno preso
vita e diventano:
la coppia della Danza Spagnola
i quattro ballerini e la ballerina della Danza Araba
i due ballerini della Danza Cinese
il Dragone
i Mirlitoni
il ballerino della Danza russa
le due coppie e le ballerine del walzer dei Fiori
la Fata Confetto
Si susseguono via via le danze eseguite più o meno abilmente.
Alcuni quadri in particolare la danza dei Fiocchi di neve ed il walzer dei Fiori sono molto suggestivi e
con splendidi costumi…è una magica fiaba…..
E la magia aumenta quando il Principe Roberto Schiaccianoci e la Fata Greta Confetto iniziano il loro pas de
deux . Greta Hodgkingson è semplicemente fantastica: degna e splendida partner di un Roberto vergognosamente perfetto, sono tentata di dire “disumano” tanto danza in modo preciso ed impeccabile. L’aggettivo “DIVINO”
gli sta addosso come se fosse non la seconda, ma la sua sola ed unica pelle.
E davanti ai miei occhi si alza un velo rivelandomi un aspetto di Roberto che ancora non conoscevo: una
persona fatata, ogni pirouette, ogni salto, ogni movimento, ogni passo di danza – tutti rigorosamente
eseguiti con un sorriso che nasce dal profondo della sua anima: lo si nota chiaramente – sono una magia.
E questo lo avverte anche il pubblico in sala che gli dedica alla fine del pas de deux e della variazione
lunghi e intensi applausi. Anche qui il sollevamento di Fata Confetto è parecchio lungo: non proprio come
quello di Odile il 31.12 ma poco ci manca. I napoletani sono stati presi e catturati dal Divin Roberto.
Intorno a me sento commenti entusiastici, molti e non addetti ai lavori lo vedono per la prima volta e ne
sono conquistati.
Il sogno finisce, Clara viene svegliata, la festa è terminata, gli ospiti se ne vanno, il Principe svanisce
e Clara resta sola con l’affascinante ricordo delle sue avventure.
Il sipario si chiude.
Il teatro si trasforma – quasi per incanto e non vorrei essere irriverente – in uno stadio.
Il pubblico esplode in applausi fragorosi che durano una eternità. Sento urlare da ogni parte “Bravi,
Bravo”, richieste ripetute di bis (questo non mi era mai capitato). I ballerini si presentano per i
ringraziamenti canonici e poi arriva LUI. Il pubblico è in delirio,tutto in piedi, quasi nessuno si è mosso
dal proprio posto. Io mi sono avvicinata fino alla buca dell’orchestra.
Roberto si presenta innumerevoli volte, tanto che ho perso il conto. Molte volte con Greta, molte volte da
solo. Il pubblico non vuole arrendersi, continua a chiamarlo e lui – generoso come sempre – non si nega;
non sa più dove guardare, dove girarsi per ringraziare e dimostrare quanto gli faccia piacere l’ammirazione
ed il tributo di affetto dei napoletani: è palesemente frastornato. Anche la mia felicità nel vederlo così
osannato e soddisfatto è alle stelle perché è tutto maledettamente
strameritato.
Alla fine ci arrendiamo: lui e noi. Corro a mettere le mani sotto l’acqua fredda perché mi bruciano da
morire per la foga dei battimano.
E mi presento all’uscita artisti.
La folla pian piano si assottiglia.
Non passa molto tempo ed eccolo spuntare. Si ferma all’interno con alcune persone che erano entrate per i
soliti autografi e le foto di rito: come sempre si assoggetta volentieri alle richieste.
Io lo sto aspettando fuori, appoggiata ad una colonna, tanto lo so che non mi sfuggirà.
Esce, mi avvicino, lo saluto e gli dico: “Roberto un abbraccio da parte di tutti, se non lo faccio mi
scuoiano viva”. Lui sorride, accetta e contraccambia. Intanto che ci muoviamo gli chiedo se sta
cimentandosi con una nuova sfida: l’allungamento dei tempi di sollevamento delle partners: e qui mi
conquisto una bella e sonora risata. Lo consegno letteralmente tra le braccia di innumerevoli giovani fans
per foto , autografi ed abbracci non senza avergli detto di aver ancora una domanda da fargli ma che l’avrei
conservata per la sera successiva. Poi lo saluto con un cenno della mano, mi incammino verso l’albergo e
pochi minuti dopo lo vedo allontanarsi seguito da un codazzo di ragazze.
Mercoledì 9 gennaio
Oggi lo spettacolo inizia alle ore 18
Alle 17,50 sono seduta al mio posto, leggermente più indietro ma più centrale rispetto a ieri sera.
Lo spettacolo si svolge come la sera precedente. Variano – come previsto - alcuni interpreti. Seguo
utilizzando maggiormente il binocolo gustandomi così – al meglio – l’espressività dei protagonisti.
La prima cosa che scopro è che il Divino è un Essere Umano come noi. Alla sua entrata in scena al secondo
atto, insieme a Fata Confetto, il suo corpetto di un rosa molto intenso tendente al lilla è già bagnato di
sudore: su quel palco e con quelle luci deve esserci un caldo infernale!
Il suo viso è – se possibile – ancora più sorridente rispetto alla serata precedente, un sorriso che non lo
abbandona un solo istante. Sorride mentre si muove danzando fra i fiocchi di neve e mentre si rivolge a
Clara prima ed a Fata Confetto poi e quando danza da solo pur estremamente concentrato su quello che sta
facendo i suoi occhi non smettono di sorridere, sorridere, sorridere.
Questa sera in teatro c’è un pubblico più giovane e quindi più incline a gridare la propria soddisfazione
sottolineandola con applausi che hanno dell’incredibile: io non ho più parole per descrivere con
adeguatezza quello che vedo e che sento. Ancora una volta vengo rapita dal pas de deux con Fata Confetto e
dai sollevamenti che Roberto fa con Greta.
Alla chiusura del sipario mi avvicino nuovamente alla buca dell’orchestra per godere più da vicino della
gioia e dei sorrisi del principe e della Fata (in quanto a sorridere durante e dopo l’esibizione anche lei
non scherza!!!!!!!!).
I ballerini si presentano a ringraziare ed a ricevere gli applausi del pubblico.
Il Principe e la Fata si presentano un numero infinito (e non lo dico tanto per dire) di volte, insieme e
separatamente. Lui - da solo - molte più volte di lei. Un paio di volte si vede chiaramente che lui –
ridendo - quasi la trascina fuori a forza, prendendole entrambe le mani: generoso anche in questo voler
condividere con lei il riconoscimento del pubblico.
Se durante la serata il suo sorriso è stato ininterrotto e sfavillante in questa ultima parte in cui viene
insistentemente chiamato al proscenio il sorriso si trasforma in un accenno di risata: la sua soddisfazione
è incontenibile. Non si capacita di quel che succede tanto che in certi momenti scuote impercettibilmente
la testa, come a volersi riscuotere da quello che gli sembra un sogno. Alla fine, come la sera precedente,
ci arrendiamo ed io mi incammino ad attenderlo all’uscita: ormai è diventato un rito che non smetterò più di
compiere.
Questa sera c’è una folla maggiore ad aspettarlo: prevalentemente giovani ragazze così decido di non
attenderlo fuori e mi infilo all’interno della portineria dove – salvo i portieri – non c’è anima viva.
Arriva, lo saluto e gli dico che la mia trasferta napoletana è finita e mi dispiace andarmene ma lui mi fa
giustamente notare “hai avuto più degli altri, loro neanche quello” ed ha perfettamente ragione: mi sento
un verme.
La mia trasferta napoletana è terminata.
Anch’io mi risveglio ma il mio sogno non finisce: il mio Principe continuerà a danzare per me, per tutti
noi. L’ARTISTA Bolle continuerà a donarmi, con la sua danza, gioie ed emozioni e l’UOMO Roberto a
ricordarmi con il suo impegno e la sua disponibilità che nessun uomo è un’isola e come il piccolo colibrì
anch’io devo poter dire “io faccio la mia parte”.
Questo è il messaggio che all’inizio di questo 2008 Roberto, con la sua magia, mi ha mandato questa sera dal
palco del S.Carlo di Napoli ed io – se me lo permettete – lo giro a voi.
Giovanna
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