Le jeune homme et la mort, Milano, Marzo 2006

 

 

Il pullman parte dal piazzale della Pace di Zola alle ore 15, dopo aver attaccato in bella vista i cartelli “I Bollerini” uno davanti ed uno sul retro. Il gruppo in partenza è molto eterogeneo e variato, bollerini in prova e bollerini di salda fede, tutti contrassegnati dal badge distintivo: genitori, nonni, zii ballerini, non ballerini, appassionati di danza, esperti, curiosi, amici ma tutti con l’unico obbiettivo di non perdersi una serata che si preannuncia speciale. Nel corso del viaggio la maestra Laura, come una vera hostess distribuisce caramelle a tutto il pullman, segue poi l’introduzione al balletto per una miglior comprensione e degustazione della serata che la mitica Susy condisce con passione e grande saggezza. Nei pressi di Lodi una breve sosta all’autogrill poi usciamo a Milano e…… ci troviamo bloccati nel traffico ma giungiamo in anticipo per la rappresentazione. Il tempo di recapitare in portineria gli splendidi mazzi per i due protagonisti, sgranocchiare qualcosa, scaldarsi un po’ nel pullman (qualcuno ne approfitta per sonnecchiare), distribuire i biglietti e la serata inizia con “La Strada”, un pezzo di Pistoni che occupa il primo tempo.

E’ poi la volta di Bolle-Bussell. Difficile descrivere il loro pezzo per chi non era presente:  guardando il nostro Roberto, per l’ennesima volta, si ha la piena coscienza che ci si trova di fronte ad una stella internazionale che riempie il palco con la sua forza, la sua danza, la sua energia. Un Roberto Bolle inedito, mai visto, quasi uno shock per chi è abituato a vederlo nel ruolo del principe, ma in senso positivo, poiché anche stavolta supera se stesso, fondamentali i suoi occhi, minimante truccati ma resi grandi e disperati dall’intensità che esprime il nostro eroe. Sono scossa, la trasformazione è tale che mi chiedo se nel backstage troverò un Roberto diverso da quello a cui sono abituata invece…. esce splendido e sorridente, come sempre. “Dov’è il pullman?” chiede ridendo. Con la pazienza che solo lui può avere, firma tantissimi autografi e posa per le foto. Ci rimango un po’ male…. non vedo fra le sue mani il pacco che gli abbiamo portato per il compleanno (26 marzo N.D.R.) “Ti manca qualcosa…  e il regalo di compleanno dov’è?” “Già aperto!” dice ridendo come un bimbo, beccato con le mani nel barattolo di Nutella “mi serviva, avevo freddo!”, continua con aria innocente. Ed ancor più stupita mi chiedo come ha fatto ad indovinare il contenuto del pacco, visto che siamo diabolici e travestito com’era, non lasciava intuire niente. Roberto ci saluta e se ne va. Il pullman piano piano, dopo aver fatto gli auguri ai papà presenti (e portando a casa gli auguri per quelli non presenti) si addormenta e forse sogna mille Bolle.

Sara

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