Bolle & Friends, Venezia, Luglio 2009

 

 

E’ bastato entrare nell’atrio del Teatro La Fenice per accorgersi che grazie all’arrivo di Roberto Bolle l’elegante edificio ha acquistato un’anima rock. Sulla sinistra due totem con la gigantografia del Divino nella pubblicità Fiuggi, accanto ad un grande tavolo che espone foto e magliette prese d’assalto dal pubblico del gala.
Le pagine color panna del programma di sala confermano che la serata sarà più che mai un evento: Roberto debutta in coppia con Sabrina Brazzo nell’esilarante Grand Pas De Deux coreografato da Spuck. La novità è collocata all’inizio della 2.a parte del gala e prima non mancano le perle che abitualmente lo impreziosiscono.
Ci separiamo: un drappello di Bollerine si avvia verso il loro palco, mentre il gruppo più numeroso sale fino al loggione. Nessuna maschera ci chiede spiegazioni per il grosso rotolo che trasportiamo: contiene la sorpresa che abbiamo preparato per il momento degli applausi finali.
Il pubblico è molto caloroso, già applaude convinto la giovane coppia di danzatori della compagnia di Zurigo a cui è affidato il compito di rompere il ghiaccio. Poi il primo brano interpretato dal Divino, il passo a due da L’Arlesienne di Petit in coppia con Sabrina Brazzo. L’atmosfera è carica di tensione, l’interpretazione è particolarmente intensa, Roberto in forma strepitosa, come se le recite americane con il loro indescrivibile successo trionfale gli avessero moltiplicato il carisma già fenomenale. Con il suicidio di Frédéri si scatena il putiferio: urla di “Bravo” assordanti, applausi lunghissimi che sembrano voler interrompere il programma del gala. Per concludere la prima parte Petite mort con Roberto Bolle in coppia con Natasha Novotna. Il tempo pare sospeso nei gesti dei due danzatori, la coreografia fluisce senza scatti, disegnando linee curve infinite. Il Divino è il fulcro attorno a cui vibra la ballerina e con lei tutto il pubblico rapito. Si spengono le luci e si rinnova il trionfo.
Dopo l’intervallo l’attesa è al culmine: gli spot ruotano sul sipario ricamato della Fenice fino a quando appare finalmente il Divino, splendido nel costume bianco ghiaccio impreziosito di pietre scintillanti. Anche Sabrina Brazzo è roboante di luccichii a partire dalla coroncina fino alla montatura degli occhiali. Il pubblico si diverte da impazzire a tutte le gag che i due propongono con molto affiatamento nonostante sia il loro debutto. Quando poi il Divino si posiziona e parte con il primo dei tour alla seconda si rinnova lo stupore per una perfezione tecnica ineguagliabile. Mentre lui continua a girare inarrestabile con la solita irridente facilità gli spettatori si esaltano e urlano e applaudono impazziti.
Difficile continuare con il programma dopo una tale dimostrazione di arte coreutica, ma c’è ancora spazio per le scoperte. Il fratello di Polina Semionova strappa ovazioni nel Corsaro. E’ giovane e gli manca in parte il controllo dei movimenti, specie delle braccia.
Il finale riesce ad essere pari se non superiore a quanto visto sinora: con i due gemelli Bubenicek il Divino ricama le preziosità di “Le souffle de l’esprit” con tutta la bellezza e la poesia di cui è portatore. L’unico commento che nasce è una domanda senza risposta: perché un brano così meraviglioso è così breve? Ma questo è il fascino e la maledizione della serata, un susseguirsi di attimi fuggenti eppure indimenticabili.
Il nostro omaggio suggella il rito delle chiamate al proscenio. Poi si raccoglie il tutto e si esce a malincuore dalla Fenice. Una delegazione si incarica della consegna al Divino. Il viaggio di ritorno è un soffio, riempito dai commenti di una serata che porta l’impronta Divina.

Susy

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