Arlésienne, Tokyo, Settembre 2017

 

8 settembre

Ero arrivata a Tokyo da una manciata di ore e già mi era capitato un incontro fortuito con il nostro beniamino: decisamente il mio primo viaggio in Giappone è iniziato nel migliore dei modi. Ho avuto alcuni giorni a disposizione per imparare a conoscere il paese prima di confrontarmi in sala con l'amore per l'arte che contraddistingue il popolo nipponico.

Dopo il successo misurato di Petite mort, con cui si è aperto lo spettacolo, sono ansiosa di sentire come il pubblico giapponese che riempie il Bunka Kaikan reagirà al Frédéri di Roberto Bolle. Negli ultimi nove anni ho visto solo il passo a due di Arlésienne e riscopro la bellezza del balletto intero. I ballerini sorridono alla festa dei giovani fidanzati ed è solo dopo un attimo in cui il tempo si ferma che la tragedia matura. Se Frédéri è tormentato per la perdita dell’amata anche la Vivette di Mizuka Ueno lo è per la perdita delle illusioni. Nemmeno lei vuole più il legame con un uomo che non la desidera. Queste due giovani esistenze distrutte, questa perdita di voglia di vivere è resa drammaticamente da entrambi i protagonisti e gli occhi si riempiono di lacrime davanti alla loro disperazione. Il manège finale stordisce per la vorticosità nonostante Roberto sia in scena ininterrottamente da ormai 35 minuti.

Trionfo incredibile, dopo il salto di Frédéri il pubblico esplode in un boato assordante. Interpretazione così intensa da far perdere la nozione di sè. Roberto chiama Gillian Whittingham al proscenio e le chiamate e i bravo durano quasi una decina di minuti.

A fatica si affronta l’ultimo pezzo della serata, per fortuna che la coreografia di Béjart, molto ben danzata dal Tokyo Ballet, è talmente geniale da coinvolgere nonostante tutto. E il finale è generoso di applausi. Ma l’uscita degli artisti è tutta per il nostro: due ordinate file e lui che firma e si lascia fotografare.

E' felicissimo per l'esito dello spettacolo e ringrazia calorosamente le rappresentanti del Fan club giapponese e dei bollerini. Esaurite le due file Roberto viene raggiunto da una signora che gli porge un altro dono. Infine sale sull'auto bianca guidata da Mizuka Ueno e si allontana salutando dal finestrino.

10 settembre

La sorpresa entrando al Bunka Kaikan sono gli spettatori che mi avvicinano chiedendomi se sono italiana. Alla mia risposta affermativa mi tessono gli elogi di Roberto Bolle e alcuni mi raccontano di essere stati a vederlo a Caracalla e in altre nostre località. Una volta di più mi rendo conto di quanto lui sia una gloria nazionale, un orgoglio per noi compatrioti. Una coppia mi chiede se siamo bollerini, confermo e loro mi dicono di avere in programma un viaggio per le recite di gennaio di Dama delle camelie alla Scala.

Non mi sorprende più la generosità con cui, all’apice della sua fama, a ogni recita affronta ogni ruolo, in questo caso quello di Frédéri: dal primo istante suscita uno scambio di empatia con il pubblico rapito, conquistato, adorante. Pare quasi di essere in una città italiana e non in Giappone tanto è il calore degli spettatori. Al proscenio si presenta anche Luigi Bonino, lui pure applauditissimo.

Come sempre all’uscita degli artisti ci sono le due file in attesa. Questa volta però non rimangono tali e dopo una quindicina di minuti è come se fosse stato dato il “rompete le righe”: calca ovunque, spinte, richiami, insomma sempre di più l’atmosfera è italiana. Si avvicina e si unisce al nostro gruppo per festeggiare il compleanno di una delle fondatrici del fan club giapponese.

Dopo parecchio ringrazia, saluta e si allontana a piedi con la sua partner.

Susy

 

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